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11 Febbraio 2024
17:54

Perché il 17 e il 13 portano sfortuna? Le origini e la diffusione delle superstizioni sui numeri

Sposarsi di venerdì 17 o sedersi a tavola in 13 persone: sono azioni come tutte le altre, ma tante persone, anche tra quelle più razionali, hanno paura di compierle. Da cosa nascono le fobie e in quali Paesi sono diffuse?

A cura di Erminio Fonzo
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Perché il 17 e il 13 portano sfortuna? Le origini e la diffusione delle superstizioni sui numeri
superstizione 17 porta sfortuna

L'idea che determinati numeri portino sfortuna è diffusa in tutto il mondo. I numeri considerati portatori di sventura, però, non sono dappertutto gli stessi: in Italia il numero “disgraziato” è il 17, in gran parte dell’Europa e in America il 13, in Estremo Oriente il 4.

Le origini delle superstizioni sul 17 e sul 13 non sono chiare e per spiegarle sono state avanzate diverse teorie, legate principalmente alla matematica o alla religione. È invece facilmente spiegabile la paura del 4.

Naturalmente, le fobie per i numeri “sfortunati”, come tutte le superstizioni, sono del tutto irrazionali e prive di qualsiasi fondamento scientifico.

 

La paura del 17 in Italia

In Italia, il numero sfortunato per eccellenza è il 17. La superstizione ha un nome specifico, eptacaidecafobia, cioè paura del 17 (da eptacaideca e phobia), e trova molte “applicazioni”. Per esempio, secondo la smorfia napoletana 17 è il numero che si deve giocare al lotto se accade o si sogna una disgrazia; talvolta, nella numerazione dei sedili dei mezzi di trasporto, dopo la fila 16 c’è direttamente la fila 18. Il caso peggiore si verifica quando il giorno 17 di un mese cade di venerdì, che già di per sé è considerato disgraziato perché è il giorno della morte di Gesù (venerdì santo).

Aereo Alitalia senza la fila 17
Aereo Alitalia senza la fila 17.

Sulle origini della eptacaidecafobia non c’è una spiegazione univoca. Pare che il 17 fosse aborrito già da Pitagora e dai suoi seguaci nel VI secolo a. C., perché si trova in mezzo a due numeri “perfetti”, il 16 e il 18, che rappresentano due quadrilateri (4×4 e 6×3). La fobia era diffusa anche nell’antica Roma e nasceva probabilmente dal fatto che 17 si scriveva xvii, che è l’anagramma di vixi, cioè “sono vissuto” (nel senso di “non vivo più, sono morto”).

Quel che è sicuro è che dal tempo di Roma antica la fobia del 17 non è mai scomparsa, ma è diffusa solo in Italia.

Le superstizioni sul numero 13

In gran parte del mondo il numero sfortunato è il 13. La superstizione, che prende il nome di triscaidecafobia, è diffusa in quasi tutta Europa, negli Stati Uniti, in America Latina e in alcuni altri Paesi.

Un ippodromo in California. La stalla 12A sostituisce la stalla 13
Un ippodromo in California. La stalla 12A sostituisce la stalla 13.

Anche in questo caso, sono possibili diverse spiegazioni. Anzitutto, 13 è il numero che viene dopo il 12, cifra altamente composta (è divisibile per 2, 3, 4 e 6). Se al 12 si aggiunge un tredicesimo elemento, si rende impossibile qualsiasi suddivisione, perché 13 è un numero primo (cioè è divisibile solo per uno e per sé stesso). In sostanza, il tredicesimo elemento può creare disordine in un insieme ordinato.

Esistono, però, anche spiegazioni legate alla religione. Per il cristianesimo, all’Ultima cena parteciparono 13 commensali: Gesù e i dodici apostoli. Da questo deriva la fobia di trovarsi in 13 a tavola. Anche nella mitologia nordica c’è un riferimento negativo al numero 13: si racconta che il dio Loki, non invitato a una cena alla quale partecipavano dodici divinità, si presentò ugualmente, come tredicesimo ospite, e provocò la morte di uno dei commensali. Di recente è diventata popolare la tesi secondo la quale la fobia deriva dall’arresto dei cavalieri templari, avvenuto il 13 ottobre 1307, ma è una supposizione infondata, perché la triscaidecafobia esisteva già in precedenza.

Non in tutto il mondo, del resto, il 13 porta sfortuna. Esistono località, come il Tibet, nelle quali il numero è considerato favorevole. In Italia, invece, l’atteggiamento è ambiguo: in alcuni casi, come a tavola, il 13 è considerato “pericoloso”, ma in altre occasioni ha un significato propizio: “fare tredici” è sinonimo di avere un grosso colpo di fortuna, perché nel gioco del Totocalcio è il massimo punteggio possibile e garantisce ingenti premi in denaro (si consideri che fino agli anni ’90 il totocalcio era molto più popolare di oggi).

La fobia del 4 in Estremo Oriente

La fobia del numero 4, o tetrafobia, è diffusa in Estremo Oriente, in particolare in Cina, Giappone, Corea e Taiwan. In questo caso l’origine è chiara: in cinese il numero 4 è chiamato (secondo la traslitterazione più diffusa della lingua cinese) e il suono è molto simile alla parola “morte”(). La medesima assonanza è presente in giapponese e in coreano.

Ascensore di Shangai. Mancano il 4, i suoi composti e il 13
Ascensore di Shangai. Mancano il 4,  il 13 e il 14.

Di conseguenza, i popoli orientali credono che il 4 e i suoi composti (14, 24, 40, 41, ecc.) portino sfortuna. In molti casi, nella numerazione dei piani dei palazzi si passa direttamente dal terzo al quinto piano e a Hong Kong esistono persino grattacieli che saltano, oltre al 4, tutti i numeri dal 40 al 49: dopo il piano 39, c’è direttamente il piano 50.

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