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19 Gennaio 2024
19:30

Come vedono i polpi? Spoiler: sono daltonici

I polpi e la maggior parte dei Cefalopodi, la classe di animali a cui appartengono, non distinguono i colori e per sopravvivere nell’ambiente acquatico hanno evoluto particolari capacità visive.

A cura di Arianna Izzi
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Come vedono i polpi? Spoiler: sono daltonici
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Con il termine polpo si indica un gruppo di molluschi marini appartenenti alla classe dei Cephalopoda (la stessa di cui fanno parte anche seppie, calamari e nautili, ad esempio). Sono dotati di otto braccia, a loro volta munite di una o più file di ventose. Si tratta di animali affascinanti che, sebbene sia tassonomicamente lontano dalla nostra specie, è sempre più studiato per alcune somiglianze con noi Homo sapiens. Alcuni suoi comportamenti che, come vedremo, risultano particolarmente simili ai nostri. Viene considerato intelligente, a causa di una complessità neurale che si evidenzia nella manifestazione di alcune sue capacità come l’emulazione, la risoluzione di problemi e il riconoscimento di singoli individui.

Ma una delle somiglianze più strette tra noi e i polpi riguarda proprio la vista, più precisamente gli occhi. Come è accaduto per la maggior parte dei vertebrati, infatti, anche i polpi hanno evoluto (in maniera del tutto indipendente rispetto a noi) occhi complessi, dotati di pupilla, iride e retina, funzionanti tramite una lente in grado di mettere a fuoco gli oggetti. Questo ci potrebbe far pensare che i polpi vedano esattamente come noi, ma non è così. Come vedono allora i polpi?

Come vede il polpo e quali colori percepisce

Il polpo è daltaonico: non distingue i colori. Trattandosi di animali predatori, i polpi cacciano le loro prede muovendosi sott’acqua (solitamente nei pressi di scogliere o fondali bassi). Nel corso di osservazioni e studi ripetuti, si è visto che gli animali esplorano l’ambiente circostante strisciando e tastando qua e là e che per farlo vengono esercitate due forme di controllo: la prima, centrale, guidata dagli occhi, e la seconda, più locale, realizzata attraverso l’impiego delle braccia. La vista è un senso importantissimo per questi animali (non solo per cacciare ma, anche, per proteggersi dai predatori) e, infatti, più di due terzi del cervello sono impiegati per l’elaborazione delle immagini. Sebbene, come già visto, esistano delle analogie tra gli occhi umani e quelli dei cefalopodi, le differenze sono importanti. I polpi, nello specifico, sembrerebbero essere particolarmente sensibili a ombre di grandi dimensioni e a piccoli oggetti luminosi, in possibile relazione con la forma incombente di predatori e con l’immagine luminosa delle piccole prede in contrasto con un fondale scuro. Per quanto riguarda i colori, tuttavia, la maggior parte dei polpi (e dei cefalopodi, in verità) presenta daltonismo, quindi incapacità di distinguere i colori. Questa scoperta risulta essere piuttosto sconcertante, perché questi animali sono conosciuti per essere dotati di spiccate capacità mimetiche e dunque è difficile pensare a come possano farlo senza riconoscere i colori. Bisogna ricordare, tra l’altro, che i cefalopodi utilizzano il colore anche per le comunicazioni intraspecifiche. 

Per rispondere a questa curiosità zoologica sono in corso numerosi studi e al momento non abbiamo una risposta univoca che, soprattutto, sia esaustiva per tutte le specie. Tra le ipotesi proposte ci sarebbe la forma della pupilla, che potrebbe aiutare alcuni animali a riconoscere, almeno in parte, alcuni colori. Secondo altri scienziati, invece, i cefalopodi prenderebbero in considerazione la brillanza dei diversi oggetti e quindi le differenze di brillanza come indicatrici dei vari colori. Sappiamo, però, che gli occhi dei cefalopodi sono molto sensibili alla luce polarizzata, al contrario di quanto accada a molti altri animali, compresa la nostra specie. Questo è un fatto importante, perché consente loro di vedere chiaramente, attraverso l’acqua, senza che gli oggetti vengano distorti dai riflessi. Nei mari e negli oceani, del resto, poter vedere in maniera nitida e accurata potrebbe risultare, per alcuni animali, più importante del distinguere i colori presenti.

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L’occhio di un polpo.

Equivoci sui polpi: la differenza tra polpo e polipo

Il polpo è protagonista di uno degli equivoci naturalistici più frequenti. Dai menù dei ristoranti alle didascalie di testi informativi, il polpo viene spesso scambiato per polipo. Questione di una vocale che, tuttavia, contiene una distanza tassonomica davvero enorme. Polpo e polipo sono due organismi viventi differenti. I polpi, come abbiamo appena visto, sono molluschi cefalopodi, mentre i polipi sono animali appartenenti al phylum Cnidaria. Tra questi ultimi ci sono gli anemoni di mare e, più in generale, quegli organismi comunemente conosciuti per costituire i coralli.

Il secondo degli errori più comuni riguardanti il polpo ha a che fare con le sue braccia, spesso erroneamente chiamate anche tentacoli. Ricordate sempre che il polpo non ha tentacoli, ma soltanto otto braccia.

 

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