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20 Agosto 2024
16:36

Quali sono le differenze tra Vaiolo delle scimmie e Covid-19: l’intervista all’esperto OMS

Abbiamo intervistato Nicolò Binello, funzionario dell’OMS ed esperto in malattie infettive e medicina tropicale, per parlare di Covid-19 e mpox, recentemente dichiarato dall'OMS come emergenza sanitaria di interesse internazionale. Vediamo le differenze tra i sintomi, la trasmissione e i meccanismi di prevenzione e controllo, inclusi i vaccini.

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Quali sono le differenze tra Vaiolo delle scimmie e Covid-19: l’intervista all’esperto OMS
Intervista a Nicolò Binello
Funzionario dell'OMS
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Nel 2024 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato nuovamente il Vaiolo delle Scimmie (detto anche mpox) come un'emergenza sanitaria di interesse internazionale, sottolineando la gravità della situazione a seguito della diffusione di un nuovo ceppo del virus. Recentemente Svezia e Spagna hanno registrato i rispettivi primi casi di mpox. In questo contesto, abbiamo intervistato Nicolò Binello, technical officer all'Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra e laureato magistrale in Control of Infectious Diseases, per approfondire le differenze tra i sintomi del Covid-19 e del vaiolo delle scimmie, le modalità di trasmissione dei due virus e le strategie di prevenzione e controllo della diffusione.

Quali sono le differenze tra i sintomi di Covid-19 e Vaiolo delle Scimmie?

"Il vaiolo delle scimmie, più correttamente detto mpox, è una malattia infettiva di origine animale, causata dal virus Monkeypox, isolato per la prima volta nel 1958 in Danimarca su una colonia di scimmie di laboratorio. Nell'uomo è stato isolato e identificato nel 1970 come causa di malattia in un bambino che si trovava in una regione remota di quella che è l'attuale Repubblica Democratica del Congo, in Africa.

Questo ci indica già la prima differenza fondamentale tra il Covid-19 e il vaiolo delle scimmie: il vaiolo delle scimmie lo conosciamo già. Invece, all'inizio della pandemia di Covid-19 il coronavirus responsabile della malattia, SARS-CoV-2, era un virus di cui non sapevamo nulla, nei confronti del quale non avevamo armi efficaci per combatterlo. Al contrario, il virus del vaiolo delle scimmie è un virus che conosciamo da molto tempo e nei confronti del quale abbiamo strumenti per la diagnosi, il trattamento e, soprattutto, per la prevenzione e il controllo dell'infezione.

Sappiamo che il Covid-19 è una malattia prevalentemente respiratoria che può manifestarsi, in alcuni casi, in forma di polmonite grave con complicanze potenzialmente letali, soprattutto nei soggetti anziani o con una o più patologie croniche. Conosciamo anche gli effetti a lungo termine del Covid-19, il cosiddetto "long Covid", che si possono manifestare in una minoranza di pazienti a distanza dall'infezione. Al contrario, mpox è caratterizzato da un decorso clinico sostanzialmente benigno e lieve, che tende a risolversi spontaneamente nella maggior parte dei casi.

Clinicamente, il vaiolo delle scimmie si caratterizza per l'insorgenza di un'eruzione cutanea che può interessare qualsiasi parte del corpo, anche se più frequentemente coinvolge il volto, le braccia e le gambe, comprese le piante dei piedi e i palmi delle mani. L'eruzione cutanea può ricordare in qualche modo, anche se con differenze fondamentali, la varicella. L'eruzione cutanea esordisce tipicamente con lesioni piatte o lievemente rilevate (macule o papule rispettivamente), che evolvono prima in vescicole (lesioni ripiene di un liquido trasparente) poi in pustole (lesioni ripiene di un liquido giallastro). Infine, queste lesioni si trasformano in croste che si seccano e cadono.

Lesioni simili possono essere riscontrate non solo a livello della cute, ma anche in corrispondenza delle mucose, in particolare la mucosa orale, anorettale e genitale. Oltre alle lesioni cutanee e mucose, è particolarmente frequente il riscontro di febbre, che tipicamente precede la comparsa di lesioni e si associa ad altri sintomi come cefalea, mal di schiena, dolori muscolari, profonda sensazione di debolezza, malessere generalizzato e ingrossamento dei linfonodi.

La malattia può durare complessivamente dalle due alle quattro settimane e, come detto, si risolve spontaneamente nella maggior parte dei casi. Le complicanze possono essere più frequenti in alcuni soggetti considerati a rischio di malattia grave, come le donne in gravidanza, i bambini e i soggetti immunocompromessi, cioè quei pazienti che, a causa di alterazioni del sistema immunitario, non riescono a montare una risposta efficace contro l'infezione. La complicanza più frequente è la comparsa di infezioni batteriche secondarie, che si sovrappongono all'infezione virale originaria e possono causare manifestazioni purulente, fino alla formazione di veri e propri ascessi in corrispondenza della cute o dei tessuti molli sottostanti."

Quali sono le differenze tra i metodi di trasmissione del virus del Covid (Sars-cov-2) e del Vaiolo delle Scimmie?

"La seconda differenza importante tra Covid-19 e vaiolo delle scimmie riguarda i meccanismi di trasmissione. Il Covid-19 è una malattia che si trasmette prevalentemente per via respiratoria, attraverso l'inalazione di droplets o particelle di aerosol infetti. Al contrario, il virus del vaiolo delle scimmie si trasmette da persona a persona attraverso il contatto stretto e ravvicinato con le lesioni cutanee o mucose di un soggetto infetto.

Il contatto stretto e ravvicinato può verificarsi, ad esempio, durante l'attività sessuale. Sappiamo che sia durante l'epidemia di larga scala che si è verificata tra il 2022 e il 2023, sia nell'attuale epidemia, il contatto diretto durante l'attività sessuale rappresenta il principale meccanismo di contagio da persona a persona.

Inoltre, è vero che il virus del vaiolo delle scimmie può essere trasmesso anche per via respiratoria, ma non è chiaro quanto questo meccanismo contribuisca alla diffusione globale del virus. Il virus può essere trasmesso anche attraverso il contatto con oggetti o superfici contaminate, come biancheria, asciugamani, lenzuola o dispositivi elettronici entrati in contatto con una persona infetta.

Sappiamo inoltre che il virus è stato riscontrato nel liquido seminale di soggetti infetti, ma non è chiaro quanto la trasmissione sessuale, cioè attraverso il liquido seminale o le secrezioni vaginali, contribuisca alla diffusione del virus. Questo non deve essere confuso con il contatto stretto, intimo e ravvicinato durante l'attività sessuale, che rappresenta il principale meccanismo di trasmissione del virus, per lo meno nelle recenti epidemie del 2022, 2023 e 2024.

Infine, è da ricordare che, proprio perché è una malattia di origine zoonotica, è possibile la trasmissione a partire da animali infetti, per esempio a causa di morsi, graffi ed esposizione a fluidi corporei durante la lavorazione delle pelli o la preparazione al consumo di selvaggina proveniente da animali infetti. Non conosciamo il reservoir, cioè il serbatoio naturale dell'infezione, ma sappiamo che diverse specie di roditori sono suscettibili all'infezione e potrebbero giocare un ruolo determinante nella propagazione e mantenimento dell'infezione in natura."

Quali sono le differenze tra i meccanismi di prevenzione e controllo della diffusione dei due virus?

"Innanzitutto, sappiamo che contenere una malattia a trasmissione prevalentemente respiratoria come il Covid-19 può essere problematico da un punto di vista delle misure di sanità pubblica che devono essere implementate. Al contrario, la prevenzione del vaiolo delle scimmie si basa principalmente sull'importanza di evitare contatti stretti e ravvicinati con soggetti con infezione confermata o sospetta, e di prevenire il contatto con oggetti o superfici contaminate.

La buona notizia è che esistono vaccini estremamente efficaci contro il vaiolo delle scimmie. Questo perché il virus appartiene alla stessa famiglia, anzi allo stesso genere, del virus del vaiolo umano, una malattia infettiva estremamente contagiosa, dichiarata eradicata nel 1980. Questa affinità tra le due specie virali spiega perché molti vaccini utilizzati contro il vaiolo umano sono anche efficaci contro il vaiolo delle scimmie.

Tuttavia, dopo l'eradicazione del vaiolo umano e l'interruzione dei programmi di vaccinazione contro di esso, è progressivamente aumentata la popolazione non più vaccinata e, quindi, suscettibile sia al vaiolo delle scimmie sia, teoricamente, al vaiolo umano. Questo spiega il progressivo aumento dei casi di vaiolo delle scimmie registrato negli ultimi decenni in diversi paesi dell'Africa subsahariana, in particolare nell'Africa centrale e occidentale.

La buona notizia, come accennato, è che i vaccini disponibili ed utilizzati storicamente contro il vaiolo umano sono estremamente efficaci sia per la prevenzione della trasmissione sia per la riduzione del rischio di malattia grave. C'è da dire che i vaccini devono essere somministrati a soggetti a rischio, quindi al momento non è raccomandata la vaccinazione di massa contro il vaiolo delle scimmie.

I soggetti a rischio comprendono contatti con casi di mpox, in particolare soggetti che sono rimasti a contatto con un soggetto infetto entro 4 giorni oppure categorie a rischio di infezione, come sex workers, persone con molteplici partner sessuali e operatori sanitari di laboratorio esposti professionalmente al virus. Questi vaccini, come abbiamo detto, sono caratterizzati da un'ottima efficacia contro tutti i ceppi del virus Monkeypox attualmente noti, e consentono sia di interrompere la catena di trasmissione sia di prevenire il rischio di malattia grave, in particolare nelle categorie a rischio come bambini, donne in gravidanza e soggetti immunocompromessi."

Sono un appassionato del mondo microscopico, a partire dalle molecole fino agli artropodi. La laurea magistrale in chimica mi ha permesso di avere gli strumenti necessari per comprendere il funzionamento del mondo, ma soprattutto ha saziato la mia fame di risposte. Curioso, creativo e con idee folli: date una videocamera, un drone o una chitarra al DeNa e lo renderete felice.
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