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13 Dicembre 2025
18:30

Quanti km corre un calciatore in 90 minuti di partita? Distanze e intensità cambiano per ruolo ed età

Un calciatore percorre in una partita tra i 9 e gli 11 km, ma solo una piccola parte è corsa ad alta intensità. Dati come i 14,1 km di Rovella o i 36,5 km/h di Haaland mostrano come resistenza e velocità convivano in modo unico nel calcio moderno.

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Quanti km corre un calciatore in 90 minuti di partita? Distanze e intensità cambiano per ruolo ed età
quanto corre un calciatore

Il calciatore professionista incarna una combinazione atletica unica. Deve possedere la resistenza di un mezzofondista, in grado di coprire grandi distanze, ma anche esibire la potenza esplosiva di un velocista, capace di scatti fulminei per superare l'avversario o recuperare un pallone cruciale. In media, in una partita di massima serie, un giocatore di movimento copre una distanza compresa tra i 9 e gli 11 chilometri. Tuttavia, questa cifra rappresenta solo la punta dell'iceberg. L'analisi moderna rivela che la prestazione fisica è modellata da variabili cruciali come il ruolo in campo e l'età. Grazie all'utilizzo dei GPS, la match analysis è diventata una vera e propria scienza della performance, in grado di suddividere lo sforzo atletico in fasce di intensità specifiche.

I dati che spiegano il calcio moderno: distanza, intensità e ruolo

La distanza percorsa è il parametro più intuitivo per misurare la prestazione fisica di un calciatore ed è determinata in gran parte dalla posizione ricoperta sul campo. I centrocampisti centrali e i mediani sono tradizionalmente i "polmoni" della squadra, poiché il loro ruolo richiede di coprire ampie zone sia in fase offensiva che difensiva. In Serie A, giocatori noti per il loro elevato volume di corsa, come Scott McTominay del Napoli o Remo Freuler del Bologna, superano stabilmente gli 11,7 km di media a partita.

Per quanto riguarda i limiti estremi, l'endurance nel calcio può raggiungere cifre notevoli. In Serie A, il record di distanza percorsa in una singola partita è detenuto da Nicolò Rovella, centrocampista della Lazio, che nel 2023 ha coperto 14,1 km. Ancora più sorprendente è la prestazione di Marcelo Brozović, che in una partita di Coppa Italia del 2016 conclusasi ai supplementari ha percorso 17,8 km.

Questi record mettono in luce quanto sia importante la resistenza nel calcio moderno. Tuttavia, la performance non si misura solo in chilometri totali, ma nell'intensità con cui vengono coperti. Nonostante le grandi distanze, la maggior parte del tempo in campo (circa il 70-80% della distanza totale) è spesa camminando o eseguendo jogging leggero. L'elemento distintivo del calcio d'élite è la capacità di eseguire ripetutamente azioni ad alta intensità (High-Intensity Running, oltre 19 km/h) e sprint (oltre 25 km/h). Queste azioni, pur costituendo una percentuale ridotta della distanza totale (spesso tra il 5% e il 10%), rappresentano il carico metabolico maggiore per l'atleta. Sono soprattutto i giocatori di fascia, come terzini e ali, a produrre il maggior numero di corse ad alta intensità: il loro ruolo richiede continue sovrapposizioni e ripiegamenti, che li rendono i velocisti della squadra.

Il portiere percorre mediamente tra i 4 e i 5,5 km per partita, ma la sua prestazione è prevalentemente anaerobica: composta da micro-spostamenti rapidi, scatti di pochi metri e balzi esplosivi, che richiedono potenza e prontezza assoluta più che resistenza.

A che età un calciatore è al massimo della performance

La longevità atletica nel calcio è direttamente collegata al modo in cui la fisiologia umana gestisce l'invecchiamento. L'analisi scientifica della curva di invecchiamento nel calcio mostra che il picco di performance per le capacità più esplosive e di velocità massima raggiunta si colloca tra i 25 e i 26 anni.

I giocatori oltre i 32 anni subiscono un declino inevitabile nelle azioni ad alta intensità e nella frequenza degli scatti. Tuttavia, è qui che emerge un dato controintuitivo: mentre l'esplosività cala, l’endurance, ovvero la distanza totale percorsa, tende a rimanere stabile. Un esempio è Andrea Pirlo, che a oltre 30 anni correva in media 11 km a partita, dimostrando come la saggezza tattica e un migliore posizionamento, uniti ad un solido livello di fondo aerobico, possano compensare il calo delle richieste atletiche più intense.

Andrea Pirlo
Andrea Pirlo a oltre 30 anni correva in media 11 km a partita; Credit: Football.ua, CC BY–SA 3.0 GFDL, via Wikimedia Commons

Sprint a confronto: Haaland e i limiti umani della velocità

Se la distanza totale premia la resistenza, la velocità pura è l'indicatore dell'eccellenza esplosiva. I calciatori d'élite sono in grado di raggiungere velocità sbalorditive in campo aperto.

Il record di velocità massima della Champions League 2025, stabilito da Erling Haaland a 36,5 km/h, è un risultato straordinario. Ma come si confronta con il limite della velocità umana? Il record mondiale spetta a Usain Bolt, che ha raggiunto 44,7 km/h. Il divario di circa 8 km/h rispetto ai calciatori d’élite non è solo questione di talento, ma riflette anche la specificità del gesto atletico.

Un velocista come Bolt corre su una pista ottimale, senza fatica pregressa, con l'unico obiettivo di raggiungere la massima velocità lineare. Al contrario, il calciatore raggiunge la sua velocità massima (spesso in soli 20-30 metri) su un terreno più lento e dopo aver già sostenuto decine di minuti di sforzo intermittente. Quindi, non è ottimizzato per la velocità assoluta, ma per l'accelerazione, il cambio di direzione rapido e la resistenza in 90 minuti. L'analisi del chilometraggio e della velocità dimostra che il calciatore moderno ha una combinazione unica di resistenza e potenza.

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