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22 Dicembre 2023
14:30

Quanto è facile cambiare idea? L’influenza sociale nei gruppi

Secondo la psicologia sociale, l’influenza sociale è la pressione (implicita o meno) che un gruppo esercita sui singoli individui modificandone le opinioni, percezioni e comportamenti.

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Quanto è facile cambiare idea? L’influenza sociale nei gruppi
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L’influenza sociale è quel meccanismo psicologico in base al quale il nostro comportamento viene condizionato dall'atteggiamento, dalla presenza degli altri e dalle norme e convenzioni condivise dal gruppo a cui apparteniamo. Questo avviene sia in gruppi molto piccoli (l'influenza sociale che possono avere i nostri compagni di classe nella scelta del nostro astuccio) sia di gruppi molto più estesi (dove l'influenza sociale riguarda non solo comportamenti della quotidianità ma può abbracciare anche credenze e aspetti culturali).

L'influenza sociale non è necessariamente positiva o negativa: è un processo psicosociale che ha le sue logiche e le sue motivazioni, pur rappresentando, in alcuni casi, uno strumento di sopruso e di violenza.

Cos’è l’influenza sociale

Abbiamo detto che l’influenza sociale è quel processo in cui il soggetto destinatario modifica il proprio atteggiamento, ma anche le proprie idee o i propri sentimenti in base al pensiero o al comportamento altrui. Il miglior modo però per capire di cosa stiamo parlando, è spiegarlo con un esempio.

Pensiamo di provare un’irrefrenabile voglia di metterci le dita nel naso: se siamo su un autobus probabilmente non ci azzarderemmo mai a farlo, perché ci hanno insegnato che alcune cose non si fanno (soprattutto in pubblico). Probabilmente non lo faremmo nemmeno a casa, perché l’idea che nostra madre possa sorprenderci con il dito nel naso e sgridarci ci fa rinunciare alla cosa.

Questo banale esempio ci fa vedere che l’influenza degli altri può essere esercitata su di noi anche quando gli altri non li vediamo e non sono lì a fianco a noi. La psicologia sociale ci spiega che i nostri pensieri, sentimenti e comportamenti sono infatti influenzati sia dalla presenza oggettiva che immaginata o implicita degli altri.

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Quando siamo in pubblico, aderiamo a delle norme, ossia una gamma di comportamenti accettati in un determinato contesto. Anche le idee e le opinioni che esprimiamo davanti agli altri ne risentono: lo psicologo sociale M. Sherif dimostrò che quando le persone sono da sole nell’esprimere giudizi utilizzano le proprie valutazioni personali, viceversa, quando siamo parte di un gruppo utilizziamo una gamma di giudizi in linea con quelli degli altri membri, ci basiamo cioè su uno “schema di riferimento”. In queste situazioni le posizioni/giudizi riconosciuti come comuni, centrali e medi sono considerati più corretti rispetto a posizioni marginali o estreme e, pertanto, preferibili.

La presenza degli altri può avere anche un effetto inibitorio: parliamo di inerzia sociale quando assistiamo a un calo di impegno nel portare a termine un compito quando ci troviamo in gruppo, rispetto a quando agiamo individualmente.

Influenza informativa e normativa

Inizialmente si pensava che chi si conformasse era necessariamente una persona con bassa autostima, con forte bisogno di sostegno o approvazione degli altri, in realtà il conformismo dipende più da fattori “situazionali” che “personali”. Infatti, l’effetto conformista tende a ridursi quando i compiti assegnati sono chiari, quando non si è sotto sorveglianza e quando manca uniformità all’interno del gruppo considerato di maggioranza.

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Tendenzialmente, ci affidiamo alle opinioni del gruppo quando:

  • ci troviamo in situazioni ambigue, incerte o confuse e adeguiamo il nostro atteggiamento a quello degli altri, assumendo il comportamento altrui come “fonte di informazioni” (influenza informativa);
  • ci sentiamo sotto pressione sociale e vogliamo evitare l’esclusione sociale o ottenere il massimo vantaggio con gli altri (influenza normativa).

Va ricordato tuttavia, che l’influenza non è esercitata solo dalla maggioranza. Anche le minoranze, in determinate condizioni, sono in grado di modificare le opinioni all’interno di un gruppo.

L'esperimento di Sherif sull'influenza sociale

Sherif ricrea in laboratorio le condizioni di ambiguità e incertezza in cui quotidianamente prendiamo decisioni o dobbiamo esprimere pareri.

  • Obiettivo dell’esperimento: comprendere come si formano le norme sociali
  • Effetto autocinetico: Sherif crea un’illusione ottica che fa percepire un punto luminoso fisso, in un ambiente buio, come in movimento.
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  • Procedura: i partecipanti dovevano dire se il punto luminoso si muoveva, oppure no.

Nella FASE I i partecipanti davano le risposte individualmente; nella FASE II i partecipanti facevano la stima in gruppo. Nella sessione individuale (fase I), i partecipanti sviluppano una propria “norma” individuale, diversa da quella degli altri. Nelle sessioni di gruppo (fase II), i partecipanti tendevano ad abbandonare la propria posizione convergendo verso un opinione di gruppo sul movimento del puntino luminoso.

Sherif ripropone l’esperimento invertendo le condizioni sperimentali: i partecipanti facevano la prima stima in gruppo e poi da soli. Anche in questo caso la valutazione di gruppo risultò decisiva nelle risposte, tanto che i partecipanti che continuarono ad usarla anche nella sessione individuale (accettazione privata della norma di gruppo).

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