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23 Gennaio 2024
16:02

L’influenza stagionale 2024 è influenza suina?

E' stato appena superato il picco influenzale di quest'anno e si è parlato impropriamente di influenza suina. In realtà, non c'è nessuna nuova influenza in circolazione, ma si tratta di un virus denominato A(H1N1)pdm09, ormai diventato stagionale frequente ogni anno dopo la pandemia del 2009.

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L’influenza stagionale 2024 è influenza suina?
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L'ondata di influenza stagionale in corso è ad oggi in netta regressione, ma non è ancora terminata.  Quest'anno ha avuto un'incidenza notevole sulla popolazione, raggiungendo nella fase di picco un valore pari a 18,5 casi per mille assistiti. Vediamo quale tra i virus influenzali ha circolato in modo prevalente e perché si è parlato di influenza suina.

In base al bollettino periodico di RespiVirNet – il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica delle sindromi simil-influenzali e dei virus respiratori –  il virus che ha contribuito in modo predominante all'andamento delle forme influenzali in corso è un virus di tipo A chiamato tecnicamente H1N1pdm09. Questo ceppo deriva da quello che causò la pandemia da influenza suina nel 2009/2010. Ora non ha più carattere pandemico ma endemico, ovvero stagionale. Significa che è diventato uno tra i virus influenzali che circolano stagionalmente nel mondo, tanto che è tra quelli inseriti nel vaccino antinfluenzale annuale.

Il virus H1N1pdm09 e la pandemia del 2009

Nell'aprile del 2009, dal Nord America e dal Messico cominciò a diffondersi in tutto il mondo una nuova infezione virale acuta dell’apparato respiratorio con sintomi simili a quelli classici dell’influenza. L'11 giugno 2009 l'Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò ufficialmente l’esistenza di uno stato di pandemia da nuovo virus influenzale. Questa fu la prima pandemia del 21° secolo e si entrò nella fase post-pandemica solo a partire dall'agosto del 2010, dopo aver provocato 284.000 morti.

Divenne comunemente famosa come pandemia da influenza suina. Test di laboratorio indicarono che fu scatenata da un nuovo ceppo del virus A/H1N1 mai rilevato prima, risultato da una tripla ricombinazione fra virus influenzali di maiale, uccello e umano che iniziò a circolare fra la popolazione trasmettendosi per via respiratoria da uomo a uomo. Il virus prende il nome H1N1pdm09, dove “pdm09” sta per “pandemic Mexico disease 2009”.

Si ritiene che questa variante dell'influenza A sia emersa attraverso riassortimento, ovvero un processo attraverso il quale il virus risultante eredita segmenti genetici da ciascuno dei suoi virus parentali, incluso il virus influenzale dei suini, generando così nuovi sottotipi. In effetti, una peculiarità dei ceppi virali che causano l'influenza stagionale è la grande frequenza di mutazioni genetiche che fanno assumere ogni anno al virus caratteristiche leggermente diverse; si parla così di varianti del virus, contro le quali l'organismo ospite non ha ancora prodotto anticorpi. A oggi, dopo la pandemia del 2009, questo virus H1N1pdm09 è diventato stagionale negli esseri umani.

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NIAID, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

La trasmissione del virus può avvenire anche da umani a suini

Recenti studi hanno dimostrato che durante le epidemie stagionali può avvenire una trasmissione del virus in modo inverso, cioè da esseri umani a suini per esempio all'interno di un allevamento di suini. Le ricerche hanno dimostrato che questo virus subisce continue mutazioni genetiche e la trasmissione da uomo a suino porta a una continua circolazione di virus influenzali di tipo umano nella popolazione suina:  questo fenomeno di trasferimento da uomo ad animale è noto come zoonosi inversa.

Ecco perché la sorveglianza continua: le vaccinazioni e la ricerca sull'evoluzione genetica dei ceppi H1N1 restano fattori fondamentali per controllare l’impatto di questo virus sulla salute pubblica a livello globale.

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