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14 Luglio 2025
6:00

Robespierre, l’“incorruttibile” della Rivoluzione Francese tra ideali, Terrore e ghigliottina

Maximilien de Robespierre, leader giacobino della Rivoluzione francese, fu tra i protagonisti del Terrore (1793-94). Promosse riforme sociali e l’abolizione della schiavitù, ma fu travolto da un colpo di Stato il 9 termidoro e ghigliottinato. Incarnò gli ideali e le contraddizioni del tempo.

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Robespierre, l’“incorruttibile” della Rivoluzione Francese tra ideali, Terrore e ghigliottina
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Ritratto di Robespierre.

Maximilien de Robespierre, nato ad Arras nel 1758, è stato uno dei principali leader politici della Francia rivoluzionaria: fece parte dell’Assemblea costituente e della Convenzione nazionale, fu inoltre uno degli esponenti più in vista del club dei giacobini. Nel 1793 entrò a far parte del Comitato di salute pubblica, incaricato di governare la Francia e tenere testa alle minacce esterne e interne. Talvolta Robespierre è considerato l’ispiratore del Terrore ma, in realtà, considerava la pena di morte "un male necessario" e non era uno degli esponenti più estremisti del Comitato; si attirò, però, molti nemici e il giorno 9 termidoro (27 luglio 1794 secondo il nostro calendario), in seguito a un colpo di Stato, fu arrestato e messo a morte.

Chi era Robespierre: la vita in breve

Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre nacque ad Arras, nella Francia settentrionale, il 6 maggio 1758.

Atto di nascita di Robespierre
Atto di nascita di Robespierre (Wikimedia Commons)

Apparteneva a una famiglia benestante e poté studiare al prestigioso collegio Louis-le-Grand di Parigi. Tra i suoi compagni di scuola figuravano futuri esponenti della Rivoluzione, tra i quali Camille Desmoulins. Robespierre si rivelò un allievo eccellente. Nel periodo degli studi, inoltre, maturò le sue idee politiche e filosofiche: sviluppò un forte ammirazione per la Repubblica di Roma antica, della quale aveva una visione molto idealizzata, e si avvicinò alle idee dell’Illuminismo e, in particolare, al pensiero di Jean Jacques Rousseau. Nel 1781 terminò gli studi, ottenendo un diploma in diritto, e tornò ad Arras per intraprendere la professione di avvocato, che esercitò fino al 1789, per un breve periodo fu anche giudice. Dal punto di vista della vita privata, ebbe relazioni con numerose donne, ma non convolò mai a nozze.

Robespierre, il pensiero politico del rivoluzionario francese

Nel 1789, com’è noto, iniziò la Rivoluzione francese. In maggio il re Luigi XVI convocò gli Stati generali, cioè l’assemblea dei rappresentanti di tutto il territorio francese. Robespierre fu eletto tra i rappresentanti di Arras per il Terzo stato (del quale facevano parte tutti i cittadini non nobili e non appartenenti al clero), fu perciò coinvolto negli eventi della Rivoluzione, partecipò al giuramento della pallacorda, con il quale il Terzo stato giurò di dare alla Francia un Costituzione, ed entrò a far parte dell’Assemblea costituente. Nell’assemblea, si mise in luce con la sua oratoria e sviluppò idee radicali, schierandosi a favore della sovranità popolare, dell’intervento dello Stato in economia e dell’abolizione della pena di morte.

Ritratto di Robespierre da deputato del Terzo Stato
Ritratto di Robespierre da deputato del Terzo Stato (Wikimedia Commons)

Robespierre si impose anche come uno degli esponenti più in vista della Società degli Amici della Costituzione, meglio nota come Club dei Giacobini (uno dei club politici sorti nella Francia della Rivoluzione, simili, per certi, aspetti, agli attuali partiti). Sostenne la tesi secondo la quale i deputati della Costituente, incluso sé stesso, non potevano essere candidati alla nuova assemblea, la Legislativa, eletta nel 1791, e si guadagnò il soprannome di incorruttibile, che lo accompagnerà fino alla morte. Nel 1792 fu tra i sostenitori dell’instaurazione della Repubblica e fu eletto deputato alla Convenzione nazionale. Si schierò a favore della condanna a morte di Luigi XVI, ritenendo che le circostanze giustificassero la pena capitale.

Il periodo del Terrore

All’inizio di giugno del 1793, com’è noto, l’ala moderata della Convenzione fu estromessa dai lavori dell’assemblea e il potere passò nelle mani dei Montagnardi, più radicali, dei quali faceva parte Robespierre. Le condizioni della Francia era sempre più precarie: attaccata da una coalizione di Stati dall’esterno, doveva fronteggiare anche una pericolosa ribellione controrivoluzionaria all’interno. La Convenzione scelse di affidare il potere esecutivo a un Comitato di salute pubblica di 12 membri.

Iniziò così il periodo del Terrore, durato dal giugno 1793 al luglio 1794, nel corso del quale furono giustiziate decine di migliaia di persone sospettate di essere nemiche della Rivoluzione. Il numero di vittime non è mai stato accertato e le stime sono comprese tra 16.500 e oltre 100.000.

Quel che è sicuro è che Robespierre entrò a far parte del Comitato nel luglio 1793 e divenne presto un esponente molto in vista. Talvolta è considerato l’ispiratore del Terrore ma, in realtà, non era un uomo spietato. Riteneva solo che, di fronte ai rischi ai quali la Francia era esposta, fosse indispensabile agire la più assoluta intransigenza: le condanne a morte, pertanto, erano una sorta di male necessario per salvare la Rivoluzione. Robespierre, del resto, non rappresentava l’ala più estremista del Comitato e della Convenzione, della quale erano espressione altri esponenti, come Jacques-René Hébert e Joseph Fouché, futuro ministro della polizia di Napoleone.

Jacques-René Hébert, leader intransigente
Jacques–René Hébert, leader intransigente, via Wikimedia Commons

Su alcune materie, Robespierre promosse l’introduzione di misure innovative. Fu il principale promotore dell’abolizione della schiavitù nelle colonie e si batté per alleviare la miseria delle classi popolari, i “sanculotti”. Dal punto di vista della religione, era anticlericale, ma anche contrario anche all’ateismo di Stato, e perciò impose il culto dell’Ente Supremo, cioè di una non definita entità sovrannaturale. Era contrario a condurre guerre per esportare la rivoluzione, sostenendo che «nessuno ama i missionari armati», ma si schierò a favore del riarmo per far fronte agli attacchi che la Francia subiva.

Con il passare dei mesi, Robespierre divenne l’esponente più in vista del comitato di salute pubblica. La situazione, però, cambiò dopo l 26 giugno 1794, quando l’armata della Francia rivoluzionaria sconfisse a Fleurus, in Belgio, l’esercito della coalizione. Il rischio di un’invasione e di un rovesciamento della Rivoluzione venne meno.

Seduta del club dei giacobini nel convento della rue Saint-Honoré di Parigi
Seduta del club dei giacobini nel convento della rue Saint–Honoré di Parigi, via Wikimedia Commons

Termidoro: caduta e morte di Robespierre

Cessato il pericolo di invasione, il Comitato di salute pubblica divenne oggetto di critiche sempre più accese. Robespierre si allontanò per alcune settimane dalla scena pubblica e ricomparve alla Convenzione solo il 26 luglio 1794 (8 termidoro secondo il calendario rivoluzionario). I suoi nemici avevano organizzato un colpo di Stato contro di lui e contro altri esponenti del Comitato. Il 27 luglio, o 9 termidoro, Robespierre fu arrestato. Liberato, fu arrestato nuovamente il giorno dopo. Tentò il suicidio, senza riuscire nell’intento (secondo un’altra versione, fu ferito da un gendarme) e fu giustiziato sulla ghigliottina. I poteri del Comitato di salute pubblica furono ridotti e il periodo del Terrore terminò definitivamente.

Fonti
Peter McPhee, Integrating Private and Public in the Life of Maximilien Robespierre
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