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22 Novembre 2024
6:00

Scoperta l’ambra in Antartide: risale a 90 milioni di anni fa ed è la prova di antiche foreste

90 milioni di anni fa in Antartide si estendevano foreste pluviali temperate paludose: a confermarlo è la recente scoperta di frammenti di ambra, resina fossile delle conifere, in una carota di sedimenti estratta dal fondale marino.

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Scoperta l’ambra in Antartide: risale a 90 milioni di anni fa ed è la prova di antiche foreste
ambra antartide

Un team internazionale guidato dall'Istituto Alfred Wegener per la ricerca marina e polare (Awi) e dall'Università TU Bergakademie Freiberg in Germania ha scoperto per la prima volta in Antartide tracce di ambra, cioè resina fossile di conifere, risalente a circa 90 milioni di anni fa, dimostrando così che il continente antartico a quel tempo ospitava foreste. L’ambra è stata ritrovata in una carota di sedimenti prelevata nel 2017 dal fondale marino vicino all’Antartide occidentale. La sua presenza testimonia la diffusione nel continente antartico, nel periodo Cretaceo, di foreste pluviali temperate paludose, ricche di conifere.

Anche se è difficile immaginarlo, fino a circa 34 milioni di anni fa l’Antartide non era ricoperta dai ghiacci, ma aveva un clima temperato e ospitava foreste e corsi d’acqua. Nel corso del tempo sono state individuate numerose evidenze che lo confermano.

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L’emisfero meridionale circa 90 milioni di anni fa. Credit: Johann P. Klages et al.

La scoperta dell’ambra nei sedimenti marini dell’Antartide

Nel 2017, durante una spedizione a bordo della nave da ricerca Polarstern, era stata prelevata una carota dal fondale marino vicino a Pine Island, nell’Antartide occidentale. La carota è stata sottoposta a lunghe analisi che hanno portato a individuare nel 2020 una rete di radici fossilizzate risalenti al Cretaceo medio, ma anche pollini e spore. Ora in questi stessi sedimenti è stato scoperto uno strato di fango carbonioso lungo 3 m che ospita numerosi frammenti di ambra di dimensioni comprese tra 0,5 e 1 mm, dai colori che spaziano dal giallo all’arancione.

L’Antartide è l’unico continente in cui non era mai stata trovata l’ambra (il luogo più meridionale in cui la sua presenza era stata rilevata si trova in Nuova Zelanda). La conservazione fino a oggi della resina prodotta dalle conifere del Cretaceo è stata possibile grazie alle sue caratteristiche chimiche adatte alla fossilizzazione e alla presenza di un ambiente paludoso. Qui i resti delle piante (inclusa la resina associata al legno) dopo la loro morte si depositavano in acque stagnanti povere di ossigeno. La carenza di ossigeno ha ostacolato la decomposizione dei resti, che nel tempo sono stati sepolti dai sedimenti e si sono compattati fino a trasformarsi in lignite, cioè carbone fossile. L’ambra antartica, infatti, è stata ritrovata proprio all’interno di uno strato di lignite spesso 5 cm presente nel fango carbonioso.

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La carota di sedimenti in cui è stata trovata l’ambra. Credit: Johann P. Klages et al.

L’analisi dell’ambra della carota antartica

La lignite ritrovata nello strato di fango carbonioso è stata fatta essiccare e poi ridotta in piccoli frammenti. Questi sono stati analizzati mediante microscopia a luce riflessa e a fluorescenza, che ha rivelato la presenza di numerosi pezzi di ambra. L’ambra, in particolare, mostra segni che rivelano che la resina da cui si è formata è fuoriuscita dalle piante per riparare lesioni della corteccia tipiche degli incendi boschivi. Testimonianze di incendi nelle foreste del Cretaceo, uno dei periodi più caldi nella storia della Terra, sono state ritrovate anche altrove a latitudini inferiori. L’ambra di Pine Island sembra essere associata a piccoli frammenti di corteccia, ma servono ulteriori analisi per confermarlo. Un altro obiettivo è ricercare eventuali tracce di vita all’interno della resina fossilizzata.

Questa scoperta è molto importante perché permette di ricostruire il paesaggio e il clima dell’Antartide occidentale prima che subentrasse il clima polare. 34 milioni di anni fa, infatti, la diminuzione del diossido di carbonio (anidride carbonica) in atmosfera determinò un raffreddamento climatico globale e quindi la formazione della calotta glaciale antartica.

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