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9 Gennaio 2024
7:00

Vedere un suono o sentire un colore: le neuroscienze della sinestesia

Sentire un colore e vedere un suono è davvero possibile: si chiama “sinestesia”, un inganno del cervello che associa stimoli provenienti da un senso a risposte in una altro senso.

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Vedere un suono o sentire un colore: le neuroscienze della sinestesia
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La sinestesia è un fenomeno in cui uno stimolo in una modalità sensoriale provoca automaticamente una risposta in un'altra modalità sensoriale. Per esempio, una persona potrebbe percepire colori associati a specifici numeri, note musicali, giorni della settimana, mesi dell'anno e così via. Questi fenomeni possono variare notevolmente da persona a persona. Il termine indica anche una figura retorica che associa due parole afferenti a due sfere sensoriali diverse (per esempio, "colore silenzioso").

La sinestesia non è considerata una condizione patologica, anzi, molti sinestetici non considerano la loro esperienza come un disturbo, ma piuttosto come una caratteristica unica e interessante della loro percezione. Nonostante questo, la sinestesia è comunque da considerare un’anomalia a livello cerebrale: un evento raro, che non compromette il vivere quotidiano, che non ha ancora una chiara spiegazione biologica.

Esempi e tipi di sinestesia

Esistono diversi tipi di sinestesia, classificati in base a quali sensi vengono coinvolti. Tra le più diffuse troviamo:

sinestesia grafema-colore (in cui si associano segni a colori, per esempio "la A è una lettera gialla");

sinestesia audio-tattile (che induce risposte tattili a stimoli uditivi, per esempio un formicolio in risposta a un certo rumore);

sinestesia audio-visiva (in cui uno stimolo sonoro produce una reazione visiva, per esempio una particolare melodia può apparire rossa o il timbro di una chitarra nero);

sinestesia lessico-gustativa (in cui le parole sono associate a sapori, per esempio "oro è una parola amara");

sinestesia tattile-speculare (in cui si provano sensazioni tattili in risposta a uno stimolo subito da un'altro individuo, per esempio provare dolore fisico quando un'altra persona si ferisce).

Di che colore è il 4?

Ora faremo un piccolo esercizio, niente di difficile: provate ad immaginare a quale colore assocereste il numero 4.

Nella nostra mente questa richiesta genera un paradosso: com’è possibile associare a un numero ad un colore? I numeri sono entità astratte, non oggetti materiali, quindi non hanno un colore e non possono averne. Concettualmente, quindi, la domanda non ha senso; eppure diverse persone hanno una risposta chiara, perché associano le diverse cifre a diversi colori. Per i sinestetici il 4 può essere arancione, o giallo, o verde, pur senza un apparente motivo.

Di norma, colori e numeri attivano la corteccia visiva del nostro cervello, una zona abbastanza estesa e complessa situata nel lobo occipitale, vicino al cervelletto. Nel caso dei colori, la corteccia visiva che si occupa di aggiungere questa caratteristica agli oggetti è detta V4. Nel caso particolare dei numeri, poi, gli scienziati hanno scoperto che le aree deputate al processamento e alla comprensione delle cifre sono due piccole zone, a cavallo tra le aree parietale e occipitale: il solco intraparietale (IPS) e il giro angolare (AG).

Ma se ogni stimolo viene processato da una zona del cervello specifica e diversa dall’altra, come si spiega la sinestesia? Com’è possibile associare le sensazioni in maniera così forte, in modo che quando pensiamo ad un numero, si accenda l'area del colore o viceversa?

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Cosa accade al cervello con la sinestesia?

Normalmente, le diverse modalità sensoriali (come vista, udito, tatto) sono elaborate in regioni cerebrali separate e specializzate. Tuttavia, nelle persone con sinestesie, sembra che ci sia una sorta di crossover o connettività anormale tra queste aree cerebrali.

È importante notare che le varie aree del cervello non lavorano in isolamento, ma sono connesse tra loro attraverso una rete complessa di connessioni neurali. Inoltre, le informazioni provenienti da diverse modalità sensoriali possono essere integrate in aree cerebrali specifiche per creare una rappresentazione più completa e coerente del mondo circostante. A questo punto, avrete intuito che la sinestesia gioca proprio sulla connessione tra le diverse aree dei cinque sensi.

Alcune ricerche suggeriscono che la sinestesia potrebbe essere legata proprio a una maggiore connettività tra le regioni cerebrali coinvolte nelle diverse modalità sensoriali. Per esempio, potrebbe esserci una maggiore quantità di connessioni tra le aree cerebrali responsabili della percezione del colore e dell'udito in individui sinestetici.

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Ricolleghiamoci all’esempio precedente, che coinvolge la sinestesia più studiata dagli scienziati, ovvero quella tra numeri e colori. Nel cervello sinestetico, la semplice richiesta di provare a pensare al 4, evoca una forte attivazione anche della corteccia visiva V4, quella deputata ai colori. Il che significa che un sinesteta, se pensa al numero 4, non può fare a meno di pensare al colore a cui lo associa. Sembra un miracolo, ma è una sorta di superpotere del cervello: le connessioni tra le aree, in questo caso della percezione numerica e dei colori, sono talmente strette e numerose che si attivano sempre insieme.

Sinestesia e droghe

La sinestesia non avviene soltanto spontaneamente nel cervello umano: può essere stimolata. È risaputo infatti che l'uso di LSD può scatenare questo fenomeno, per esempio permettendo di “vedere la musica”.

La sinestesia provata durante gli episodi di LSD potrebbe essere assimilata a quella che normalmente viene sperimentata nella quotidianità da soggetti sinestetici. Quello che succede a chi assume LSD, come descritto efficacemente dal Ministero degli Interni sezione Antidroga, è una serie di “trip” caratterizzati dalla presenza di distorsioni a carico del sistema visivo, associate spesso ad altri sensi: esperienze tattili o uditive che diventano forme e colore, proprio come in una vera sinestesia.

L'esperienza degli allucinogeni dura poche ore ed è sostanzialmente più sconcertante di quella che è la norma per un cervello sinestetico, certo, ma interessante è la somiglianza anche da un punto di vista biologico: una possibilità è infatti che alla base della sinestesia, così come gli effetti dell'LSD, sia coinvolto il sistema della serotonina.

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