Osservando alcuni dei più bei dipinti del mondo, potremmo notare nei capelli delle donne un particolare tipo di rosso che contiene in sé anche delle note dorate e aranciate. Questa splendida tonalità di rosso-biondo è nota come "rosso Tiziano". Ma qual è la storia di questa denominazione? Come suggerisce lo stesso nome, la tonalità cromatica deve la sua fortuna al pittore veneziano cinquecentesco Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, 1488/1490 – Venezia, 1576), autore di celebri dipinti come l'Amor sacro e Amor Profano o la Venere di Urbino. Grandissimo maestro del tonalismo, Tiziano ha spesso usato questo colore nelle proprie opere, e in particolare per i vaporosi capelli delle donne più altolocate o delle divinità. Ma come realizzava questo colore così ricco e sfumato e dall'aspetto quasi "morbido"?
Tiziano era un grande sperimentatore del colore, lo fu per tutta la vita. Con la colonizzazione delle Americhe, in quello che è stato definito scambio colombiano, nei più ricchi mercati d'Europa (e quindi anche a Venezia) arrivò la cocciniglia, un insetto che conteneva una grande quantità di acido carminico: una volta polverizzato, questo poteva essere usato come pigmento (appunto, di colore carminio). Mescolando questa polvere con quelle di origine minerale e vegetale disponibili all'epoca, cioè il cinabro, l'ocra e la robbia, Tiziano realizzò delle particolarissime sfumature di rosso che accostava ad altri rossi all'interno degli stessi dipinti. Ed ecco realizzato il cosiddetto "rosso Tiziano"!
Ma da dove venne a Tiziano l'ispirazione per dare alle "sue" donne questo colore di capelli, non proprio comune nell'Italia del ‘500? A svelarlo è il biochimico americano di origine tedesca Konrad Emil Bloch, co-vincitore del Premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1964. Bloch, trasferitosi in Italia da giovane, notò che le dee e le dame dipinte da Tiziano, Tintoretto e Veronese avevano un po' troppo spesso questa tonalità di capelli: secondo lo scienziato, l'unica conclusione possibile era che si decolorassero/schiarissero i capelli bruni.
Studiando con uno storico dell'arte, Bloch scoprì così che al tempo esistevano già decine di ricette diverse per schiarire i capelli, tutte a base di estratti vegetali (per lo più di conifere, mirto, erbe aromatiche), a volte mescolati con sali inorganici come allume e carbonato di potassio. Lasciando gli estratti al sole, si produceva un agente ossidante: nasceva così un intruglio chiamato "acqua bionda", di cui si trovano numerosi riferimenti nella letteratura del tempo. Ancora oggi il "biondo ramato" è un colore molto popolare per la tintura dei capelli e ancora oggi fa somigliare almeno un po' alle dame di Tiziano.