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3 Luglio 2024
12:46

È vero che dire le parolacce ci fa sentire meglio? Le neuroscienze delle imprecazioni

Sfogarsi imprecando o dicendo parolacce mentre si sopporta un dolore ha un potere analgesico scientificamente comprovato. L'urlo imprecatorio attiva l'amigdala, rilasciando oppioidi che riducono la percezione del dolore. Tuttavia, l'efficacia diminuisce con l'uso frequente a causa dell'effetto abituazione.

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È vero che dire le parolacce ci fa sentire meglio? Le neuroscienze delle imprecazioni
Bestemmia perche neuroscienze

Quante volte non riusciamo proprio a trattenere una tonda imprecazione o una sonora bestemmia? Il tizio che ci supera da destra nel traffico; la metro ci chiude le porte in faccia; il mignolo che incontra sulla sua strada qualsiasi cosa sia appuntita e dura.. e allora lasciarsi andare ad un bello sfogo verbale non può far altro che rincuorarci. Sembra sorprendente, ma anche la scienza sta dalla nostra parte e contro i buoni costumi: le ricerche dello psicologo Richard Stephens e dei suoi colleghi, infatti, dimostrano che le imprecazioni e le bestemmie abbiano un potere analgesico (ovvero antidolorifico), attenuando la nostra percezione del dolore. Le cause non sono del tutto chiare, ma sembrerebbe che una parolaccia ben assestata e al giusto volume di voce faciliti l'attivazione dell'amigdala e del sistema nervoso simpatico, preparando il corpo all'attacco o alla fuga, aumentando così i livelli di adrenalina e di neurotrasmettitori oppiodi, che inibiscono il segnale del dolore. Un po' come quando gridare per farsi coraggio!

Perché dire parolacce ci fa stare meglio: fisiologia e neuroscienze delle imprecazioni

L’imprecazione sembra proprio essere un toccasana in determinati momenti, un antidolorifico istantaneo, e tanto meglio se scandita ad alta voce. La scienza ci dice effettivamente che imprecare aumenta la tolleranza al dolore percepito: in uno studio del 2009, che partiva dall’ipotesi che l’uso di parolacce aumentasse la percezione di dolore rispetto a chi non ne fa uso, si è invece visto che tenere una mano nell’acqua gelida è tanto più sopportabile quante più imprecazioni si è liberi di esprimere mentre lo si fa.

e vero che le imprecazioni fanno sentire meglio

Le interpretazioni possono essere molteplici: Steven Pinker, nel suo libro Fatti di parole: la natura umana svelata dal linguaggio, suggerisce che imprecare ad alta voce accenda aree del cervello antiche e profonde (sistema libico e gangli della base), fortemente collegate alle emozioni.

I due ricercatori dell’università del Texas Rhudy e Maegher suggeriscono che la forte imprecazione, aumentando l’attivazione dell’amigdala, aumenti la paura. Tanto l’emotività vira verso la paura, tanto più si innesca la reazione attacco-fuga che, dal punto di vista neurobiologico, significa rilascio di oppioidi endogeni che riducono la trasmissione del dolore dai nocicettori (i recettori del dolore sparsi sul nostro corpo) al sistema nervoso centrale: è come se ansia e paura fossero su una linea retta sulla quale, all'aumentare dell'ansia, aumenta la sensibilità al dolore, mentre all'aumentare della paura, diminuisce la sensibilità, per dar spazio a tutti quei meccanismi fisiologici utili a combattere o a scappare.

Dato che sentire il dolore non è certo un vantaggio durante una lotta o una corsa, il nostro corpo ha promosso meccanismi di riduzione di questa sensazione in determinate condizioni, per riuscire ad esprimere il massimo delle sue potenzialità anche quando colpiti o feriti. Un ulteriore indizio verso questa interpretazione possiamo trovarlo nell’accelerazione cardiaca che si manifesta durante l’imprecazione.

sistema limbico cervello bestemmia

A cosa servono le parolacce: le spiegazioni psicologiche

Dal punto di vista psicologico, ci sono diverse teorie sul perché le imprecazioni aiutino a sentire meno dolore. Una ipotesi è che le parolacce distraggano la mente dal dolore, sia a livello sensoriale che buttandola sul ridere. In pratica, un forte "accidenti!" può occupare lo spazio di processamento sensoriale che altrimenti sarebbe dedicato al dolore, o può farci ridere e distrarci dalla percezione del dolore stesso. Altri suggeriscono che imprecare aumenti l'aggressività, spingendo il corpo a una risposta di attacco con conseguente rilascio di neurotrasmettitori oppioidi.

Come per molti medicinali o sostanze di cui possiamo sviluppare dipendenza, anche per le imprecazioni vige la regola “più si utilizzano, meno funzionano”. Più imprechiamo, meno efficace diventa l'effetto analgesico.Il nostro corpo si abitua, riducendo il potere delle parolacce di farci sentire meno dolore. Si instaura infatti un meccanismo di abituazione che depotenzia l’effetto analgesico all’aumentare della frequenza di parolacce durante la vita quotidiana. Dunque, imprecare sì, ma con moderazione!

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