
La leggenda della spada nella roccia ha avuto molta fortuna nell'immaginario europeo occidentale e potrebbe essere nata a partire dalla storia della lama che il cavaliere Galgano Guidotti, poi reso santo, avrebbe conficcato in una roccia nella seconda metà del XII secolo in Toscana (si può vedere all'interno dell'abbazia di San Galgano a Chiusdino, in provincia di Siena). D'altro canto, la "spada nella roccia" più nota è sicuramente la letteraria Excalibur, l'arma estratta da re Artù che lo avrebbe consacrato come legittimo re d'Inghilterra. Nel ciclo arturiano (l'insieme degli scritti che riuniscono le leggende di re Artù, Camelot e i cavalieri della tavola rotonda) il primo riferimento a Excalibur è interno al poema Merlino, del francese Robert de Boron, composto tra il XII e il XIII secolo. Nelle diverse versioni della leggenda, però, Excalibur non è nemmeno identificata sempre come la spada estratta dalla roccia, ma a volte è descritta come un'arma diversa, donata ad Artù dal personaggio della Dama del Lago. In ogni caso l'origine del simbolismo della spada deriva probabilmente dal profondo legame fra l'autorità politica e la difesa della cristianità.

Il legame fra la spada e la fede
Nelle leggende del ciclo arturiano, il legame fra Excalibur e la fede cristiana è molto forte. In alcune versioni della storia, l'estrazione della spada e quindi la dimostrazione della legittimità di Artù a regnare viene collocata nei dintorni del Natale, con un implicito riferimento all'incoronazione di Carlo Magno, avvenuta in occasione del Natale dell'anno 800. Inoltre le formule usate nei romanzi tardomedievali che trattarono queste vicende sono inequivocabili: "Chi estrarrà questa spada da questa roccia sarà re per scelta di Gesù Cristo", e ancora: "Prendi la spada con la quale manterrai la giustizia e difenderai la Santa Chiesa".
Bisogna poi notare come nel Medioevo esistesse una tradizione più antica, ovvero quella della "spada di Pietro", il primo degli apostoli di Cristo. Non si tratta della spada usata da Pietro nell'episodio biblico dell'orto del Getsemani, con la quale l'apostolo tagliò l'orecchio di una delle guardie giunte ad arrestare Gesù, bensì di un'espressione simbolica per denotare il potere e il prestigio delle autorità religiose, come il clero e il papa. La storia dell'apostolo Pietro, il primo papa, il cui nome imposto da Gesù significa proprio "pietra", o "roccia", e della spada intesa come simbolo di autorità rafforza il legame simbolico tra l'arma e il potere, anche religioso.
La vera spada nella roccia in Italia
Nonostante in molti luoghi in Italia siano presenti delle "spade nella roccia", si tratta in quasi tutti i casi di trovate turistiche, destinate a fungere da richiami per percorsi di trekking (Monte Gifarco, in Liguria, o il Lago del Barbellino nel bergamasco, ad esempio). L'unica vera spada nella roccia risalente al Medioevo si trova in Toscana, nell'eremo di San Galgano a Chiusdino, in provincia di Siena.

Galgano Guidotti fu un nobile cavaliere, vissuto nella seconda metà del XII secolo (guarda caso precedentemente alla primissima attestazione della storia della spada nella roccia del ciclo arturiano, quella nel Merlino di Robert de Boron), che dopo una vita di sregolatezza, si ravvide in seguito a una visione dell'arcangelo Michele (santo particolarmente caro agli ambienti militari). Dopo la conversione, si ritirò a vita eremitica sul Monte Siepi, nel senese, dove in segno di rinuncia alla sua vecchia vita, conficcò la sua spada in una roccia.

Galgano visse da eremita sul monte fino alla sua morte nel 1181, e la sua fama fu particolarmente grande fin da subito. Sul monte venne costruita una cappella, all'interno della quale è custodita ancora oggi quella che si ritiene essere la spada che il cavaliere conficcò nella roccia. Galgano venne santificato pochi anni dopo la sua morte, e ciò denota come la sua storia fosse particolarmente nota in Italia già alla fine del XII secolo, e come questa possa forse aver influenzato lo scrittore francese Robert de Boron per la genesi della spada nella roccia del ciclo arturiano.