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1 Novembre 2024
13:00

Chi era Vlad III, la vera storia del principe di Valacchia che ispirò la leggenda di Dracula

La figura di Vlad III è divisa tra l'essere stato uno dei sovrani più crudeli della storia e l'aver ricoperto il ruolo di eroe nazionale, difendendo il Principato di Valacchia dall'espansione dell'Impero ottomano. La sua storia ha ispirato il personaggio di Dracula: forse soffriva infatti di emolacria, la malattia per la quale le lacrime contengono sangue.

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Chi era Vlad III, la vera storia del principe di Valacchia che ispirò la leggenda di Dracula
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Vlad III di Valacchia Hagyak, nato a Sighisoara nel 1431 e morto a Bucarest a cavallo tra 1476 e 1477, era un aristocratico rumeno, principe di Valacchia nel XV secolo. Regnò in tre periodi diversi, due dei quali molto brevi, e dovette affrontare l’ascesa dell’Impero ottomano, che dopo alcune guerre riuscì a sconfiggerlo. Forse Vlad soffriva di emolacria, la malattia per la quale le lacrime contengono sangue. Quando era ancora in vita, iniziarono a circolare racconti che lo accusavano delle peggiori atrocità e nefandezze (non diverse però da quelle compiute da altri sovrani dell'epoca). Si diceva, in particolare, che facesse condannare nemici e prigionieri a una morte atroce, quella per impalamento e, non a caso, dopo la morte fu soprannominato Vlad l’impalatore. Da tali leggende nel 1897 lo scrittore irlandese Bram Stoker ha tratto ispirazione per creare il personaggio del conte Dracula (il cui nome è imparentato con termini come “dragone”, “serpente”, “diavolo”), un vampiro che per sopravvivere ha bisogno di bere il sangue di altri esseri umani e che vive in un castello in Transilvania, una regione della Romania.

Christopher Lee nel ruolo di Dracula (1958)
Christopher Lee nel ruolo di Dracula (1958)

Chi era Vlad III “l'impalatore”

Per creare la figura di Dracula, Bram Stoker ha tratto ispirazione da un personaggio realmente esistito: Vlad III Draculea, nato nel 1431 nella città di Sighisoara. Vlad era il voivoda (principe) di Valacchia, una regione oggi compresa nella Romania, a sud della Transilvania. Era figlio di Vlad II Dracul, che aveva questo nome perché membro dell’Ordine del Dragone, un ordine cavalleresco creato dall’imperatore del Sacro Romano Impero Sigismondo di Lussemburgo. Perciò Vlad III era noto anche con il patronimico di Draculea, cioè figlio di Dracul.

La Valacchia (in giallo)
La Valacchia (in giallo)

Vlad II fu voivoda dal 1436 al 1447 (con una interruzione tra 1442 e 1443) e dovette fronteggiare la progressiva espansione dell’Impero ottomano, che, partendo dall’Anatolia, conquistò vasti territori nella penisola balcanica. Vlad II fu costretto a consegnare i suoi figli, Vlad (cioè il futuro Vlad III) e Radu, al sultano Murad II, che li tenne come ostaggi.

Nel 1447 il regno di Ungheria, guidato dal reggente Janos Huniady, invase la Valacchia e nella battaglia che ne seguì Vlad II fu ucciso. Murad II, volendo evitare che la Valacchia cadesse sotto il controllo ungherese, liberò Vlad III e lo pose sul trono valacco. Vlad, però, fu spodestato dal rivale Vladislav II solo due mesi dopo e costretto all’esilio. Fuggì in Ungheria, dove si riconciliò con Hunyadi, e nel 1456 riconquistò il trono.

Come è morto Vlad III di Valacchia: lo scontro con gli ottomani

Vlad doveva affrontare l’espansione degli ottomani, che nel 1453, sotto la guida del nuovo sultano Maometto II, avevano conquistato Costantinopoli e messo fine all’Impero bizantino. Il voivoda rifiutò di sottomettersi e nel 1462 respinse un’invasione, La vittoria fu celebrata come un successo della cristianità dal Papa e dagli Stati Europei. Gli ottomani, però, tornarono presto all’assalto, giovandosi anche del sostegno di Radu, che era restato presso il sultano, sconfissero il voivoda e lo sostituirono con il fratello.

Vlad II in un ritratto dell'epoca
Vlad II in un ritratto dell’epoca

Vlad si rifugiò in Ungheria, ma il sovrano Mattia Corvino, figlio di Hunyadi, lo fece imprigionare, non volendo rischiare i dover fare la guerra con gli ottomani. Nel 1475, dopo la morte di Radu, Vlad III riprese il trono valacco, giovandosi del sostegno ungherese, ma dopo pochi mesi morì in circostanze mai chiarite, probabilmente ucciso da uomini legati a Radu o dagli ottomani.

Esiste anche una versione della storia secondo la quale il voivoda sarebbe stato fatto prigioniero dagli ottomani e poi riscattato dalla figlia, che lo avrebbe poi portato in salvo in Italia. Secondo questa versione, il corpo di Vlad sarebbe sepolto a Napoli, nella chiesa di Santa Maria la Nova. Si tratta, però, di un racconto privo di fondamento, anche perché non risulta da alcuna fonte attendibile che il voivoda avesse una figlia.

È vero che Vlad III Draculea era crudele e sanguinario?

Sin da quando era in vita, Vlad III fu accusato delle peggiori crudeltà e nefandezze. Si raccontava che infliggesse con frequenza la pena dell’impalamento, cioè una forma particolarmente crudele di condanna a morte, nella quale il condannato viene trafitto con un palo attraverso l’orifizio anale; se non si ledono organi vitali, l’impalamento non provoca subito la morte ma dà luogo ad atroci sofferenze. Di Vlad si diceva anche che, di fronte a due ambasciatori ottomani che avevano rifiutato di togliere il turbante, ordinò di inchiodarglielo letteralmente sulla testa; che amasse banchettare in presenza dei corpi impalati dei suoi nemici e che ne facesse bollire i corpi; infine che dopo la vittoria contro i turchi avesse fatto impalare migliaia e migliaia di prigionieri, creando una sorta di bosco di cadaveri.

Vlad III e l'impalamento. Stampa dell'epoca
Vlad III e gli impalati. Disegno dell’epoca

La leggenda nera iniziò a circolare per iniziativa di Mattia Corvino, che nel 1463, l’anno dopo aver fatto imprigionare Vlad, fece diffondere un pamphlet pieno di aneddoti sulla crudeltà del suo nemico.

Quanto c’era di vero? Vlad era certamente un sovrano crudele e sanguinario, che condannava i suoi nemici all’impalamento o ad altre torture. Tuttavia, è molto probabile che i racconti contengano delle esagerazioni. Inoltre, Vlad non era l’unico sovrano a servirsi di tale metodi. Al suo tempo, infatti, il rispetto per la vita umana e per la sofferenza delle persone era molto diverso da quello attuale. Le torture e le pene atroci erano usate con frequenza pressoché da tutte le autorità politiche e religiose, anche allo scopo di incutere terrore ai nemici. Per fare un esempio, Murad II fece accecare con due ferri roventi i figli del despota di Serbia, suoi prigionieri, per il sospetto che volessero fuggire.

Accusare Vlad di efferatezze e di sadismo era necessario anche per giustificare il suo arresto, visto che, grazie alla guerra contro i turchi, era considerato un eroe della cristianità. In Romania, del resto, ancora oggi il voivoda è ritenuto un eroe nazionale, capace di difendere l’indipendenza del Paese.

La leggenda nera, in ogni caso, continuò a circolare. Fu ispirandosi a essa che alla fine dell’Ottocento lo scrittore irlandese Bram Stoker creò il personaggio del conte Dracula, associando la figura di Vlad a quella dei vampiri e inventando o alterando numerosi altri dettagli, a partire dall’ambientazione in Transilvania invece che in Valacchia.

Fonti
Count Dracula's War on Islam A True Story of Power, Cruelty and Betrayal
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