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Le telecamere connesse a Internet sono sempre più presenti nelle nostre case e le usiamo per aumentare la sicurezza e avere un controllo costante sugli spazi che consideriamo più importanti. Ma ciò che spesso dimentichiamo è che questi dispositivi, se configurati male o lasciati con le loro impostazioni “di fabbrica” invariate, possono ritorcersi contro la nostra stessa sicurezza diventando facilmente accessibili ai criminali informatici. Uno studio pubblicato dal Corriere della Sera sostiene che in Italia sono ben 74.000 le telecamere liberamente accessibili su Internet.
Fatto sorprendente, l'accesso alle telecamere private connesse a Internet viene perpetrato dai cybercriminali non tramite sofisticati attacchi informatici, ma sfruttando leggerezze e disattenzioni varie commesse dagli stessi utenti. Molto spesso, questi non modificano le credenziali predefinite, mantengono l'accesso remoto attivo senza necessità o non aggiornano il firmware, ossia il software interno del dispositivo che ne regola il funzionamento. Bastano questi errori per offrire alla mercé di chiunque le immagini catturate dalle proprie telecamere. Vediamo più da vicino cosa accade quando le telecamere connesse si trasformano in una minaccia per la privacy e, soprattutto, come difendersi.
Quali sono i pericoli delle telecamere connesse
I rischi di questa esposizione sono numerosi. Pensate, ad esempio, a una telecamera posizionata all'ingresso di casa: un malintenzionato potrebbe usarla per capire quando siete assenti e tentare un furto. Oppure pensate a una webcam da interno che riprende il salotto: in questo caso potrebbero essere catturate scene di vita privata, perfino momenti intimi (come dimostra il caso del conduttore Stefano De Martino), con il rischio di finire vittime di ricatti o altre situazioni spiacevoli. In ufficio la situazione non è migliore: una videocamera che inquadra una lavagna con dati riservati o la postazione di lavoro di un dipendente potrebbe accidentalmente diffondere informazioni sensibili utili alla concorrenza. Anche gli stabilimenti produttivi non sono immuni, perché telecamere mal configurate possono mostrare procedure protette da segreto industriale.
A questi aspetti si aggiunge il problema dell'ingegneria sociale, ovvero la raccolta di piccoli dettagli sulla vita delle persone da utilizzare in un secondo momento per perpetrare attacchi mirati. Attraverso le immagini registrate, un criminale può scoprire il modello della vostra auto, il nome del cane o la presenza di bambini in casa, informazioni che, combinate tra di loro, diventano preziose per creare truffe convincenti o veri e propri furti di identità. Non bisogna dimenticare che i dati visivi possono supportare anche attività di phishing, ossia e-mail o messaggi ingannevoli costruiti sulla base di informazioni reali che vi riguardano.
Come proteggersi dai pericoli delle telecamere connesse
Come fare allora per proteggersi? Prima di tutto, vi suggeriamo di verificare se la telecamera è raggiungibile dall'esterno della rete domestica. Per riuscirci basta disattivare il Wi-Fi sullo smartphone e provare a collegarsi: se il flusso video è visibile senza passare da un'app ufficiale o da una connessione VPN (rete privata virtuale che nasconde l'indirizzo IP), significa che la telecamera è potenzialmente esposta. Il secondo passo è cambiare subito le credenziali predefinite. Spesso i dispositivi arrivano con username e password (come “admin/admin” o “admin/password”) che chiunque può indovinare. Una password lunga, complessa e unica è la misura più semplice ed efficace per aumentare la sicurezza.
Altro punto cruciale è disabilitare l'accesso remoto se non vi serve. Se utilizzate la telecamera solo quando siete collegati al Wi-Fi di casa, non c'è motivo di renderla raggiungibile da Internet. Non dimenticate poi di aggiornare il firmware: i produttori rilasciano periodicamente correzioni di sicurezza, e ignorarle significa lasciare aperte vulnerabilità note. Per chi gestisce reti aziendali, le misure devono essere ancora più rigorose: accesso limitato tramite firewall, monitoraggio costante dei log e utilizzo obbligatorio di VPN per il personale autorizzato.
Ultimo ma non ultimo, c'è una buona pratica che spesso viene trascurata: isolare le telecamere su una rete Wi-Fi separata, ad esempio quella degli ospiti, in modo che un eventuale dispositivo compromesso non possa interagire con il resto della rete domestica.