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Grazie a una scansione digitale a grandezza naturale del relitto del Titanic è stato possibile ricavare nuove informazioni sulle ultime ore del transatlantico affondato nel 1912 in seguito alla collisione con un iceberg, evidenziando dettagli mai emersi fino a questo momento. La scansione, effettuata dall'azienda Magellan tramite l'utilizzo di rover sottomarini a circa 3800 metri di profondità, ha mostrato ad esempio come il locale caldaie abbia lavorato fino all'ultimo pur di mantenere le luci accese sulla nave, oppure il fatto che i fori nello scafo fossero grandi all'incirca quanto un foglio A4. Il modello, in realtà, fu sviluppato nel 2023 ma una sua analisi dettagliata è stata svolta solo negli ultimi mesi in occasione del nuovo documentario Titanic: The Digital Resurrection.
Per ottenere il modello sono state necessarie 200 ore di riprese, durante le quali sono state raccolte più di 700 mila immagini scattate da ogni angolazione: ciò ha permesso di ricreare un gemello digitale del transatlantico. Questa nuova tecnologia si è dunque rivelata essenziale per ottenere nuove informazioni, tanto che Parks Stephenson, analista del Titanic, ha dichiarato che:
È come una scena del crimine: bisogna vedere quali sono le prove nel contesto in cui si trovano. E avere una visione completa dell'intero sito del relitto è fondamentale per capire cosa è successo qui.
Come anticipato, l'analisi ha permesso di confermare il funzionamento delle caldaie fino all'ultimo istante, così come la grandezza dei fori dello scafo. È stato addirittura possibile notare come un oblò si sia distrutto in seguito all'impatto con l'iceberg: questo sarebbe coerente con quanto affermato da testimoni dell'epoca, che parlavano di ghiaccio entrato nelle cabine dopo la collisione.
A supporto di questo modello sono state anche svolte simulazioni di affondamento, che hanno confermato che dopo l'impatto con il ghiaccio sia rimasta sulla nave una serie di perforazioni allineate lungo una stretta sezione dello scafo che copriva 6 scompartimenti.