Oggi, giovedì 25 maggio 2023, la nave Xin Hai Tong 23 si è incagliata nel Canale di Suez alle ore 7:00 italiane. Si tratta di una portacointainer lungo 190 metri battente bandiera di Hong Kong e, non appena diffusa la notizia, si è temuto il peggio. Due anni e mezzo fa, infatti, un episodio simile ha coinvolto la nave taiwanese Ever Given che si incagliò per ben 6 giorni, bloccando il passaggio di oltre 400 imbarcazioni.
In questo caso, fortunatamente, le conseguenze sono state molto meno impattanti. La nave infatti ha bloccato il passaggio di 4 imbarcazioni ed è rimasta incagliata solamente per un'ora e un quarto circa. Questo è stato possibile grazie al tempestivo intervento di tre rimorchiatori egiziani chiamati Svitzer Suez 1, Svitzer Suez 2 e Abd Elhamed Yousif.
La conferma della rimozione è stata ufficialmente comunicata dall'autorità del Canale di Suez e ripresa poi dall'agente di trasporto Leth Agencies in un tweet:
Ma per quale motivo un'interruzione del canale sarebbe così problematica?
Dobbiamo considerare che il canale è un "collo di bottiglia" del trasporto marittimo e attualmente misura 193 km di lunghezza, 225 metri di ampiezza e circa 24 di profondità. Al suo interno transita ogni giorno un'enorme quantità di navi: per intenderci, da qui passa all'incirca il 30% del volume di container del trasporto marittimo mondiale, il 10% delle merci e il 4,4% del greggio. Questo – secondo Lloyd's – equivale ad un valore di 400 milioni di dollari all'ora o, se preferite, circa 9,6 miliardi al giorno.
Anche per l'Italia il blocco del Canale di Suez potrebbe rivelarsi problematico, dal momento che qui passa all'incirca il 40% delle merci dirette dal nostro Paese in Asia, per un valore complessivo pari agli 83 miliardi di euro annui.