Le vacanze e le ferie si fanno principalmente in agosto a causa di una tradizione antichissima, legata al ciclo dei lavori agricoli. L’estate, infatti, è il periodo nel quale non si coltivano il grano e altri cereali, che si mietono in giugno e si seminano nuovamente in autunno. La prassi di fare le vacanze in estate, coincidente con la pausa dal lavoro nei campi, si è conservata in età contemporanea, nonostante la fine della civiltà contadina, e coinvolge sia le scuole, sia le altre occupazioni. Non in tutti i Paesi, però, c’è la medesima “passione” dell’Italia per le vacanze estive: nel resto d’Europa le ferie sono distribuite in maniera più omogenea nel corso dell’anno, sia pure con una prevalenza dei mesi estivi.
Perché le vacanze si fanno d’estate
La ragione per la quale le vacanze si fanno soprattutto in estate è legata ai lavori agricoli. Il grano, che è stato per secoli la coltura più importante è diffusa, si miete in giugno e si semina in autunno, cosicché i mesi estivi, e agosto in particolare, sono quelli nei quali è meno necessario lavorare nei campi.
Sin dal mondo antico, nel periodo estivo si celebravano feste legate al ciclo dei lavori agricoli. Nel I secolo a.C. l’imperatore Augusto “istituzionalizzò” le celebrazioni creando le Feriae Augusti (riposo di Augusto), che cadevano all’inizio del mese. Dalle Feriae deriva il nostro Ferragosto: dopo l’avvento del cristianesimo, la festa fu “riconosciuta” dalla Chiesa cattolica, che a partire dal VII secolo le associò alla celebrazione dell’Assunzione di Maria in cielo, spostandola alla metà del mese.
Il principio di riposare d’estate è perdurato nei secoli. Non bisogna pensare, però, che in passato si facessero vacanze come le nostre, con soggiorni al mare o viaggi all'estero. Nel Medioevo e nell’età moderna riposo significava solo che c’era meno da fare nei campi e che avevano luogo celebrazioni e feste popolari.
Il principio di fare le vacanze d’estate non è venuto meno in età contemporanea. Nell’Ottocento, quando in Europa si è affermato il principio dell’istruzione gratuita e obbligatoria, molti Paesi hanno scelto di tenere chiuse le scuole in agosto e, in alcuni casi, anche in altri mesi estivi.
La prassi non è cambiata nemmeno nel Novecento, nonostante nei Paesi occidentali la maggior parte della popolazione abbia smesso di lavorare in agricoltura per trovare occupazione nelle industrie e nel settore dei servizi. La tradizione delle vacanze in estate si è perpetuata sia per ragioni “psicologiche”, essendo un'usanza consolidata nei secoli, sia pratiche, perché il caldo estivo rende più gravoso lavorare e andare a scuola.
Ma in tutti i Paesi le vacanze si fanno d’estate?
A questo punto potrebbe sorgerci un dubbio: le vacanze estive sono uguali in tutto il mondo come in Italia? Risposta breve: sì, ma non al nostro stesso livello. Questo vale sia per la scuola, sia per il resto delle occupazioni.
In ambito scolastico, in Italia le vacanze estive durano 13 settimane, un dato che in Europa è eguagliato solo da un altro Paese, la Lettonia. In molti altri Stati, in particolare nella parte settentrionale del continente, le vacanze estive durano 6-8 settimane: Francia, Germania, Regno Unito. In altri casi, soprattutto nell’area del Mediterraneo, la durata è di 10-12 settimane: Grecia, Spagna, Portogallo. In Itala, la durata lunga delle vacanze pone alcuni problemi, sia per il learning loss (gli studenti, stando fermi per un periodo tanto lungo, tendono a dimenticare quello che hanno studiato), sia per i costi che gravano sulle famiglie, costrette a mandare i propri figli, ad esempio, a centri estivi a pagamento.
La durata della chiusura estiva, però, non significa che in Italia si facciano meno giorni di scuola. Al contrario, in Europa siamo al primo posto per durata dell’anno scolastico, con 200 giorni di frequenza, insieme alla Danimarca. In molti Paesi, infatti, sono previsti lunghi periodi di vacanza nel corso dell’anno.
In ogni caso, la chiusura delle scuole “trascina” anche gli altri settori. Gli italiani sono il popolo che concentra maggiormente le vacanze in estate. Un’indagine dell’Eurostat di qualche anno fa ha messo in luce che il 74% delle notti trascorse in hotel dagli italiani si colloca nei mesi estivi (giugno-settembre). La percentuale ci pone in testa alla classifica europea. Dietro l’Italia ci sono la Grecia, con il 72,2%, e la Slovacchia, con il 67,3%; chiude la classica Malta, i cui abitanti trascorrono solo il 41,2% delle notti in hotel nei mesi estivi. La media dell’UE è pari al 51,9%.