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Come funzionano i bunker antiatomici e come fanno a fermare le radiazioni nucleari?

Costruiti in profondità i bunker antiatomici sono dei rifugi capaci di schermare le radiazioni, evitando la contaminazione, e proteggerci in caso di esplosioni nucleari. Vediamo come funziona la loro azione schermante e come sono fatti.

A cura di Videostorie
13 Febbraio 2023
18:15
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Come funzionano i bunker antiatomici e come fanno a fermare le radiazioni nucleari?
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Come fa un bunker antiatomico a resistere a un’esplosione nucleare? E come viene costruito? La costruzione di un rifugio antiatomico parte dalla scelta del sito dove scavare, questo perché bisogna posizionarlo almeno a 1,5 metri di profondità: solo così si bloccano in partenza una buona quantità di radiazioni. I bunker più grandi, come quelli militari, hanno degli standard di sicurezza ancora più elevati e sono costruiti a profondità maggiori, che vanno dai 10 metri a diverse centinaia di metri sottoterra.

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Questo secondo tipo di bunker viene costruito in modo analogo alle gallerie autostradali, usando l’esplosivo e il martellone. Le pareti, il soffitto e il pavimento dei tunnel vengono poi rivestiti con una combinazione di materiali densi come il cemento armato e il piombo (per bloccare la radiazione alpha e beta) e con uno strato di materiali assorbenti come il boro o la grafite (per assorbire la radiazione gamma). Le pareti dei bunker per funzionare al meglio devono avere uno spessore minimo di 60 cm, perché più sono spesse più il bunker fornisce protezione ai suoi abitanti.

Come fa un bunker a resistere a un’esplosione?

Oltre a proteggere dalle radiazioni, i bunker devono anche essere in grado di resistere, appunto, alle esplosioni nucleari. I bunker sono progettati per resistere ai danni delle esplosioni, utilizzando tecniche particolari come la costruzione di una struttura a "scatola all'interno di una scatola": questo consente di distribuire lungo le diverse pareti della struttura la pressione dell'esplosione, ammortizzando l'impatto.

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Come sopravvivere in un rifugio antiatomico

Un'altra importante caratteristica dei bunker antiatomici è la loro capacità di fornire aria respirabile e acqua potabile agli abitanti del rifugio per un lungo periodo di tempo. In caso di emergenza le persone potrebbero essere costrette a stare rinchiuse per settimane o addirittura mesi, per questo i rifugi antiatomici sono progettati per fare in modo che l’aria sia sempre pulita e infatti vengono utilizzati dei filtri HEPA, che sono in grado di rimuovere particelle molto piccole, come polvere, batteri e virus.

Oltre a ciò, per rendere l’aria ancora più sicura i bunker vengono progettati con un sistema di ventilazione che permette di mantenere al suo interno una pressione negativa. Paragoniamo il bunker a una enorme scatola ermetica, collegata a un ventilatore che spinge l’aria dall’interno del bunker verso l’esterno. Quando si attiva, nella scatola si creerà una pressione inferiore rispetto all’esterno, proprio perché la quantità di aria al suo interno diminuisce. Ma se in questa scatola apriamo un altro foro, la pressione negativa nella scatola risucchierà altra aria dall’esterno.

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Quindi se ci sono particelle radioattive presenti nell'aria esterna, verranno trascinate dal flusso d'aria verso l'interno, ma poiché all'entrata del rifugio viene installato un sistema di filtraggio, queste particelle verranno rimosse prima di entrare all'interno del rifugio. In questo modo, la pressione negativa e il sistema di filtraggio aiutano a mantenere l'aria all'interno del rifugio il più pulita possibile e a impedire la diffusione di eventuali contaminanti radioattivi. Pensate che questo tipo di tecnologia viene utilizzata anche negli ospedali, specialmente nei reparti di malattie infettive, e nei laboratori di ricerca, per evitare la diffusione di virus pericolosi.

Le porte blindate dei bunker

La sicurezza dei bunker è possibile anche grazie alle spessissime porte blindate che li chiudono. Queste porte sono solitamente molto pesanti e dotate di guarnizioni ermetiche che impediscono la fuoriuscita di aria e la penetrazione di particelle radioattive all'interno del rifugio. Inoltre, le porte sono dotate di serrature e sistemi di chiusura di sicurezza che garantiscono la protezione degli occupanti del rifugio.

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Cheyenne Military Complex – U.S Space Air Force

Città sotterranee

I bunker poi devono avere sistemi di raccolta dell'acqua piovana o di trattamento dell'acqua per fornire acqua potabile a chi li occupa. Questo perché queste strutture (soprattutto le più grandi), quando sono in servizio, diventano vere e proprie città sotterranee. Ad esempio, nel sottosuolo della città di Lucerna, in Svizzera, si trova il bunker civile più grande del mondo. È concepito per proteggere fino a 20.000 civili ed è dotato di tutti i servizi possibili e immaginabili, come un ospedale e anche delle celle di sicurezza a disposizione della polizia. All’interno infatti ci sono alloggi, cucine e servizi igienici per migliaia di persone. Quelli più moderni sono progettati per essere autonomi e autosufficienti, con sistemi di generazione di energia (come pannelli solari o generatori a combustione) per alimentare le luci e le apparecchiature. In questo modo le persone possono sopravvivere all'interno del bunker senza dipendere da infrastrutture esterne.

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Rifugio antiatomico di Lucerna

La situazione in Italia

La quantità di bunker in giro per il mondo è difficile da quantificare in termini numerici, ma si stima che ce ne siano centinaia di migliaia, la maggior parte dei quali è stata costruita durante la Guerra Fredda, quando era più sentito il rischio di un eventuale attacco nucleare.

Ad esempio in Italia il bunker antiatomico più grande si trova a Affi, in provincia di Verona. Si chiama WEST STAR, ospitava il comando NATO e ha una superficie di 13.000 metri quadrati, situato a 150 metri sottoterra nel Monte Moscal. È in grado di resistere a 100 chilotoni di energia nucleare e può ospitare fino a 1.000 persone.  Altri rifugi si trovano nelle grandi città italiane, a Torino ce ne sono due: uno a piazza Risorgimento e uno sotto al Palazzo Civico; a Milano c’è il Rifugio antiaereo 87, un bunker ampio 220 mq; a Roma, invece, se ne possono trovare diversi in tutta la città, ad esempio a Villa Ada, un altro sotto Palazzo Venezia, e a pochi chilometri da Roma le famose gallerie del Monte Soratte un rifugio antiatomico che durante la Guerra Fredda avrebbe protetto il governo; anche a Napoli ce ne sono diversi, come la Galleria Borbonica e il rifugio antiaereo di Sant'Anna di Palazzo nei Quartieri Spagnoli.

Il caso della Svizzera

Ci sono anche dei casi particolari come la Svizzera, dove vige una legge specifica sui bunker, risalente agli anni 50’ e fatta per proteggere l’intera popolazione da un attacco nucleare, che dice che ogni nuova costruzione deve essere dotata di un rifugio. Come conseguenza di ciò ad oggi, su tutto il territorio svizzero, sono presenti circa 365.000 rifugi privati e pubblici, in grado di offrire protezione a oltre 9 milioni di persone. Se pensate che gli svizzeri sono 8,6 milioni, questo significa che i bunker svizzeri possono ospitare un numero di persone superiore a quello degli abitanti.

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