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Fotografare tutto il mondo: il Trekker di Google Street View

Dalle Piramidi al vulcano di Ambrym, dalla Barriera Corallina alla Stazione Spaziale Internazionale! Il Trekker di Street View ha fotografato il mondo intero.

15 Giugno 2022
18:30
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Fotografare tutto il mondo: il Trekker di Google Street View

Avete idea di cosa voglia dire fotografare e mappare tutte le strade di tutte le città di tutte le Nazioni del mondo?
Google Maps nella sua funzionalità Street View (quella con cui possiamo addentrarci nelle vie e i percorsi dell’intero pianeta muovendo l’omino arancione) ci sta riuscendo!
Google Street View realizza foto panoramiche con visuale a 360° e permette agli utenti di vedere parti di varie città del mondo all'incirca al livello del terreno.
Per creare le panoramiche dei luoghi più remoti della Terra utilizza i Trekker, particolari tipologie di zaini dotati di fotocamere.
Andiamo a vedere come riescono a ricostruire in immagini tutte le strade del mondo!

Cos’è un Trekker?

Un Trekker è una sorta di zaino, molto simile ai classici zaini da trekking (appunto): pesa circa 20 kg, è alto un metro e mezzo ed è indossato sulle spalle da un operatore.
L'idea di montare questo zaino sulle spalle di un operatore proviene da un'esigenza specifica: le Google Car non sono in grado di percorrere tutti i percorsi del mondo. Uno zaino portato da un uomo o una donna invece può arrivare davvero ovunque.
In questo modo Street View riesce a fotografare i sentieri più belli del mondo. Il primo luogo remoto mappato con un Trekker è stato il Gran Canyon!

Street View Trekker
Credts: Google

Vediamo la  composizione di questo zaino speciale:

  • la parte più alta, che sbuca circa di 50 cm dalla testa dell’operatore, è composta da una struttura a forma di sfera schiacciata che contiene 7 fotocamere che servono a scattare immagini a 360°;
  • sulla parte centrale troviamo due lidar: scanner laser, sempre a forma di sfera schiacciata, che consentono di mappare in 3D l’ambiente circostante;
  • nella parte in basso c’è un computer che immagazzina tutte le foto e le informazioni sulla geo-localizzazione.

Come si creano le foto panoramiche?

Mentre l’operatore cammina con il Trekker in spalla, ognuna delle 7 fotocamere scatta un frammento di immagine e tutte le fotocamere scattano all’unisono.
Gli scatti avvengono ogni 2 secondi, ma la distanza spaziale tra uno scatto e l’altro dipende dall’andatura dell’operatore. Ad esempio è più probabile che la camminata sia rallentata in salita e dunque gli scatti siano spazialmente più vicini l’uno all’altro.

Immagine
Credits: Google

Le foto scattate non vengono pubblicate in real-time ma vengono inviate ad altri computer e passano da due processi successivi:

  1. la fotogrammetria, che serve a ricomporre gli scatti per costruire l’immagine panoramica, come se fossero pezzi di un puzzle;
  2. il blurring o sfocamento, che si ottiene tramite un algoritmo per il riconoscimento facciale e delle targhe dei veicoli in grado di nascondere volti e dati sensibili.

Solo a questo punto le foto possono essere pubblicate su Street View.

Come funziona il mapping?

Per realizzare la mappatura di una determinata zona esiste una precisa pianificazione. L’operatore riceve in primis delle informazioni relative al percorso che dovrà seguire.
Dopodiché adatta il percorso prestabilito a possibili imprevisti come il traffico (in caso debba mappare un centro città ad esempio) o le condizioni meteo.
Queste ultime sono particolarmente importanti perché la pioggia o la presenza eccessiva di nuvole potrebbero pregiudicare la qualità dell’immagine realizzata.

GoogleStreetView_bestpictures
Credits: Google

In più non è sempre detto che una singola zona debba essere fotografata da un solo operatore, ma potrebbero intersecarsi più mappature realizzate con Trekker e con Google Car differenti.
Se pensiamo a città come Milano, Roma o Napoli tutte queste variabili fanno sì che i tempi di mappatura possano dilungarsi da settimane anche a mesi.

La missione di ricostruire tramite foto tutte le strade del mondo si complica se teniamo in conto di un’ulteriore questione: il mondo cambia continuamente. Una stessa zona, come un centro urbano, potrebbe aver bisogno di ricorrenti aggiornamenti, soprattutto per segnalare lo spostamento di attività commerciali o – più in generale – di luoghi di interesse per il pubblico.

Il tema della privacy

L’algoritmo utilizzato per il blurring si è specializzato negli anni proprio a riconoscere le targhe dei veicoli e i volti delle persone che potrebbero essere riprese dalle fotocamere.
A dirla tutta è diventato talmente bravo che perfino alcune statue con dei visi sono state sfocate e poi è stato necessario intervenire manualmente per rimuovere il blur e restituire a queste opere la loro originale bellezza.

blurring_streetview

Se un utente finisse involontariamente su Street View e avesse la necessità di sfocare parti dell’immagine panoramica che lo riguardano oltre il volto (come un tatuaggio o la propria casa), potrebbe anche segnalare la cosa direttamente a Google cliccando su “segnala un problema” nella pagina e richiedere la rimozione tramite sfocamento delle parti che gli interessano.

Accade spesso però che siano gli utenti stessi a voler apparire su Street View! Moltissimi si fermano a salutare la videocamera, rallentano nel loro percorso, si travestono da supereroi o fanno finta di cadere dalla bicicletta pur di essere immortalati.

I luoghi più assurdi raggiunti dal Trekker

La versatilità del trekker gli ha permesso di arrivare praticamente ovunque!
Sulle spalle di un operatore ha raggiunto luoghi pazzeschi come la cima del vulcano di Ambrym in Nuova Zelanda, la città di Petra in Giordania e le Piramidi di Giza in Egitto.

Ma il trekker sta bene un po’ ovunque, perfino sulla gobba di un dromedario! È così che Street View ha ottenuto immagini panoramiche del deserto di Liwa negli Emirati Arabi Uniti.

Immagine
Credit: Google

Il Trekker si è persino messo pinne e boccaglio ed è stato sott’acqua con il Catlin Seaview Survey a mappare la Grande Barriera Corallina in Australia.

Oltre il mare e la terra, un Trekker è giunto addirittura sulla Stazione Spaziale Internazionale! Grazie alla collaborazione di Google con la NASA ora possiamo tutti farci un giro virtuale in uno di quei luoghi che sembrano davvero irraggiungibili.

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Camilla Ferrario
Redattrice
L’universo è un posto strano e il modo che abbiamo di abitarlo cattura continuamente la mia attenzione. “Sii curiosa” è il mio imperativo: amo provare a ricostruire indizio per indizio il grande enigma in cui ci troviamo. Sono laureata in Filosofia, ho fatto la speaker in una web radio e adoro il true crime. Di cosa non posso fare a meno? Del dialogo aperto con gli altri e della pasta alle vongole.
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