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L’Italia durante l’Ultima glaciazione: come hanno fatto gli scienziati a ricostruire la morfologia di 20.000 anni fa?

Durante l’Ultima Glaciazione, la morfologia e le linee di costa dell'Italia erano diversi. Come facciamo a saperlo? Grazie agli indizi lasciati dalla natura: fossili, stratificazione delle rocce e perfino il polline.

A cura di Frida Bonatti
2 Marzo 2023
18:30
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L’Italia durante l’Ultima glaciazione: come hanno fatto gli scienziati a ricostruire la morfologia di 20.000 anni fa?
copertina glaciazione

Il fiume Po scorre in mezzo ad una steppa e sfocia 200 chilometri più a sud di oggi. La Sicilia e la Sardegna sono un’unica, grande isola, il Mar Adriatico è la metà di oggi.
Questa è l’Italia durante l’Ultima Glaciazione, 20.000 anni fa. Come sappiamo che questa era la fotografia del nostro paese? I geologi e i paleo-climatologi hanno studiato gli indizi lasciati dalla natura: fossili, stratificazione delle rocce e perfino il polline.

Com'era l'Italia durante il picco massimo del periodo glaciale?

20.000 anni fa in Italia si registrò il picco più freddo dell’Ultima Glaciazione, detta glaciazione di Würm. L’intero periodo di glaciazione va da 110 mila anni fa a 12000 anni fa ma il picco più freddo venne raggiunto circa 20.000 anni fa.

Com’era l’Italia a quel tempo? Il quadro è questo. La Pianura Padana è irriconoscibile: è una steppa dove ci sono solo piccoli arbusti, pascolano bisonti, renne, mammut e altri grandi mammiferi.

Le terre emerse sono molto più estese rispetto a oggi: la Sardegna e la Corsica sono un’unica, grande isola. La Sicilia e la Calabria si toccano. L’Isola d’Elba è raggiungibile a piedi dalla terra ferma.

Il mar Adriatico non esisteva come lo conosciamo oggi: la costa Nord è 200 km più a sud. Questo perché il livello dell’acqua era più basso di circa 120 metri.

I ghiacciai e le temperature medie

L’abbassamento è dovuto al fatto che i ghiacci ricoprivano buona parte dell’emisfero settentrionale. Pensate che tutto l’arco alpino era ricoperto da un’enorme calotta di ghiaccio, spessa più di 1 km.

20.000 anni fa le temperature medie erano infatti di circa quattro-cinque gradi più basse rispetto ad oggi. Quattro-cinque gradi di media, per i non esperti, può sembrare un’inezia, ma in realtà è un abbassamento enorme. Per fare un esempio: oggi parliamo di crisi climatica con un  aumento della temperatura media di soli 0,98 gradi dal secolo scorso, prima dell’industrializzazione. Gli effetti di questa pur minima variazione li abbiamo sotto gli occhi. Figuratevi cosa può causare una variazione di quattro-cinque gradi!

Come abbiamo ricostruito la temperatura media? L'importanza del polline

A questo punto la domanda è: come abbiamo fatto a sapere tutte queste cose? Per esempio, a ricostruire la temperatura dell’Italia di 20.000 anni fa? Il primo indizio a darci delle indicazioni in merito è anche il più sorprendente. Parliamo infatti del polline, la sostanza generata dagli organi riproduttivi maschili delle piante superiori per la riproduzione.

Perché è un indicatore così importante? Perché viene disperso nell’ambiente e si può conservare intatto per milioni di anni, e quindi è una fonte d’informazione del passato.

La parete di un granulo di polline è infatti fatta di sporopollenina, un polimero, cioè una molecola di grandi dimensioni, e la sua principale caratteristica è di essere tra i polimeri più resistenti che esistano in natura. Ragione per cui si conserva nei secoli.

Ma il polline è un indizio che ci racconta tanto altro. Perché i suoi granuli cambiano forma, dimensione e ornamentazione a seconda della pianta che li produce.
Dal momento che ogni pianta vive in un clima ben determinato è facile risalire attraverso i diversi granuli di polline al clima in cui quella vegetazione è cresciuta. Ad esempio, se fa freddo, ci sarà il polline principalmente di erbe e di piante che prediligono i climi rigidi, come l’abete o la betulla.

Con questo metodo gli studiosi hanno ricostruito il susseguirsi delle fasi glaciali e di quelle interglaciali, più calde, come quella che stiamo attraversando noi, legata allo scioglimento dei ghiacciai. Ma non solo: sono stati capaci di stabilire anche il paleoambiente, ovvero il tipo di ambiente del passato, in un determinato luogo.

Il livello del mare ricostruito grazie alla sovrapposizione stratigrafica

Altro discorso, se vogliamo ricostruire qual era il livello del mare durante l’Ultima Glaciazione. Come facciamo a sapere che il livello medio dell’acqua si era abbassato di 120 metri? Qui l’indizio principale sono gli organismi fossili e il loro luogo di ritrovamento.

Immaginatevi di ritrovare i fossili in corrispondenza di diversi strati di roccia, uno sopra l'altro e quello in fondo, più vecchio dell'altro. In geologia si chiama principio di sovrapposizione stratigrafica.

Se nello strato inferiore e più vecchio viene ritrovato un fossile di animaletto che so che vive in mare profondo e invece nello strato superiore viene rinvenuto un altro tipo di animaletto che invece vive in acque superficiali, dove c’è luce tanta luce, si potrà capire che nei due strati di roccia il livello del mare è variato.

Come ricostruire l'età delle rocce? La datazione radiometrica

Ora che si è arrivati a conoscenza del fatto che c’è stato un abbassamento del livello del mare, resta da dare una datazione a questi cambiamenti.

Ci sono diversi modi per datare le rocce, ma il metodo più conosciuto è quello della datazione radiometrica. Quando un organismo muore, smette di assumere il carbonio 14 (14C), un isotopo presente in natura. Il livello di Carbonio 14 nei suoi tessuti, compreso il carbonio contenuto nel guscio, inizia a diminuire lentamente, ma in modo costante in un periodo di tempo specifico. Quindi misurando la quantità di Carbonio 14 rimasta in un fossile, gli scienziati possono stimare l’età con un’ottima approssimazione.

Lo studio dei terrazzi marini

Non ci sono solo i fossili, a fornirci indicazioni sulle variazioni del livello del mare. Ci sono tanti indizi. Tra i più importanti, lo studio dei terrazzi marini, che testimoniano l’alternanza di fasi in cui il livello del mare si è innalzato e fasi in cui si è abbassato.

Ma cosa sono i terrazzi marini? Avete presente i terrazzamenti che si usano per la coltivazione? I terrazzi marini sono simili. Sono una conformazione morfologica a gradoni. Ogni volta che il livello del mare si solleva, le onde e le correnti marine erodono la roccia, scolpendo la linea di costa. Quando il livello del mare si abbassa di nuovo, la vecchia linea di costa diventa un terrazzo marino. Anche in questo caso gli scienziati analizzano il carbonio 14 per determinarne l’età.

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Frida Bonatti
Redattrice
Dopo la laurea in Lettere, ho lavorato nel campo del restauro cinematografico per istituzioni culturali in Olanda, Svezia e Italia. Nel frattempo, ho coltivato l'interesse per la produzione di video online e podcast, che ha preso il sopravvento su quello per il cinema. Ho frequentato un corso di Content Management e Copywriting allo IED e sono entrata in Geopop, dove mi occupo della stesura di contenuti branded e editoriali. Sono una grande fan dei Beatles.
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