
Spesso i nostri telefoni dopo 2 o 3 anni iniziano a funzionare male, al punto da essere quasi inutilizzabili. Ma come è possibile? C'è una spiegazione scientifica a questo fenomeno? In realtà sì, si tratta della cosiddetta "obsolescenza programmata" (o "pianificata"), cioè una strategia poco etica che definisce il ciclo di vita di un prodotto e spinge il consumatore a gettare il proprio telefono dopo qualche anno in favore di nuovi modelli.
Ma come funziona esattamente questa pratica nata assieme alla società dei consumi? E quali sono le conseguenze?
In questo video vedremo:
- cosa si intende per obsolescenza programmata
- perché gli aggiornamenti possono danneggiare i nostri dispositivi
- le multe ad Apple e Samsung
- la difficoltà nella riparazione degli smartphone
- cos'è e perché è utile l'indice di riparabilità
- cos'è l'obsolescenza percepita
- quanto è lunga la scadenza dei nostri cellulari oggi?
- le conseguenze dell'obsolescenza programmata
- possibili soluzioni per il futuro
Il fatto che i cellulari sembrano avere una "scadenza", quindi, non è solo una nostra percezione ma è una pratica riconosciuta a livello internazionale, tanto che le multe alle grandi multinazionali del settore sono sempre più diffuse. Questo, da una parte, ci porta a spendere molti più soldi e dall'altra crea molti più rifiuti elettronici, tanto che ogni anno diventano rifiuto ben 5,3 miliardi di smartphone, dei quali sono il 20% circa viene effettivamente riciclato.
Tra l'altro, i telefoni sono realizzati con metalli di estremo valore la cui estrazione e approvvigionamento potrebbero essere sempre più a rischio nei prossimi anni, come ad esempio il coltan. A proposito, per approfondire ecco un video ad hoc che abbiamo realizzato sull'argomento: