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500 anni fa la spedizione di Magellano circumnavigò il globo la prima volta nella storia

Il primo “giro del mondo” della storia fu compiuto nel 1522 da una spedizione guidata inizialmente da Ferdinando Magellano, un navigatore portoghese al servizio del re di Spagna. Vediamo come e perché fu realizzata l'impresa.

A cura di Erminio Fonzo
6 Settembre 2022
18:30
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500 anni fa la spedizione di Magellano circumnavigò il globo la prima volta nella storia
Circumnavigazione del globo Magellano
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Il 6 settembre 1522, ben 500 anni fa, la spedizione di Magellano portò a compimento la prima circumnavigazione del globo. L'impresa comportò grosse perdite: una flotta di cinque navi salpò dalla Spagna il 10 agosto 1519, ma solo un'imbarcazione riuscì a rientrare in patria dopo tre anni di navigazione attraverso gli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano. Lo stesso Magellano morì nel corso del viaggio e a sostituirlo al comando fu Elcano. Il viaggio ebbe conseguenze molto significative sul piano culturale, commerciale e geopolitico e fu il coronamento di un’età di scoperte geografiche iniziata almeno un secolo prima.

L’età delle scoperte

Tra il ’400 e il ‘500 Portogallo e Spagna esplorarono e conquistarono numerosi territori sconosciuti agli europei in America, Africa e Asia. Le scoperte furono rese possibili dal progresso tecnologico. Nel Medioevo le civiltà più avanzate erano state quella araba e quella cinese, ma nel ‘400 gli europei, anche grazie al graduale sviluppo di una mentalità più razionale (si pensi a fenomeni culturali come l’umanesimo), iniziarono a recuperare terreno, sia applicando e migliorando le scoperte degli altri due popoli, sia introducendo nuove invenzioni.

Replica moderna della nave Victoria (credit Gnsin)
Replica moderna della caravella Victoria (credit Gnsin)

Per le scoperte geografiche furono fondamentali due innovazioni: la bussola, inventata dai cinesi e nota in Europa dal XII secolo, e i miglioramenti dell’ingegneria navale. Più specificamente, nel ‘400 i portoghesi inventarono un nuovo tipo di nave, la caravella, che aveva la propulsione a vela (e non a remi, come la maggior parte dei vascelli del tempo) e un timone molto agile, che consentiva la navigazione oceanica.

Le esplorazioni miravano soprattutto ad aprire nuove rotte commerciali e a raggiungere l’Oriente senza passare “via terra”. Grazie alle "scoperte" iniziò il progressivo dominio dell’Europa sul mondo. Dopo aver messo piede nei nuovi territori, infatti, gli spagnoli e i portoghesi (ai quali si sarebbero aggiunte altre nazioni europee nei secoli seguenti) li occuparono militarmente, facilitati dal fatto che la tecnologia aveva fatto enormi progressi anche sul piano bellico. A questo proposito, di grande supporto la polvere da sparo. Insomma, vele e cannoni furono gli strumenti dell’espansione europea.

conquista dell'america

Da allora il “vecchio continente” cominciò ad avere una netta preminenza nelle dinamiche politiche ed economiche mondiali e iniziò a declinare solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando fu messo in discussione dall’ascesa degli Stati Uniti e, in seguito, anche da quella della Cina.

Le principali scoperte prima di Magellano

Fino al ‘400, gli europei sapevano poco del mondo che li circondava. Conoscevano l’Estremo Oriente, con il quale erano “collegati” attraverso la via della seta, ma non avevano idea di cosa ci fosse oltre l’oceano Atlantico.

Il primo Paese ad avviare regolari esplorazioni fu il Portogallo che diresse i suoi navigatori verso la costa atlantica dell’Africa. Nel 1488 la spedizione di Bartolomeu Dias doppiò il Capo di Buona Speranza, nell’attuale Sudafrica, e raggiunse l’Oceano Indiano: potenzialmente era stata aperta la rotta per raggiungere l’India e l’Estremo Oriente circumnavigando l’Africa. Questa stessa impresa fu compiuta nel 1498, dieci anni dopo, da un altro portoghese, Vasco Da Gama.

La spedizione di Vasco da Gama

Gli spagnoli, rivali acerrimi dei portoghesi, non restarono a guardare. Nel 1492, come sappiamo, un navigatore italiano al loro servizio, Cristoforo Colombo, raggiunse per la prima volta il continente americano. Così, due anni dopo, per evitare di pestarsi i piedi gli spagnoli e i portoghesi si spartirono il mondo esterno all’Europa con il trattato di Tordesillas, che assegnava al Portogallo tutti i territori scoperti o da scoprire fino a 370 leghe (1.770 km) a ovest dell’arcipelago africano di Capo Verde; alla Spagna tutto quello che vi era oltre.

Le ragioni della spedizione di Magellano

L’Oceano Pacifico fu "scoperto" nel 1513 dall’esploratore spagnolo Vasco Núñez de Balboa che attraversò via terra l’istmo di Panama. Dopo la diffusione della notizia, spagnoli e portoghesi iniziarono a pensare che potesse esistere un passaggio marittimo tra il “nuovo” oceano e l’Atlantico.

Il viaggio di Balboa sul Pacifico
Il viaggio di Balboa sul Pacifico

Più specificamente, la Spagna cercava un modo alternativo alla circumnavigazione dell’Africa per raggiungere le Isole Molucche (oggi facenti parte dell’Indonesia), assai ricche di spezie, che all’epoca erano tra le merci più richieste. Il re Carlo I (che era anche l’imperatore Carlo V) accettò di finanziare una spedizione alla ricerca del passaggio Atlantico-Pacifico. A capo della spedizione, paradossalmente, fu posto un navigatore portoghese, Fernão de Magalhães (italianizzato in Ferdinando Magellano), che offrì i suoi servigi alla corona spagnola dopo che i rapporti con il re del suo Paese si erano guastati.

Circumnavigazione del globo di magellano

La scoperta del passaggio tra i due oceani

La spedizione era composta da cinque navi e 234 uomini (pochi altri si sarebbero aggiunti durante il percorso). Le navi salparono il 20 settembre da Sanlúcar de Barrameda, in Andalusia, e il 6 dicembre arrivarono in Brasile. Magellano ordinò subito di iniziare le esplorazioni alla ricerca del passaggio per il Pacifico e, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, nell’ottobre del 1520 due navi mandate in ricognizione portarono la tanto attesa notizia: avevano trovato il passaggio.

Si trattava di un braccio di mare situato nella parte più meridionale del continente, tra la Terra del fuoco e la massa continentale del Sudamerica, oggi noto come stretto di Magellano. La spedizione poté così partire verso il nuovo oceano dove giunse, dopo aver attraversato lo stretto, il 28 novembre. Magellano chiamò Pacifico l'oceano nel quale era giunto perché in apparenza non vi spiravano venti forti.

Stretto di Magellano

La morte di Magellano e il ritorno in Spagna

I navigatori, rimasti nel frattempo in 150 e con sole tre navi, impiegarono tre mesi per toccare di nuovo terra e nel marzo 1521 giunsero nelle Isole Marianne e poi nelle Filippine. In un primo momento, Magellano riuscì a stringere buoni rapporti con gli indigeni e persino a convertire il loro re al cristianesimo, ma gli abitanti dell’isola di Mactan, una delle Filippine, si ribellarono e, nello scontrò che seguì, Magellano fu ucciso.

La morte di Magellano in una raffigurazione dell'Ottocento
La morte di Magellano in una raffigurazione dell’Ottocento

Dopo aver subito un altro attacco, ridotti di numero e ormai con sole due navi, gli spagnoli ripartirono, affidando il comando della spedizione a Giovanni Elcano e il 6 novembre raggiunsero le tanto desiderate Molucche. Il viaggio poteva dirsi compiuto, ma bisognava trovare un modo per tornare in Spagna. Le possibilità erano due: o fare a ritroso il percorso dell’andata o spingersi verso ovest e circumnavigare l’Africa. Le due navi rimaste così si separarono: una restò bloccata alle Molucche e in seguito cercò di ripercorrere il tragitto dell’andata, ma fu catturata dai portoghesi; l’altra, la Victoria, partì al comando di Elcano verso ovest e giunse in Spagna il 6 settembre 1522, completando così la prima circumnavigazione della Terra. Dalla partenza erano passati 2 anni, 11 mesi e 17 giorni.

Il viaggio di Magellano (credit Uxbona)
Il viaggio di Magellano (credit Uxbona)

Le conseguenze del viaggio

Dal punto di vista dei commerci, la rotta scoperta da Magellano non fu importante come si credeva perché, a causa delle difficoltà della navigazione, non si rivelò una valida alternativa per raggiungere le Molucche. Inoltre, nel 1529 il Trattato di Saragozza, che “completò” quello di Tordesillas stabilendo i confini delle “sfere di influenza” in Asia, assegnò il possesso delle Molucche al Portogallo.

La divisione del mondo secondo i trattati di Tordesillas (viola) e Saragozza (verde) (credit Lencer)
La divisione del mondo secondo i trattati di Tordesillas (viola) e Saragozza (verde) (credit Lencer)

Ciò nonostante, grazie al viaggio di Magellano la Spagna poté iniziare la sua espansione in Estremo Oriente, dove nel corso del ‘500 conquisterà le Filippine e altri territori.

Le conseguenze della spedizione, inoltre, furono molto significative dal punto di vista della conoscenza della geografia e della stessa concezione del mondo. Fu dimostrata definitivamente la sfericità della Terra e messo in luce che il suo diametro fosse più ampio di quanto allora si credesse.

Interessante (e inattesa) fu una scoperta legata ai fusi orari. Nel corso del viaggio di ritorno i navigatori scoprirono infatti che avevano “perso” un giorno: giunti nell’arcipelago africano di Capo Verde, occupato dai portoghesi, chiesero che giorno fosse e scoprirono che non era il 9 luglio 1522, come pensavano, ma il 10. Per regolare la questione ci vorranno oltre 300 anni e solo nel 1884 una convenzione internazionale istituzionalizzerà la linea del cambiamento di data.

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