Spesso utilizzato per colorare caramelle e bevande, tessuti e cosmetici di un bel rosso splendente, l'acido carminico è ottenuto a partire da un piccolo insetto che viene comunemente chiamato cocciniglia. La sua produzione è molto antica e sopravvive in alcune zone del Centro e Sud America.
Cos'è l'acido carminico e da dove si estrae
L’acido carminico è un glucoside antrachinonico di formula chimica C22H20O13. Ha un bel colore rosso vivo, da sempre utilizzato come pigmento colorante per alimenti, tessuti e tanto altro con la sigla E120. Viene prodotto dalla lavorazione delle cocciniglie: termine impiegato per descrivere varie specie di insetti, tutte appartenenti alla famiglia dei Coccoidea. Tra queste troviamo il Kermes vermilio, originario della regione mediterranea e dal quale prende nome il liquore alchermes, la Kerria lacca, conosciuta e allevata in India per secoli e Porphyrophora hamelii, un tempo utilizzata in Armenia e Medio Oriente per tingere soprattutto i tessuti.
La specie di cocciniglia per eccellenza, però, cioè quella più utilizzata nella storia e quella che ancora oggi viene allevata con cura in alcuni Paesi del Centro e Sud America, si chiama Dactylopius coccus. Il racconto di come nel tempo la cocciniglia sudamericana sia diventata un tassello fondamentale nei rapporti commerciali tra vecchio e nuovo mondo merita un approfondimento.
Come viene prodotto il colore carminico dalla cocciniglia
L’impiego di differenti specie di cocciniglia come coloranti alimentari e tessili non è una novità recente ma, da sempre, in ciascuna parte del globo, si è cercato di ottenere una tonalità di rosso splendente a partire dai piccoli animali. Le specie che abbiamo nominato nel paragrafo precedente, a parte l’ultima (e proprio a causa di questa), vennero utilizzate per secoli e poi dismesse qualche tempo dopo la conquista delle Americhe da parte di Cristoforo Colombo. Successivamente al 1492, infatti, per l’acido carminico iniziò una storia incredibile.
Il pigmento naturale ritenuto il migliore, sotto un punto di vista qualitativo e quantitativo, si ottiene da Dactylopius coccus, insetto parassita di più di 150 specie di Fico d’India, tutte appartenenti ai generi Opuntia e Nopalea. Tra questi, la specie botanica più indicata per l’allevamento e il successivo commercio delle cocciniglie è Opuntia indicamil.
Per secoli, le popolazioni indigene di Messico e Sud America hanno praticato selezione artificiale agendo sia sugli insetti che sulle piante ospiti, fino a ottenere l’equilibrio migliore per una buona resa del colore e delle quantità di pigmento. Per produrre il colorante vengono utilizzate solo le femmine (in prevalenza quelle gravide) il cui acido carminico si pensa possa servire come deterrente per i predatori.
Una volta maturi, gli insetti vengono rimossi con una spatola dalle pale del Fico d’India e poi setacciati ed essiccati. Successivamente, attraverso l'utilizzo di una sorta di macina in pietra, dagli insetti si ottiene una polvere rossa molto intensa, che viene prima immersa in una soluzione alcolica e poi filtrata e lasciata nuovamente essiccare.
Considerate che un kilogrammo di cocciniglia essiccata viene venduto dai produttori sudamericani a circa 150 dollari e che per produrre quella quantità di pigmento, sono necessari almeno 100.000 insetti.
Torniamo alla storia. Quando gli spagnoli arrivarono in Centro e Sud America, trovarono civiltà indigene molto ben organizzate, sviluppate in territori colmi di risorse naturali…incluso un pigmento rosso pregiatissimo. Non passò molto tempo prima che l’acido carminico e, in generale, il commercio di cocciniglia diventasse enorme. Per capirci, tra il 1575 e il 1600 vennero esportate verso la Spagna tra le 50 e le 160 tonnellate di acido carminico ogni anno, seconde per quantità solo al commercio di argento e oro.
Nel corso del Novecento, la scoperta di anilina e di pigmenti ottenibili tramite sintesi quasi annientò l’intera produzione di acido carminico da cocciniglie. Poi, a causa di problematiche legate alla tossicità dei nuovi pigmenti, dagli anni Ottanta in poi la richiesta di colorante da fonti naturali tornò a crescere. Oggi la maggior parte della cocciniglia è allevata in piantagioni di Perù, Bolivia, Cile e nelle Isole Canarie.
Quali sono gli usi dell'acido carminico
Fino al 1492, in Europa si utilizzava il pigmento rosso estratto da Kermes vermilio che, però, aveva un costo molto elevato e, per questo motivo, era destinato solo ai rappresentanti più facoltosi della società, quindi alle alte cariche religiose e governative. Nel 1464 Papa Paolo II decretò che la Chiesa adottasse, per le sue figure importanti, vesti scarlatte, realizzate attraverso la tintura con acido carminico da cocciniglie europee. Questo è il motivo per cui ancora oggi i cardinali indossano un abito rosso.
Quando il commercio di cocciniglia divenne globale, con le esportazioni di grandi quantità di prodotto da parte del Sud America, le cose cambiarono e il pigmento divenne un colorante alla portata di più persone e di più utilizzi. Iniziò a essere impiegato anche come colorante alimentare in decine e decine di prodotti e come colorante nell’industria cosmetica. In Europa, la sigla che indica la presenza di acido carminico è E120, e lo si può trovare nei prodotti più disparati, dalle caramelle ai rossetti, dalle bevande agli yogurt.