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14 Agosto 2025
14:46

Cosa significa che una città è “bollino rosso” per l’allerta caldo: come si calcola il rischio

16 città bollino rosso per allerta caldo a Ferragosto. Il livello di rischio per le ondate di calore è emesso dal Ministero della Salute e si riferisce ai rischi per la salute umana. Il “bollino rosso” si riferisce al livello di rischio massimo, in cui il caldo può avere effetti anche per la salute delle categorie non suscettibili.

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Cosa significa che una città è “bollino rosso” per l’allerta caldo: come si calcola il rischio
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Sono 16 le città italiane in cui è previsto il “bollino rosso” per l'allerta caldo a Ferragosto 2025, tutte al Centro-Nord e in particolare nel Lazio: Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo. Ma che cos'è il “bollino rosso” e cosa significa esattamente? Si tratta di un sistema piuttosto complesso che monitora 27 città italiane, analogo a quello delle allerte meteo prodotte dalla Protezione Civile ma specifico per i rischi alla salute umana dovuti al caldo, soprattutto durante le ondate di calore come quella che sta colpendo l'Europa in questi giorni.

A determinare i “bollini” – che in realtà tecnicamente sono livelli di rischio – è il Ministero della Salute, che ogni estate coordina il Sistema Nazionale di Prevenzione e Allarme, nato nel 2004 e attualmente operativo in 27 città capoluogo di regione e/o con almeno 250.000 abitanti: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo.

Questo sistema è operato dal Centro di Competenza Nazionale della Protezione Civile, che riceve giornalmente dal Servizio dell'Aeronautica Militare i dati delle stazioni meteorologiche aeroportuali più vicine alle città monitorate e in base a tali dati elabora bollettini sulle ondate di calore specifici per ogni città, in cui sono riportate le previsioni di temperature reali e percepite a 24, 48 e 72 ore e il relativo livello di rischio calcolato dal Centro di Competenza Nazionale.

I livelli di rischio sono 4, e a ciascuno di essi è associato un “bollino”:

  • livello 0 (“bollino verde”): le condizioni meteorologiche non pongono nessun rischio per la salute della popolazione;
  • livello 1 (“bollino giallo”): è un livello di pre-allerta in cui c'è una buona probabilità che si vada incontro a un'ondata di calore;
  • livello 2 (“bollino arancione”): le condizioni meteo possono comportare un rischio per le fasce di popolazioni più suscettibili (anziani, bambini piccoli, donne in gravidanza, malati cronici, persone non autosufficienti, persone che lavorano all'aperto ecc.);
  • livello 3 (“bollino rosso”): ondata di calore della durata di almeno 3 giorni con rischio di effetti sulla salute anche delle persone sane o che non appartengono ai gruppi suscettibili.

Nel sito del Ministero della Salute sono riportati i consigli per affrontare i vari livelli di rischio.

bollettino rischio caldo
Esempio di bollettino per il rischio ondate di calore (Milano 13–14–15 agosto 2025). Credit: Ministero della Salute

I bollettini sono elaborati secondo un sistema di previsione e allarme (Heat Health Warning Watch System) che stima l'impatto sulla salute umana delle particolari condizioni meteo di quella città nelle 72 ore di riferimento. I bollettini sono specifici per ogni città, nel senso che non vengono elaborati tutti allo stesso modo ma tengono conto delle specificità di ciascun territorio in termini di trend climatici e di mortalità. Questo perché, a parità di condizioni meteo, gli effetti sulla salute possono cambiare a seconda del particolare contesto geografico che può favorire o meno l'esposizione ai rischi dovuti alle alte temperature. In altre parole, la stessa temperatura reale o percepita può avere effetti diversi a Bolzano o a Reggio Calabria, per esempio.

Una volta prodotti dal Centro di Competenza Nazionale, i bollettini vengono pubblicati dal Ministero della Salute e inviati alla Protezione Civile e ai Comuni di riferimento, che si occupano di distribuirli alle strutture sanitarie sul territorio.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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