Abitazioni, scuole, ospedali e moschee distrutte, 72 ettari di terre sommerse, 40 vittime e almeno 17 dispersi: è il bilancio delle violente alluvioni che hanno colpito l'isola di Sumatra, in Indonesia, nella notte tra sabato 11 e domenica 12 maggio. La parte occidentale dell'isola indonesiana è stata colpita da violenti piogge monsoniche che hanno mobilitato parte del materiale vulcanico eruttato dal vulcano Marapi durante l'eruzione del 4 dicembre 2023, causando violente alluvioni. La colata di fango che si è generata – in gergo tecnico lahar, chiamata giornalisticamente anche "lava fredda" – ha travolto i distretti Agam e Tanah Datar colpendo diversi villaggi di montagna, sommergendo case ed edifici e causando almeno 40 vittime e 17 dispersi, anche se il bilancio purtroppo potrebbe aggravarsi. Complessivamente sono state distrutte almeno
I lahar, purtroppo, sono un fenomeno piuttosto diffuso in tutte le aree vulcaniche dove sono presenti grandi quantità di detriti vulcanici non compatti. In caso di piogge o eruzioni vulcaniche, infatti, questi si possono mobilitare e iniziare a scendere rapidamente verso valle, travolgendo tutto ciò che trovano lungo il loro percorso. Queste colate – che a volte possono anche essere calde – hanno una viscosità paragonabile a quella del cemento e, di solito, solidificano in poco tempo una volta che arrestato il flusso. Pensate che in questa stessa area le piogge degli scorsi mesi hanno causato altri due fenomeni di lahar: uno a febbraio e uno a marzo, causando complessivamente 26 vittime.
Queste le parole di Abdul Malik, capo dei soccorsi sull'isola:
Le violente piogge hanno spazzato materiali come ceneri e grandi rocce dal vulcano Marapi. Flussi di "lava fredda" sono sempre una minaccia per noi nell'ultimo periodo