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3 Dicembre 2023
8:12

Il Venezuela vuole annettere un pezzo di Guyana: storia di una disputa mai risolta

Il 3 dicembre avverrà in Venezuela un referendum per l'annessione della Guayana Esequiba come parte del proprio territorio. Questa disputa dura da 180 anni e sta creando forti tensioni tra i due Paesi.

A cura di Rachele Renno
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Il Venezuela vuole annettere un pezzo di Guyana: storia di una disputa mai risolta
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Quella tra Venezuela e Guyana è una disputa territoriale che dura da più di 180 anni, ad oggi ancora non risolta. Il prossimo 3 dicembre il Venezuela ha indetto un referendum per chiedere ai cittadini la propria opinione su una possibile annessione della regione della Guayana Esequiba al Venezuela, tramite cinque quesiti. Ma quando nasce questo conflitto e perchè? Vediamolo insieme.

La storia della disputa territoriale

Da dove nasce la controversia tra Venezuela e Guyana? Per scoprirlo dobbiamo tornare al 1777, quando fu creato il Capitanato Generale del Venezuela da parte dell’impero spagnolo, che al proprio interno comprendeva il territorio ad ovest del fiume Essequibo e dunque anche quella che oggi è la regione cosiddetta Guayana Esequiba, ad ovest del fiume, un territorio di quasi 160.000 km quadrati.

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Credits: SurinameCentral, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons.

Dopo l’indipendenza del Venezuela nel 1811, questo territorio dunque entrò a far parte della neonata repubblica venezuelana ma dopo soli tre anni, nel 1814, il Regno Unito ed i Paesi Bassi stipularono un accordo con cui la Guyana entrò a far parte dell’impero britannico, senza però definire in modo netto i suoi  confini occidentali. Per fare ciò, nel 1840 l’esploratore britannico Robert Schomburgk ebbe l’incarico di delineare il confine occidentale che fu denominato appunto “linea Schomburgk”. Il territorio compreso nel nuovo confine aggiungeva ben 80.000 km quadrati al precedente. Il Venezuela quindi denunciò un’invasione britannica del proprio territorio ed iniziò così la disputa territoriale tra i due Paesi. Dopo anni di tensioni, il Venezuela nel 1895 chiese l’intervento degli Stati Uniti che raccomandarono di risolvere la controversia tramite un lodo arbitrale. Il lodo arbitrale è una decisione emessa per risolvere una controversia tra due o più parti in un tribunale da parte di arbitri, che decidono se accogliere o respingere le richieste formulate dalle parti. Così nel 1899 con il Lodo Arbitrale di Parigi decise che il territorio in questione ricadeva sotto il dominio britannico. Questa sentenza fu impugnata nel 1949 dopo che l'avvocato della difesa venezuelana Severo aveva denunciato delle irregolarità da parte dei giudici che emisero la sentenza e solo nel 1966, dopo l’indipendenza della Guyana dall’impero britannico, con l’accordo di Ginevra si decise che, con l’aiuto dell’ONU. si sarebbe cercato un accordo diplomatico e pacifico tra Venezuela e Guyana, da trovare entro i quattro anni successivi. Cosa che non avvenne.

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Fiume Essequibo. Credits: Wikimedia Commons.

Il punto di svolta

Nel 2015 furono trovati nel territorio della Guayana Esequiba dei ricchi giacimenti minerari e soprattutto petroliferi, che rendono il Paese molto importante dal punto di vista strategico per entrambe le parti. A tal proposito, il governo della Guyana iniziò alcuni negoziati con la Exxonmobil, una delle più importanti compagnie petrolifere ed energetiche statunitensi. A partire da quest’anno le rivendicazioni da parte del Venezuela si sono fatte più insistenti, tanto da richiedere l’intervento del segretario generale dell’ONU Antonio Guterres che nel 2018 chiese, su richiesta della Guyana, di sottoporre il caso all’esame della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja. Il parere consultivo che emise la Corte nell’aprile 2023 fu a favore della Guyana, riconoscendo quindi la sua legittimità a considerare la zona ad ovest del fiume Esequibo come parte del territorio dello Stato. La disputa si è riaccesa in particolare negli ultimi anni del governo di Nicolás Maduro. La decisione più forte è stata proprio quella di indire un referendum, che si svolgerà il prossimo 3 dicembre, per chiedere ai cittadini venezuelani se sono d’accordo con l’annessione unilaterale della Guayana Esequiba al Venezuela, concedendo inoltre la cittadinanza venezuelana ai più di 120.000 abitanti che risiedono in questa zona, detta anche dal Venezuela “Zona en declamaciòn”.

Il referendum del 3 dicembre

Il referendum del prossimo 3 dicembre, indetto dal presidente venezuelano Nicolás Maduro, è stato deciso unilateralmente senza il consenso del governo della Guyana, dunque dal punto di vista legale e giuridico non dovrebbe avere valore. Al momento sembra una decisione con conseguenze che riguardano principalmente la politica interna del Venezuela, anche in vista delle elezioni che si terranno nel Paese ad ottobre 2024. Il referendum  è stato impugnato dalla Guyana che ha chiesto un parere alla Corte Internazionale di Giustizia, la cui giurisdizione non è riconosciuta dal Venezuela. Formato da cinque quesiti, secondo il Presidente venezuelano, avrà un'altissima affluenza nonostante all'interno del Paese ci siano alcune voci contrastanti. La leader dell'opposizione venezuelana María Corina Machado ha consigliato di formare un gruppo di esperti (giuristi, diplomatici, storici) che possano supportare la tesi del Venezuela davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, evitando quello che potrebbe rappresentare un illecito dal punto di vista del diritto internazionale.

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I Paesi coinvolti

Il Venezuela si appella al principio del diritto internazionale chiamato uti possidetis iuris, ossia il principio secondo cui bisogna rispettare la sovranità territoriale di un Paese e i confini che storicamente facevano parte dello Stato. Nella disputa territoriale sulla Guayana Esequiba, la Guyana riceve appoggio e sostegno, tra gli altri, dai Paesi del Commonwealth e dalla Comunità dei Caraibi (Caricom), in particolare Cuba. Tra Cuba e la Guyana, infatti,  esiste un accordo del 1981, il patto “Cubano-guyanès”, secondo cui Cuba supporta la Guyana nella disputa con il Venezuela per il proprio confine e riconosce la sua territorialità nella regione della Guayana Esequiba. La Guyana sta inoltre cercando il supporto degli Stati Uniti, dichiarando di essere pronta, in caso di grave minaccia alla propria integrità territoriale, ad accogliere basi militari nel proprio territorio. Inoltre, negli ultimi giorni il Brasile, sentendosi minacciato soprattutto sul confine Nord ha rafforzato la presenza militare nella zona settentrionale del proprio territorio, poichè teme che la controversia possa degenerare dal punto di vista militare, scatenando un conflitto armato.

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