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7 Gennaio 2022
10:00

Atlantropa: il progetto per prosciugare il Mediterraneo e collegare Europa e Africa

Prosciugare il Mediterraneo per ricavare energia idroelettrica e terre da coltivare: questo è Atlantropa, un folle progetto di ingegneria tedesca del 1927 mai realizzato.

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Atlantropa: il progetto per prosciugare il Mediterraneo e collegare Europa e Africa
Atlantropa

Creare nuove terre per coltivare, produrre energia per tutta l'Europa e dar vita ad un unico super-continente tra Europa e Africa. Non è un'assurdità ma quanto previsto dal progetto tedesco Atlantropa, una tra le opere ingegneristiche più discusse del Ventesimo secolo. Ideato dall'architetto tedesco Herman Sörgel, Atlantropa era un piano che prevedeva la costruzione di dighe lungo il Mediterraneo, così da ricavare grandi quantità di energia idroelettrica e, con l'abbassamento del livello del mare, nuove terre da abitare e coltivare. Ma qual era esattamente il piano? E quali conseguenze avrebbe avuto sull'ecosistema mediterraneo?

Il progetto tedesco di Atlantropa

Nel periodo storico a cavallo tra le due Guerre mondiali la popolazione era in costante crescita, la domanda di energia aumentava sempre più e l'industrializzazione procedeva inesorabile. Sull'Europa intera regnava un clima di ansia e di incertezza per il futuro e, per questo motivo, l'architetto Herman Sörgel (1885–1952) ideò un piano per ottenere nuove terre, più energia e più risorse. Il suo progetto si chiamava "Atlantropa" (inizialmente "Panropa") e il suo obiettivo finale era quello di creare un unico supercontinente tra Europa e Africa. Come pensava di farlo? Semplice: costruendo dighe lungo i principali stretti del Mediterraneo – cioè stretto di Gibilterra, stretto dei Dardanelli e tra Sicilia e Tunisia. Così facendo non solo si sarebbero prodotte grandi quantità di energia, ma l'abbassamento del livello del mare avrebbe prodotto nuove terre coltivabili e avrebbe permesso la connessione diretta tra Europa e Africa.

Herman Sorgel
Foto d’epoca di Herman Sörgel.

L'idea di Sörgel, che prevedeva tra le altre cose la colonizzazione del continente africano, non riscosse il successo da lui sperato. Nemmeno i nazisti furono convinti di questo piano e durante la Seconda guerra mondiale l'architetto non fece altro che migliorare e aggiustare il piano, così da proporlo in una sua versione revisionata al termine del conflitto. Ma in cosa consisteva esattamente il progetto Atlantropa?

Le tre dighe di Atlantropa

Il progetto di Atlantropa consisteva fondamentalmente nella costruzione di tre grandi dighe: la più grande lungo lo Stretto di Gibilterra e le altre due rispettivamente sullo Stretto dei Dardanelli e tra Sicilia e Tunisia. Quella sullo Stretto di Gibilterra sarebbe stata lunga circa 35 km, diventando la centrale idroelettrica più grande del mondo. Stando alle stime dell'epoca, la diga avrebbe avuto una capacità di circa 120 GW, dunque necessaria a coprire almeno la metà del fabbisogno energetico di tutta l'Europa! Ovviamente si intende il fabbisogno energetico degli anni '20, quindi parliamo di valori molto più bassi rispetto a quelli odierni.

mappa atlantropa
Mappa schematica del progetto Atlantropa (credit: devilm25).

La seconda grande diga sarebbe stata quella sullo Stretto dei Dardanelli, con l'idea di isolare il Mar Nero e, anche in questo caso, ricavare grandi quantità di energia. La combinazione di queste due dighe avrebbe permesso di abbassare il livello del Mediterraneo di circa 100 metri, andando a "chiudere" lo stretto di Messina e ad abbassare il livello del mare a sufficienza per costruire con relativa facilità la terza diga, quella tra Tunisia e Sicilia. Questa avrebbe permesso di dividere il Mediterraneo in due grandi aree, ricavando non solo energia idroelettrica ma permettendo anche di costruire una ferrovia tra Europa e Africa. Questa struttura avrebbe lasciato invariato il livello dell'acqua nel ramo occidentale del Mediterraneo ma avrebbe contribuito ad un'ulteriore riduzione di 100 metri in quello orientale, così da aumentare ancora di più la quantità di terre emerse disponibili.

Oltre a queste tre strutture, il progetto prevedeva dighe minori sparse sia in Europa che sul territorio Africano – come quella sul fiume Congo – oltre che a tutta una serie di tunnel e collegamenti ferroviari tra i due continenti.

L'impatto ambientale del piano

Difficile dire con esattezza quali disastri ambientali avrebbe creato un progetto di questo tipo visto che non esistono al momento studi approfonditi sull'argomento. Quello che possiamo dire è che, secondo alcune ricerche (Stumm, 2020), l'abbassamento del livello del mare avrebbe permesso l'emersione di 576 mila kmdi terreno. Nell'immagine sottostante è riportata un'immagine di come sarebbe potuto apparire il bacino mediterraneo post-Atlantropa.

Mediterraneo atlantropa

Ovviamente questo abbassamento non sarebbe stato istantaneo ma si sarebbe raggiunto tramite lenta evaporazione: secondo i calcoli dell'epoca, questo abbassamento si sarebbe verificato non prima di 120 anni dalla costruzione delle dighe. L'evaporazione del Mediterraneo avrebbe poi portato con sé tutta una serie di problemi come un forte aumento della salinità delle acque, con conseguente morte di buona parte della fauna e della flora marina. A questo si sarebbe aggiunto uno stravolgimento del clima mediterraneo, un'interruzione delle correnti marine e, dall'altra parte delle dighe, un possibile aumento del livello dell'oceano. Insomma, un pazzia!

La fine del progetto

Nella visione dell'architetto, sarebbe stata senza dubbio la Germania a vincere la Seconda guerra mondiale. Di conseguenza, il progetto della diga sarebbe stato realizzato negli anni appena successivi alla sua conclusione, così da poter approfittare di risorse e manodopera dei Paesi conquistati. La storia però ci ha mostrato come la Germania si sia trovata dalla parte degli sconfitti, mandando in fumo il progetto di Sörgel. Non ancora rassegnato, però, l'architetto tedesco fondò al termine del conflitto l'Atlantropa Institute per continuare a migliorare il progetto e renderlo ancora più appetibile agli occhi delle Nazioni.

La guerra però aveva lasciato profondi segni in quasi ogni Paese e quindi nessuno era finanziariamente pronto per affrontare un'impresa del genere. Inoltre va aggiunto il fatto che il nucleare stava prendendo sempre più piede – grazie anche agli studi di Enrico Fermi– e quindi la "diga" iniziava a perdere attrattiva nei confronti della "centrale nucleare". Herman Sörgel morì il giorno di Natale del 1952 senza mai vedere il suo progetto realizzato e oggi di Atlantropa non resta che il ricordo.
E meno male.

Bibliografia
Mauch, Felix. “Atlantropa – Endless Energy from the Mediterranean Sea.” Environment & Society Portal, Arcadia (2012), no. 9. Rachel Carson Center for Environment and Society.
Stumm, Alexander. “Neo-colonial Continuities in the Mediterranean Infrastructure Projects of Atlantropa and Desertec”, Ardeth, 7 | 2020, 127-140.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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