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19 Febbraio 2025
7:00

Avvistamento del Diavolo Nero: un pesce abissale a spasso in acque superficiali

Osservato dal vivo soltanto un'altra volta in passato, il piccolo Diavolo Nero o melanoceto, recentemente avvistato a Tenerife stava probabilmente cercando di sfuggire a un predatore o è stato trasportato da una corrente d'acqua calda. Abituato a vivere nelle profondità marine, è sopravvissuto solo poche ore nelle acque più superficiali, ma rappresenta un'opportunità unica per la ricerca.

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Avvistamento del Diavolo Nero: un pesce abissale a spasso in acque superficiali
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Il Diavolo Nero. Credit: David Jara Boguñá

Un pesce degli abissi appartenente a una rarissima specie chiamato Diavolo Nero (Melanocetus johnsonii) delle dimensioni di 6 centimetri è stato filmato mentre nuotava in superficie a pochi chilometri dalla costa di Tenerife dal fotografo David Jara Boguñá. Le immagini hanno fatto il giro della rete, per la delizia di ittiologi e appassionati di creature bizzarre. Questo pesce degli abissi, lontano parente delle rane pescatrici, è il protagonista di un incontro unico, date le caratteristiche comportamentali di questa specie, che solitamente vive in profondità (tra i 200 e i 2000 metri) e che raramente si avventura in mare aperto per cacciare. Tra le ipotesi di questo strano comportamento, si pensa che il melanoceto stesse fuggendo da un predatore o che sia stato trascinato da una colonna di acqua calda, vista la natura vulcanica della zona, anche se quest'ultima ipotesi sembra poco probabile. Il pesce, che non rappresenta un pericolo per gli esseri umani, purtroppo è morto poco dopo l'avvistamento avvenuto il il 26 gennaio: abituato al buio e alla pressione delle profondità marine, le acque superficiali sono per lui un ambiente alieno, ma si è rivelata un'opportunità più unica che rara per studiare questa misteriosa specie.

Cos’è il Diavolo nero, dove vive il pesce abissale e quanto è grande

Il Diavolo Nero appartiene alla famiglia delle Melanocetidae e all'ordine dei Lophiiformes, il che lo rende un lontano parente delle rane pescatrici, con cui condivide diverse caratteristiche: aspetto grottesco nonostante sia del tutto innocuo per l'essere umano, esca bioluminescente che penzola dalla cima della testa, e dimensioni molto diverse tra maschio e femmina. Le rane pescatrici sono un esempio estremo del dimorfismo sessuale: le femmine di alcune specie crescono fino a raggiungere anche i 3 metri mentre i maschi, che non superano pochi centimetri in alcuni casi si attaccano al corpo della femmina per tutta la vita, diventando a tutti gli effetti una appendice della femmina con il solo scopo di fecondarla.

L'esemplare osservato è grande circa 6 cm, dimensioni nella media per una femmina di questa specie. Ed era decisamente fuori posto: tutte le rane pescatrici sono animali abissali, che si sono evolute per vivere tra i 200 e i 2000 metri di profondità, a una pressione molto elevata e nel buio quasi totale. Le acque superficiali, per il Diavolo Nero, dovevano a tutti gli effetti essere l'equivalente di un pianeta alieno. Inoltre le rane pescatrici sono predatori stazionari, che cacciano pesci e invertebrati rimanendo in attesa che si avvicinino a loro attirata dalla luce della loro esca; vedere una rana pescatrice nuotare in mare aperto quindi è un comportamento molto insolito. Insomma, un mistero che ha lasciato perplessi molti ricercatori.

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L’esemplare di Diavolo Nero ritrovato al largo di Tenerife.

Perché il piccolo Diavolo nero è risalito in superficie a Tenerife

Alcune ipotesi sul perché il Diavolo Nero stesse nuotando in superficie le ha offerte Bruce Robison, scienziato del Monterey Bay Aquarium Research Institute in California. Intervistato da National Geographic, l'esperto ha proposto qualche spiegazione al bizzarro comportamento: l'esemplare stava probabilmente sfuggendo da qualche predatore, per poi rimanere disorientato mano a mano che si avvicinava alla superficie. Oppure, è stato proprio ingoiato per intero in profondità da uno dei tanti predatori di grossa taglia che frequentano le acque di Tenerife, come una foca, un leone marino o un globicefalo (un cetaceo simile a un delfino, molto amichevole verso gli esseri umani e tra le maggiori attrazioni del turismo naturalistico) e si è poi liberato o è stato inavvertitamente sputato più in sù.

Un'altra possibilità è che il Pesce Diavolo, a sua volta un predatore, abbia ingoiato qualche pesce dotato di vescica natatoria mentre questa si stava espandendo. L'organo, che quasi tutti i pesci usano per regolare il loro livello di galleggiamento, si sarebbe gonfiato come un palloncino all'interno del Diavolo Nero facendolo fluttuare mano a mano verso l'alto. In effetti, tutte le rane pescatrici tendono a ingoiare le loro prede per intero, espandendo le loro fauci e il loro stomaco fino a ingerire pesci grandi anche il doppio di loro.

Il largo delle Canarie, zona dove è avvenuto l'avvistamento, è anche nota per l'attività vulcanica sottomarina: una colonna d'acqua più calda, provocata dall'apertura di un camino idrotermale, potrebbe aver trascinato con sé l'animale verso gli strati superficiali a causa della differenza di temperatura. La risalita, in ogni caso, sarebbe stata piuttosto lenta: l'esemplare non sembrava presentare sul suo corpo segni evidenti del cosiddetto barotrauma, che avviene invece in casi di cambi di pressione repentini: in questi casi, la vescica natatoria si allarga così tanto che spunta fuori dalla bocca del pesce e gli fa uscire gli occhi dalle orbite. Le acque superficiali sono comunque un ambiente ostile per il Diavolo Nero, che è morto poco dopo l'avvistamento.

Credit: NOAA Fisheries
Un esempio degli effetti del barotrauma sui pesci di profondità

Perché il recente avvistamento del pesce degli abissi è così importante

Qualunque sia il motivo del suo comportamento, osservare dal vivo questo rarissimo animale, anche per poche ore, è un'opportunità unica per la ricerca. Le immagini catturate e i resti dell'esemplare, ora conservati presso il Museo di Archeologia e di Storia Naturale di Tenerife, saranno di grande utilità per comprendere meglio questa specie sfuggente. Il Diavolo Nero fu descritto per la prima volta nel 1863, in seguito a ritrovamenti di individui morti nelle reti da pesca a strascico.

Ma finora gli avvistamenti di esemplari vivi si contavano sulle dita di una mano: le uniche altre immagini del Diavolo Nero furono scattate nel 2014, nel suo habitat naturale a 600 metri di profondità, da un sottomarino scientifico. Ecco perché il recente avvistamento è un evento così eccezionale: per il pesce si è trattato di un viaggio, seppure l'ultimo della sua vita, verso luoghi che pochi suoi simili hanno mai visto.

Fonti
National Geographics National Geographics Fish Base
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