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12 Marzo 2024
8:00

Lo scambio di cervelli in “Povere Creature” è possibile nella realtà?

È possibile trapiantare un cervello? Finora la medicina ci ha detto di no. Esistono però medici che pensano sia possibile, come il neurochirurgo italiano Sergio Canavero. Canavero sostiene di aver eseguito con "successo" il trapianto di testa tra due persone prive di vita e aveva trovato un paziente disposto a sperimentare questo trapianto innovativo. Il paziente, però, dopo essersi innamorato ha rinunciato alla cura. La possibilità di un corpo nuovo aveva smesso di essere più importante del rimanere in vita.

A cura di Maria Bosco
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Lo scambio di cervelli in “Povere Creature” è possibile nella realtà?
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Povere Creature è stato uno dei film di spicco dell'edizione 2024 degli Oscar, aggiudicandosi 4 statuette (anche se quella per miglior film è andata a Oppenheimer). Il film contiene molti rimandi ad altri film, opere d'arte e eventi storici, ma uno dei collegamenti più evidenti è quello con Frankestein, nella fattispecie per quanto riguarda il trapianto di cervello. Ma è davvero possibile nella realtà? Al giorno d'oggi non è mai avvenuto, e la maggior parte della comunità scientifica afferma con certezza che non sia possibile per via del rischio di ischemia e di rigetto e soprattutto dell'enorme difficoltà nel collegare il cervello al midollo spinale. Forse non tutti sanno, però, che nel 2017 un neurochirurgo italiano Sergio Canavero ha eseguito un Cina questo tipo di operazione su due persone già prive di vita.

Non è trapianto di cervello, ma “di testa” – o “di corpo”

La medicina odierna sa fare cose incredibili, come sostituire un cuore che non funziona più. È la “magia” dei trapianti, operazioni molto complesse con non poche complicazioni. Ma vi siete mai chiesti se sia possibile trapiantare un cervello? L'abbiamo visto fare in film come Frankenstein e Povere Creature, appena premiato agli Oscar, ma è possibile farlo nella vita reale?

trapianto di cervello povere creature testa

Qualcuno se l'è chiesto, e sta lavorando da anni per riuscirci. Si tratta di Sergio Canavero, neurochirurgo italiano che ha affermato nel 2017 di aver eseguito con successo il primo trapianto di testa della storia su due cadaveri. Queste ultime parole fanno già riflettere: se si tratta di scambio di organi tra due corpi senza vita, non è corretto chiamarlo trapianto, e come si fa a parlare di successo se il paziente non solo non è sopravvissuto, ma addirittura non era in vita ancora prima dell'operazione? Inoltre la storia di Canavero è stata più volte messa in discussione per la sua fumosità. Si tratta di un'operazione eseguita in Cina con il supporto del Dottor Xiaoping Ren e non si hanno evidenze certe di come i risultati che hanno ottenuto abbiano una validità scientifica quando si tratta di eseguire il trapianto su un essere vivente.

Tecnicamente, non stiamo parlando di trapianto di cervello, perché non è solo il singolo organo ad essere trasferito, ma tutta la testa del paziente che viene prelevata a partire dalla cervicale. Anzi, più precisamente si tratta di un trapianto "di corpo", perché al paziente in vita viene appunto donato un corpo "nuovo". È una procedura infatti pensata per pazienti con malattie degenerative del corpo.

trapianto di testa

Questo tipo di procedura è stata eseguita – prima del tentativo di Canavero – su scimmie e ratti, con risultati promettenti ma non sufficienti. Nel corso degli esperimenti infatti, le cavie sono sì sopravvissute, ma per poi decedere dopo qualche ora o giorno, e senza dare evidenza di progressi motori.

In cosa consiste l'operazione?

L'operazione consiste nel portare a profonda ipotermia (10 ºC) la testa del paziente e il corpo del donatore, così da bloccarne temporaneamente le funzioni e consentire lo "scambio". La parte cruciale del tutto sta nel riuscire a ricollegare perfettamente terminazioni nervose, arterie e vene, e soprattutto il midollo spinale, fondamentale per consentire la ripresa della mobilità. Un tipo di operazione del genere è complessissima, a detta del dotto Canavero infatti sarebbero necessarie 18 ore di intervento e ben 150 professionisti all'opera simultaneamente.

Gli ostacoli che non rendono possibile un trapianto di cervello

Sono tantissime le difficoltà di un'operazione del genere. L'autonomia di un cervello senza corpo è estremamente limitata poiché in mancanza di sangue e ossigeno si va in contro ad una ischemia. Ma anche se questo non avvenisse, a oggi sono poche le esperienze di ricostruzione riuscita del midollo spinale. Se questo problema fosse facilmente risolvibile come annunciato da Canavero, avremmo i mezzi per curare le disabilità motorie che ancora oggi non sono trattabili.

Un altro aspetto da non sottovalutare sono i problemi post operatori. Se anche l'operazione riuscisse con successo, i trapianti purtroppo prevedono spesso il rigetto dell'organo donato. Questo significa che il nostro corpo non riconosce la "nuova" parte, e la rifiuta. In questo caso si tratterebbe del rifiuto di un intero corpo. Inoltre, per quanto riguarda il trapianto di parti corporee visibili, si va spesso incontro ad un rifiuto psicologico da parte del paziente, che non riesce a prendere confidenza con la nuova parte del corpo. È successo per esempio a pazienti con trapianto di mano, che hanno poi preferito una protesi meccanica a una mano trapiantata.

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Chiaramente, trattandosi di un'operazione così invasiva, non possiamo tralasciare l'aspetto etico. Un'operazione del genere risulta estremamente costosa, e dare la possibilità a chi ha i mezzi economici di poter cambiare corpo "a proprio piacimento", non è ben visto né dalla comunità scientifica né dalle diverse comunità religiose.
In ogni caso, ad oggi questo pericolo non è presente, anche se potrebbe esserci in futuro.

Il tentativo sfumato del primo trapianto su un paziente in vita

Nonostante le considerazioni fatte sopra e il dilagante scetticismo della comunità scientifica, Canavero dichiarò nel 2017 che avrebbe eseguito il primo intervento su un paziente in vita, avendo trovato il donatore giusto. Il 31enne russo Valery Spriridonov, affetto da una malattia autoimmune ai muscoli, si diceva infatti pronto a subire l'intervento, nonostante l'alta probabilità di insuccesso.

Purtroppo per Canavero, comunque, le cose non sono andate come previsto. A fregare il neurochirurgo è stata un'arma inaspettata: l'amore. Spriridonov infatti, dopo essersi innamorato di quella che sarebbe poi diventata sua moglie e madre di suo figlio, ha deciso di rinunciare all'operazione. Rischiare di morire, non era più un'opzione percorribile per lui.

Così ancora oggi, il trapianto di cervello, di testa o di corpo che dir si voglia, rimane un territorio inesplorato della medicina odierna per quanto riguarda pazienti umani vivi. Ma non possiamo sapere cosa ci riservi il futuro.

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Maria Bosco
Content editor
Sono laureata in Matematica e Ingegneria Matematica, con la grande convinzione che sia possibile rendere la matematica divertente e comprensibile. Ex-pallanuotista, amante dello sport, dopo aver lavorato nella consulenza informatica, in piena crisi dei trent’anni sono finita a lavorare in televisione per poi finalmente approdare in Geopop.
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