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26 Aprile 2023
8:30

Battaglie e guerre decise dalla conoscenza della geografia e della morfologia del territorio

La morfologia del terreno e la conoscenza del territorio hanno condizionato l'esito di molte importanti battaglie storiche, spesso decretando vincitore chi ha saputo interpretare meglio la geografia dei luoghi di scontro.

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Battaglie e guerre decise dalla conoscenza della geografia e della morfologia del territorio
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La geografia e la storia sono strettamente collegate tra di loro. La geografia fisica, in particolare, e la conoscenza del territorio hanno giocato un ruolo cruciale in particolari eventi storici: le battaglie. Alcune guerre sono state decise da grandi strateghi militari del passato che hanno saputo sfruttare al meglio la morfologia del terreno. Vediamo qualche esempio in cui la geografia è stata così determinante in guerra.

La conoscenza del terreno nella Battaglia di Maratona

La battaglia di Maratona, combattuta in Grecia nel 490 a.C., è ricordata per essere una delle vittorie più gloriose dell’esercito di Atene contro gli invasori persiani e la morfologia del terreno ha giocato un ruolo cruciale. Il teatro della battaglia fu la baia di Maratona, che si presenta come una pianura bagnata dal mare da un lato e circondata da colline sugli altri lati.

Questa del 490 a.C. fu la prima vittoria ateniese durante la prima guerra persiana e fu una vittoria simbolica che contribuì a far crescere le idee ateniesi di democrazia. Senza la conoscenza del territorio che portò alla vittoria ateniese della battaglia di Maratona, forse oggi non avremmo le democrazie moderne e racconteremmo una storia diversa

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Sarcofago con la raffigurazione della battaglia di maratona

Durante la battaglia, Milziade, generale dell’esercito ateniese, conoscendo il territorio, scelse di schierare le sue truppe sulle colline che dominavano la spiaggia e la pianura, senza far scendere i suoi soldati in pianura, dove i persiani sarebbero sbarcati. Gli ateniesi scelsero questo luogo con paludi e terreni montuosi perché, oltre a garantire una visione chiara sulla pianura sottostante, era più favorevole per le tecniche di combattimento dei greci, mentre i persiani, dotati di più cavalleria, preferivano la pianura asciutta.

Inoltre, i persiani non poterono coordinarsi velocemente e sbarcare tutte le loro truppe in una volta sola perché, a causa del fondale marino basso sulle spiagge di Maratona, avevano dovuto ancorare le navi al largo. In questo modo l’esercito greco, nonostante fosse in inferiorità numerica, riuscì a sfruttare la conoscenza del territorio per circondare i persiani che sbarcavano e rimanevano bloccati in pianura dalle paludi, dalle foreste e dalle montagne, e colpirli soprattutto sulle ali del loro schieramento, vincendo così la battaglia.

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Battaglia di Maratona – Strategia greca. Credits: modificata da The Department of History, United States Military Academy

Le difficoltà di una guerra in montagna durante la Prima Guerra Mondiale

Durante la Prima Guerra Mondiale la geomorfologia delle Alpi è stata determinante sul fronte italiano. Questa volta la geografia fisica non ha influenzato tanto l’esito delle battaglie, quanto invece la modalità con cui venivano combattute, alterando l’equilibrio tra le forze italiane e austriache.

A quell’epoca l’Alto Adige e parti delle province di Trento e di Belluno non erano territorio italiano, ma austriaco. Per conquistare questi territori, l’esercito italiano decise di concentrarsi soprattutto sulla conquista dei passi montani austriaci che, rappresentavano fondamentali punti di comunicazione nella complessa morfologia delle Dolomiti, caratterizzata da alte cime, ripidi pendii e strette valli.

I passi erano però tutti dominati da vette molto alte, che permettevano agli austro-ungarici di mantenere facilmente le posizioni difensive e quindi di controllare i movimenti lungo le valli, mandando all’aria tutti gli attacchi italiani.

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Alpini Italiani in marcia a 3000 metri di altitudine, 1917

La migliore conoscenza del territorio era fondamentale: esistevano soldati il cui unico incarico era andare in avanscoperta e tornare, riferendo la conformazione del territorio da conquistare. Sul fronte dolomitico però, per tutta la durata della guerra, il possesso delle posizioni di vetta degli austriaci permise loro di difendere il proprio territorio in modo efficace, annullando i tentativi italiani che attaccavano in salita scontrandosi con un limitato spazio di manovra.

Dopo due anni e mezzo di battaglie, anche gli italiani dimostrarono di conoscere il territorio, ottenendone vantaggi: capirono che la dolomia, la roccia di cui sono fatte le montagne, è una roccia compatta, che si presta alla costruzione di gallerie che gli diedero dei vantaggi tattici, oltre a permettergli di affrontare meglio le basse temperature invernali.

Durante tutte queste battaglie la geomorfologia giocò un ruolo cruciale rendendo la guerra particolarmente dura: fece sì che l’organizzazione delle difese austro-ungariche e i piani d'attacco ideati dagli italiani seguissero sempre lo stesso schema, senza consentire a nessuno dei due schieramenti di sottomettere l’altro definitivamente.

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Militari della Prima guerra mondiale in montagna in un momento di riposo

Altri esempi dell'importanza della conoscenza del territorio in battaglia

La geografia e la conoscenza del territorio hanno influenzato l’esito e le modalità di altre importanti battaglie della storia, dalla battaglia di Teuteburgo degli antichi romani, alla battaglia di Waterloo di Napoleone, fino alla battaglia di Stalingrado durante la Seconda Guerra Mondiale.

Lo studio della geografia è molto importante e si lega molto strettamente agli eventi del passato: chi conosce meglio il territorio e ne sa sfruttare le caratteristiche al meglio possiede un grande vantaggio strategico, a prescindere della capacità numerica o tecnologica della fazione nemica; per questa ragione, forse, senza lo studio della geografia fisica oggi racconteremmo una storia diversa.

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