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8 Settembre 2024
6:00

Quando è nato il nastro adesivo trasparente e chi lo ha inventato: storia, caratteristiche e tipologie

Il nastro adesivo trasparente nacque ufficialmente 93 anni fa grazie alle intuizioni dell'ingegnere Richard G. Drew. Ma qual era il suo scopo? E come è stato inventato? Ripercorriamo la sua storia.

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Quando è nato il nastro adesivo trasparente e chi lo ha inventato: storia, caratteristiche e tipologie
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L'8 settembre del 1930 il primo rotolo di nastro adesivo trasparente venne inviato dall'azienda produttrice 3M a un cliente che, entusiasta del prodotto, ne confermò la genialità. Questo oggetto, per quanto oggi ci possa sembrare banale, fu all'epoca una vera e propria svolta: i banchieri lo usavano per riparare banconote danneggiate, i contadini per sigillare le uova crepate e in casa si usava per chiudere le confezioni di latte aperto – per non parlare del suo impiego negli uffici. In men che non si dica questo prodotto – il cui nome esteso all'epoca era Scotch® Brand Cellulose Tape – divenne un oggetto immancabile nella vita di ogni cittadino. Ma come è stato inventato? Per scoprirlo dobbiamo fare un salto nel tempo e andare nell'industria automotive degli anni '20.

Dalla verniciatura delle auto al primo nastro adesivo

All'epoca la maggior parte delle auto in commercio era bi-colore e quindi durante la fase di verniciatura era necessario coprire in modo alternato prima una porzione del veicolo e poi l'altra… ma nessuno sapeva come farlo in modo ottimale. Spesso infatti si utilizzavano fogli di giornale fissati con la colla, ma come è facile intuire quando questi venivano rimossi spesso rovinavano la vernice già presente.

Un giorno un ingegnere della 3M, il ventitreenne Richard G. Drew, andò per lavoro in una negozio che si occupava di verniciatura. Lì sentì le lamentele di un operaio in merito ai problemi della colla e si offrì volontario per trovare una soluzione: avrebbe inventato un nastro capace di staccarsi dalla vernice senza rovinarla.

Decise di partire dall'adesivo utilizzato dall'azienda per la carta vetrata e fece vari esperimenti con oli vegetali, resine, colle e glicerina. Alla fine ottenne una formula dal colore ambrato composta in buona parte da colla da falegname mantenuta appiccicosa dalla presenza di glicerina su un supporto di carta crespa trattata. A conti fatti, aveva dato vita al primo nastro adesivo.

L'invenzione del nastro adesivo trasparente

In quegli stessi anni la DuPont lanciò sul mercato un altro materiale destinato a fare la storia: il cellophane. Drew, non appena lo vide, capì subito che poteva diventare un nuovo supporto per una versione impermeabile del suo primo nastro adesivo. Il problema è che il cellophane era un materiale piuttosto delicato: in fase di lavorazione tendeva a lacerarsi e a tagliarsi, senza contare il fatto che qui gli adesivi aderivano piuttosto male e macchiavano di un colore ambrato la pellicola trasparente.

Passo dopo passo però il team di Drew riuscì a superare tutte le difficoltà: prima trovarono un modo per tagliare e lavorare il cellophane senza spezzarlo, poi realizzarono una nuova colla incolore a base di oli, resine e gomma.
Il prodotto finale era pronto: come anticipato, l'8 settembre del 1930 il primo nastro adesivo trasparente venne spedito ad un cliente, decretando il successo di un prodotto che, in varie forme e modelli, è ancora estremamente popolare a quasi un secolo di distanza.

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Le tipologie di nastro adesivo

Ad oggi in commercio esistono numerosissime varietà di nastro adesivo e, oltre a quello tradizionale, tra le principali troviamo:

  • Nastro in carta, è la versione moderna del primo nastro di Drew, particolarmente utilizzato nel settore edile e artistico;
  • Nastro da imballo (o da pacco), particolarmente resistente all'umidità, all'abrasione e con un'ottima adesione al cartone;
  • Nastro biadesivo, cioè un nastro adesivo da entrambi i lati;
  • Nastro in tela, utile per riparare e rilegare grazie alla sua fitta trama.
Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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