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13 Maggio 2024
7:00

Chi ha inventato il gioco dei dadi? Storia di uno dei passatempi più popolari della storia

Chi non ha mai giocato a dadi? Il gioco è popolarissimo, sia nella versione “a sé stante”, sia per determinare il punteggio di altri giochi. I dadi hanno origini molto antiche e sono stati inventati in maniera indipendente in diverse civiltà. Vediamo la storia in breve di questo passatempo.

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Chi ha inventato il gioco dei dadi? Storia di uno dei passatempi più popolari della storia
storia del gioco dei dadi

La prima attestazione dei dadi risale all’incirca al IV millennio a.C., ma il gioco si è sviluppato in modo indipendente in popolazioni diverse in tutto il mondo. I dadi erano popolari in molte civiltà antiche, a partire almeno da quella egizia. Sebbene in origine si usassero oggetti di forma diversa, come gli astragali, già nel mondo antico era nota la configurazione “classica” del dado, di forma cubica e con punteggio da uno a sei. Nella civiltà romana, il gioco dei dadi andò incontro a grande popolarità e ad esso è legata, sia pure indirettamente, la celeberrima frase di Cesare: "il dado è tratto". Nelle epoche successive, la popolarità dei dadi non è mai venuta meno. Vediamo la storia in breve di questo gioco.

Cosa sono i dadi

Lo sappiamo tutti: i dadi sono piccoli oggetti che si lanciano per determinare un punteggio. In genere, si lascia rotolare un dado (o più dadi) su una superficie piana; la faccia rivolta verso l’altro è quella che determina il risultato. Nella configurazione più classica, i dadi hanno forma cubica e punteggio da 1 a 6. Esistono, però, anche dadi di altre forme e con punteggi diversi. I dadi possono essere usati “da soli”, cioè in giochi specifici basati sul risultato dei lanci, o per determinare il punteggio di altri giochi, in particolare di quelli da tavolo.

L’ “invenzione” dei dati nel mondo antico e l’uso degli astragali

L’uso dei dadi è antichissimo e già nel mondo antico circolavano leggende sulla loro origine. Secondo il tragediografo Sofocle, il gioco era stato ideato durante la guerra di Troia; secondo lo storico Erodoto, era stato inventato dal popolo dei Lidi, stanziato in Asia minore (nell'attuale Turchia).

In realtà, i dadi sono stati “inventati” da diverse civiltà in maniera indipendente le une dalle altre. I primi esemplari conosciuti, non ancora a forma di cubo, risalgono alla fine del IV millennio a.C. Sappiamo, inoltre, che nell’antico Egitto, circa 3000 anni prima di Cristo, si usava una sorta di dadi, di forma cilindrica, per giocare a senet, il più antico gioco da tavolo del quale si abbia notizia.

In varie civiltà antiche, la funzione dei dadi era svolta dagli astragali, cioè piccole ossa appartenenti al tarso degli ungulati (una vasta categoria di mammiferi) che, per la loro forma tetraedrica, si prestavano bene allo scopo.

Astragali naturali
Astragali naturali

Tuttavia, già alcuni popoli del mondo antico conoscevano i dadi nella configurazione attuale, con sei facce e punteggio da uno a sei. I più antichi dadi di questo genere, ritrovati dagli archeologi in un villaggio neolitico dell’attuale Scozia, sono databili tra il 3100 e il 2400 a.C.

I dadi, o oggetti con la medesima funzione, erano noti a molte civiltà antiche. Probabilmente, in alcuni luoghi non erano usati però per giocare, ma per prevedere il futuro. I materiali di costruzione erano molto eterogenei: anzitutto osso, ma anche legno o metalli.

“Il dado è tratto”: i dadi a Roma

Il gioco dei dadi andò incontro a grande popolarità nelle civiltà romana. Il gioco, che in casi non rari provocava risse e problemi di ordine pubblico, teoricamente era vietato dalla legge (con l’eccezione di alcune feste, durante le quali era lecito), ma era ugualmente praticato su vasta scala. Esistevano persino giocatori “professionisti” che, servendosi talvolta di dadi truccati, sbarcavano il lunario attraverso i proventi del gioco.

Ai dadi è legata anche una delle frasi più celebri dell’epoca di Roma antica: alea iacta est (il dato è tratto), pronunciata da Cesare nel 49 a.C. al momento di varcare il fiume Rubicone con il suo esercito, per intendere che il dato era ora ormai stato lanciato e non si poteva tornare indietro (superare il Rubicone con l’esercito in armi era vietato dalla legge e significava l’inizio della guerra civile). Tuttavia, secondo un’altra interpretazione, la frase esatta sarebbe stata alea iacta esto, con valore di esortazione: si tragga il dado.

Dadi di età romana (credits The Portable Antiquities Scheme)
Dadi di età romana (credits The Portable Antiquities Scheme)

I dadi dal Medioevo a oggi

I dadi continuarono essere usati nel Medioevo, durante il quale servivano per numerosi giochi, diversi a seconda dei tempi e dei luoghi. Nel territorio italiano, uno dei più popolari era il gioco della zara, basato sul lancio di tre dadi dei quali si doveva indovinare il punteggio, che è persino citato da Dante nella Divina Commedia.

Con il passare dei secoli i dadi non hanno perso la loro popolarità e oggi, oltre a quelli “classici”, ne esistono di innumerevoli tipi diversi. Per esempio, sono diffusi i dadi da poker, che riproducono i simboli delle carte da gioco, e dadi con un numero di facce superiore a sei.

Oggi i dadi sono realizzati quasi sempre in plastica, sebbene esistano anche versioni in metallo, legno e pietra. Come nel mondo antico, si usano per giochi specifici, come il celebre yathzee, o per determinare il punteggio nei giochi da tavolo.

Dadi da poker
Dadi da poker
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