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14 Aprile 2025
18:30

Central Park, il famoso parco di New York: cosa c’è all’interno e com’è stato costruito

Central Park si trova nel distretto di Manhattan, nel cuore di New York. È il più grande parco della Grande Mela e uno tra i parchi pubblici più famosi del mondo, apparso in decine di film e serie TV. Al suo interno si trovano numerosi punti di interesse e il progetto per la sua realizzazione iniziò nel 1858.

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Central Park, il famoso parco di New York: cosa c’è all’interno e com’è stato costruito
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Central Park è uno dei parchi più famosi del mondo: situato nel distretto di Manhattan a New York tra il fiume Hudson e l'East River, ha un'area di ben 3,41 km2. Al suo interno ci sono decine di km di percorsi pedonali e ciclabile, oltre che a laghi, musei, zoo, sale concerti e tanto tanto altro. Si tratta insomma di una delle attrazioni più importanti della Grande Mela… anche se non tutti sanno che fino a qualche decennio fa in questa stessa area c’erano solo case e il parco è stato costruito a tavolino dopo aver demolito interi quartieri residenziali.Le rocce del parco pubblico di Manhattan

Com’è fatto Central Park e cosa c’è al suo interno

Come anticipato, Central Park si trova nel cuore di New York, tra il fiume Hudson e l’East River. Il parco misura circa 4 km di lunghezza per 800 metri di larghezza e ha una superficie complessiva di 3,41 km2. Per avere un’idea, è più della superficie del principato di Monaco e della città del Vaticano messe assieme, ma – piccola curiosità – allo stesso tempo è circa la metà rispetto al parco della Villa Reale di Monza.

All’interno del parco ci sono più di 93 km di percorsi pedonali, anche se è interessante il fatto che in passato non tutti potevano essere percorsi a piedi: una parte dei percorsi era effettivamente pedonale, come oggi, mentre altre corsie erano riservate ai cavalli al trotto e altre ancora solo alle carrozze. Si trattava di un modo per diminuire disagi alla circolazione… anche se di fatto questo creò all’epoca una divisione “classista”, con i poveri sui percorsi a piedi e i ricchi su quelli a cavallo: anche per questo con gli anni si decise di renderli tutti pedonali e ciclabili.

Ma Central Park non è solo percorsi pedonali: al suo interno ci sono tantissimi punti di interesse che lo rendono un luogo unico al mondo: parlo ad esempio del Metropolitan Museum of Art, della fontana e della terrazza Bethesda, dello zoo o dei numerosi laghi realizzati al suo interno. Perché sì, anche i laghi sono stati realizzati apposta per il parco, prima non esistevano.

Le uniche cose autentiche di Central Park sono… le rocce.

Le rocce del parco pubblico di Manhattan

Queste sono lì da prima che ci fosse il parco, anzi, da prima che esistesse New York e, pensate, hanno un’età che in alcuni casi arriva a 1,1 miliardi di anni. Tra queste ce ne sono alcune particolarmente degne di nota, come ad esempio la Vista Rock, sulla quale sorge il Castello Belvedere. Tra l’altro – piccolo aneddoto – qua dovevano sorgere inizialmente due castelli ma i fondi per il parco stavano terminando, e quindi al posto di questo secondo castello per risparmiare si decise di realizzare una tettoia in legno.

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Credit: Stig Nygaard

A proposito di fondi e di progetti, credo sia ora di fare un salto indietro nel tempo e andare a vedere come è nata l’idea di realizzare un parco così grande in mezzo alla città.

Il progetto di Central Park a New York

Siamo all’inizio dell’Ottocento: la città di New York è in rapida espansione e la classica struttura a griglia che tutti conosciamo si fa sempre più fitta. Questo, come è facile intuire, impediva la realizzazione di un parco degno di questo nome. Sì, esistevano aree verde, ma si trattava di piccoli spiazzi sparsi qua e là. La situazione iniziò a cambiare nel 1853, quando le alte cariche del paese decisero di realizzare un’area verde per tutti i cittadini… ma… dove sarebbe stata costruita se l’isola di Manhattan era quasi totalmente coperta di case?

Semplice, qualche quartiere andava demolito. La principale area coinvolta in questo maxi-lavoro di demolizione sarebbe stata quella tra la 59ª e la 106ª strada, includendo quindi il Seneca Village. Il Seneca Village era una comunità dove vivevano e lavoravano molti ex-schiavi. Ricordiamoci che siamo a metà dell’Ottocento, e la fine della schiavitù era stata decretata da pochissimi anni.

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Area occupata dal Seneca Village.

All’epoca il Governo aveva l’autorità per poter espropriare case di privati se andavano realizzate certe opere pubbliche, ma per evitare di passare come “prepotenti”, decisero di mettere in atto una strategia diffamatoria a carico degli abitanti del Seneca Village: tramite giornali e dichiarazioni pubbliche, si cercò di far leva sul razzismo latente della New York di quegli anni, convincendo tutti che, forse, demolire quel quartiere sarebbe stato un bene, a prescindere dal parco.

Mentre questa campagna era in corso, si decise di indire un concorso sul New York Times per decidere quale architetto si sarebbe occupato del progetto.

La costruzione del parco

Per vincere questo bando era necessario presentare progetti che includessero certi elementi, tra i quali troviamo:

  • strade che permettessero di attraversare il parco da parte a parte;
  • una fontana;
  • un campo da cricket;
  • un’area dedicata al pattinaggio sul ghiaccio durante l’inverno;
  • una sala concerti.

Il progetto vincente avrebbe ricevuto un budget di 1,5 milioni di dollari, che oggi equivarrebbero a qualcosa come 60 milioni di dollari. Complessivamente vennero presentati 32 diversi progetti. Tra questi c’era chi proponeva eleganti giardini in stile europeo, altri proponevano giardini a terrazze, ma alla fine il 28 aprile 1858 venne scelto il vincitore. Si trattava del Greensward plan, opera dei designer e architetti Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux. La loro idea era molto simile a quello che vediamo oggi, quindi un giardino totalmente studiato a tavolino ma che desse la sensazione di essere un’area naturale quasi incontaminata.

A questo punto potevano partire i lavori di costruzione: il Seneca Village e tutte le case che rientravano all’interno del futuro parco vennero demolite, costringendo 1600 persone a trasferirsi forzatamente – dietro un piccolo compenso statale ritenuto insufficiente. Dopo aver raso tutto al suolo – ad eccezione delle rocce di basamento presenti ancora oggi – si iniziò a costruire edifici, piantare alberi e fare tutto il necessario per rendere il Central Park il luogo che oggi conosciamo.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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