Circa 66 milioni di anni fa, un meteorite con un diametro superiore a 10 km colpì la Terra nell’attuale Penisola dello Yucatán, nell'attuale Golfo del Messico, vicino al paese di Chicxulub Puerto in Messico, che a quel tempo si trovava interamente sott’acqua. Il risultato fu un cratere da impatto largo oltre 200 km, profondo circa 20 km, le cui morfologie sono ancora oggi visibili attraverso misurazioni radar satellitari e gravimetriche, nonostante il cratere sia stato completamente riempito da rocce più recenti. Denominato cratere Chicxulub, un termine Maya che si traduce più o meno come “coda del diavolo”, la sua formazione è universalmente associata all'ultima estinzione di massa nella storia della Terra, con la scomparsa dei dinosauri e la fine di oltre il 75% delle specie viventi nel tardo periodo Cretacico.
Dove si trova il catere Chicxulub e come è fatto: immagini e dimensioni
Il cratere Chicxulub si trova nel sottosuolo della penisola dello Yucatán e del Golfo del Messico ed è uno dei crateri d’impatto più grandi mai scoperti sulla Terra. Con una dimensione di circa 200 km in larghezza e 20 km in profondità, Chicxulub è secondo solo al cratere Vredefort, scoperto in Sudafrica, il cui diametro si stima potesse raggiungere i 300 km. Il cratere è oggi coperto da una coltre di rocce e sedimenti spessa tra 600 e 1200 metri e quindi non è visibile a occhio nudo dallo spazio. Tuttavia, diverse tecnologie hanno permesso negli ultimi 30 anni di osservarne indirettamente la morfologia e di misurarne le dimensioni.
Sin dai primi anni '90, il sottosuolo della penisola dello Yucatán è stato studiato attraverso indagini sulle anomalie gravimetriche, ossia deviazioni dal campo gravitazionale previsto o normale che riflettono variazioni nella densità delle rocce al di sotto della superficie. Le indagini hanno rivelato l’esistenza di strutture con geometria semicircolare, troncate verso nord-ovest e nord-est, interpretate come gli anelli e il margine del cratere d’impatto.
Nel 2003, la "Shuttle Radar Topography Mission", una missione congiunta della NASA, NGA, e delle agenzie spaziali italiana e tedesca, finalizzata a creare un modello digitale dettagliato dell'elevazione del globo, ha rivelato tracce in superficie della presenza del cratere Chicxulub nel sottosuolo. Nell'immagine in rilievo prodotta, si può chiaramente vedere il profilo del bordo del cratere, evidenziato da una depressione semicircolare verde scuro vicino al centro dell’immagine. Questa depressione è profonda solo 3-5 metri e larga circa 5 km, ed è impercettibile a occhio nudo e certamente non percepibile camminandoci sopra.
Un'altra manifestazione superficiale del cratere è la presenza di sinkhole e doline nella regione a sud del suo margine. Nel corso del recente passato geologico, e ancora oggi, le acque sotterranee, una volta raggiunto il bordo del cratere, vengono deviate verso sud. Questo intenso flusso di acque sotterranee, nel tempo, ha innescato un processo di dissoluzione delle rocce calcaree a sud del cratere, formando un complesso di cavità sotterranee riempite d'acqua, conosciute localmente come cenotes.
Come e quando è stato scoperto il cratere dell'asteroide dei dinosauri
Le prime evidenze dell'impatto meteorico risalgono agli anni '60, durante il periodo di intensa esplorazione petrolifera nella penisola dello Yucatán. Dati raccolti attraverso indagini sismiche da Pemex, la compagnia petrolifera nazionale messicana, rivelarono la presenza di una profonda depressione nel sottosuolo. Tuttavia, questa fu inizialmente interpretata come una struttura vulcanica sepolta.
Altri indizi comprendono le cosiddette "impactiti", ovvero frammenti di roccia vitrea trovati all'interno delle carote di roccia, estratte dal sottosuolo durante le perforazioni dei pozzi petroliferi. Specialmente nel caso di grandi meteoriti, lo shock meccanico e termico causato dall'impatto può trasformare radicalmente la roccia colpita, che fonde e ricristallizza in pochissimo tempo, venendo anche lanciata in aria a grande distanza. Tuttavia, anche in questo caso, i geologi inizialmente ipotizzarono che questi frammenti fossero prodotti piroclastici di origine vulcanica.
Bisogna tenere in mente che negli anni '60 non si riteneva possibile che corpi extraterrestri potessero raggiungere e impattare la Terra. Solo nel 1991, diversi ricercatori iniziarono a collegare queste evidenze all'impatto meteorico, riconsiderando i dati e le scoperte precedenti sotto una nuova luce.
Come si è formato il cratere Chicxulub: cause e conseguenze dell'impatto
Gli esperti hanno stimato che il meteorite che ha colpito la penisola dello Yucatán potesse avere una larghezza compresa tra 10 e 15 km, praticamente tre volte l’altezza del Monte Bianco (4810 m), e una velocità tra 12 e 20 km/sec.
La geometria interna del cratere Chicxulub è più complessa rispetto ai piccoli crateri meteorici che immaginiamo con una forma a scodella. Dopo il forte impatto e l'espansione del cratere, il fondo del bacino iniziò a risollevarsi, formando un picco centrale al suo interno. Tuttavia, questa struttura si rivelò instabile e, a causa della forza di gravità, collassò su se stessa, generando un'altra struttura ad anello più piccola. Il risultato è un cratere con diversi anelli al suo interno.
L'impatto produsse terremoti con una magnitudo massima stimata superiore a 10 gradi sulla scala Richter, che scosse la Terra fino al suo nucleo. Nei minuti successivi, tsunami con picchi di altezza stimati attorno ai 1,5 km si propagarono dal luogo dell'impatto, raggiungendo distanze superiori a 220 km.
La forza dell'impatto fu tale da disintegrare il meteorite. Enormi quantità di frammenti di roccia fusa o semi-fusa furono espulse dal cratere e scagliate in atmosfera, raggiungendo luoghi ben oltre i margini del cratere stesso. Strati spessi anche oltre un metro di detrito espulso dal cratere, noto come ejecta, sono stati ritrovati a oltre 4000 km dal luogo dell'impatto. Al contrario, il materiale più fine e le polveri, viaggiando a altezze ben oltre la stratosfera, avvolsero l'intero pianeta. Nelle ore e giorni successivi all'impatto, i detriti, ricadendo al suolo, furono letali, trasformandosi in una vera e propria pioggia di proiettili incandescenti. Incendi si diffusero in tutto il globo. Nei giorni e mesi successivi all'impatto, le piante e animali cominciarono a perire a causa dell'ambiente ormai inospitabile.
L'impatto che ha creato il cratere Chicxulub è stato probabilmente il più catastrofico sulla Terra. Oggi, la maggior parte della comunità scientifica lo riconosce come il fattore decisivo nell'estinzione di oltre il 75% delle specie terrestri, avvenuta circa 66 milioni di anni fa, nel Cretaceo superiore, inclusa la scomparsa dei dinosauri.