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La primavera è la stagione della rinascita, quel periodo dell'anno in cui tutto pian piano riprende vita. I fiori sbocciano, gli animali cercano i propri partner, si estinguono i dinosauri… Aspetta aspetta aspetta, come?
Avete letto bene: un nuovo studio internazionale pubblicato su Nature nel 2022 suggerisce come il famoso asteroide che estinse i dinosauri possa aver colpito la Terra durante la primavera.
Ma come hanno fatto gli esperti ad arrivare a questa conclusione?
I dinosauri furono spazzati via da un asteroide
Secondo la teoria più accreditata sull'estinzione dei dinosauri, all'incirca 66 milioni di anni fa un enorme asteroide chiamato Chicxulub colpì la Terra in quella che oggi è la penisola dello Yucatán, in Messico, segnando la fine del periodo Cretaceo. Questo evento determinò l'estinzione di massa di oltre tre quarti delle specie di piante e animali presenti al tempo sulla Terra: tutti i dinosauri non aviari, gli pterosauri, le ammoniti, le rudiste e la maggior parte dei rettili marini scomparvero per sempre a causa di forti e repentini cambiamenti ambientali.
Come sappiamo la formazione dei fossili è un evento estremamente raro ma gli scienziati erano certi che qualche esemplare perito durante l'evento sarebbe arrivato fino a noi. Bisognava solo cercare con cura e sperare di avere fortuna.
Quando cadde l'asteroide? Lo studio sui pesci fossili
Al momento non sappiamo ancora con certezza quando l'asteroide colpì la Terra ma analizzando i fossili di alcuni pesci abbiamo un dato in più: l'impatto deve essere avvenuto durante la primavera boreale. Questa è la conclusione dell'equipe internazionale condotta dall'Università di Uppsala in Svezia, l'Università di Vrije di Amsterdan e Brussel e l'European Synchrotron Radiation Facility (ESRF).
Il team ha esaminato le ossa fossili di alcuni pesci acipenseriformi (un ordine di pesci di cui fanno parte gli odierni storioni) provenienti dai depositi di Tanis in Nord Dakota, morti con buona probabilità proprio il giorno in cui un asteroide largo quasi 10 km si è scontrato con la Terra.
Quando l'asteroide ha colpito la Terra, ha dato vita a enormi onde nei corpi idrici tra cui fiumi e laghi anche a grande distanza. Si sollevarano quindi grandi quantità di sabbie e fanghi dai fondali che inghiottirono i pesci – che, ahimè, vennero seppelliti vivi. Gli effetti dell'impatto sono visibili ancora oggi nel deposito di Tanis, che conserva un intero ecosistema fossilizzato. I pesci fossili si sono conservati quasi perfettamente, tanto da non mostrare quasi alcun segno di alterazione geochimica.

Analizzando i modelli di crescita delle ossa fossili di questi pesci, gli autori dello studio suggeriscono che gli esemplari possano essere morti proprio mentre la loro crescita stava accelerando grazie all'abbondanza di cibo. Sono stati analizzati forma e dimensione delle cellule così come gli anelli di accrescimento delle ossa rivelando che la crescita stagionale riconducibile al periodo primaverile debba essersi interrotta bruscamente. Anche le analisi isotopiche del carbonio presenti nel campione confermano il dato. Ecco che tutti gli indizi ci fanno intendere come questi animali si stessero preparando alla nuova stagione.

Il fatto che l'estinzione sia avvenuta durante la primavera boreale ci fa riflettere su un punto davvero interessante e cioè che nell'emisfero australe fosse autunno. Quindi gli organismi che nell'emisfero sud si sono rifugiati in tane o caverne potrebbero aver avuto molte più probabilità di sopravvivere all'evento catastrofico.
I risultati dello studio potrebbero aiutare a calibrare ulteriormente i modelli evolutivi esplorando la selettività dell'estinzione e offrendo preziose indicazioni per ricostruire le condizioni ambientali, climatologiche e biologiche che prevalevano a livello locale alla fine del Mesozoico.