
In futuro i veicoli a idrogeno, il car sharing e la micromobilità ibrida saranno soluzioni sempre più diffuse per garantire una mobilità sostenibile. L’emergenza climatica infatti si prospetta come la principale sfida del XXI secolo, e in Europa si stima che i trasporti siano responsabili del 25-30% delle emissioni climalteranti. Per rispettare gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento atmosferico, nei prossimi 25 anni sarà necessario abbattere le emissioni del 90% rispetto al 1990. In un mondo ideale l’adozione di veicoli 100% elettrici rappresenterebbe la miglior soluzione, e sebbene sia già possibile apprezzare la presenza sul mercato di veicoli con prestazioni discrete, è impossibile non notare come l’autonomia di questi mezzi sia penalizzata dall’efficienza e dalla capacità delle batterie. Vediamo quindi quali sono le principali soluzioni alternative in questo campo.
Veicoli ibridi a idrogeno
La grande presenza di motori a combustione interna nei veicoli ibridi è essenzialmente dovuta alla loro affidabilità e all’elevata densità di energia dei combustibili che impiegano. Esiste però la possibilità di impiegare veicoli ibridi con tecnologia a cella a combustibile (in inglese fuel cell). Si tratta di un generatore di energia elettrica, che sfrutta la reazione elettrochimica che avviene tra idrogeno e ossigeno e producendo così energia elettrica attraverso (perciò l'idrogeno non viene "bruciato" all'interno del generatore). Il prodotto di reazione è semplicemente acqua, per questo l’accoppiamento di un motore elettrico a una cella combustibile, permette di ottenere energia pulita senza emissioni inquinanti, limitando l'impatto sull'ambiente alla sola produzione industriale di idrogeno.
Questo tipo di tecnologia è molto flessibile, infatti – a differenza delle attuali batterie per auto elettriche – le bombole per contenere l'idrogeno in pressione sono più leggere (in termini di energia, trasportare 1 kWh "pesa" mediamente 12,5 kg se accumulato nelle attuali batterie, mentre per l'idrogeno bastano solo 1,7 kg), e consentono una maggiore autonomia. Inoltre esiste anche la possibilità di aggiornare veicoli con vecchi sistemi ibridi in serie alimentati con un motore a combustione interna per ottenere un nuovo veicolo a impatto "quasi zero".

Mobilità urbana e car sharing
Muoversi in città rappresenta sempre una sfida, soprattutto per chi – per ragioni di lavoro o di viaggio – arriva da fuori, dai tempi di percorrenza alla ricerca del parcheggio. Persino trovare casa con un posto auto diventa sempre più difficile, ed è anche per questo che nei grandi centri abitati le soluzioni di car sharing stanno divenendo sempre più popolari.
Per lo studio della mobilità sostenibile, eventi di grande portata come i giochi olimpici di Parigi 2024, rappresentano uno scenario molto interessante, in quanto i partecipanti all’evento avranno bisogno di muoversi liberamente in una delle metropoli più grandi al mondo. Infatti all'evento hanno partecipato circa 10.500 atleti provenienti da 206 nazioni e gli spostamenti di milioni di appassionati che la città dovrà ospitare.
Micromobilità ibrida: l’alternativa per il trasporto urbano
In alternativa ai classici veicoli per le lunghe percorrenze, i sistemi ibridi sono impiegati anche nei mezzi di trasporto per la micromobilità (ovvero la mobilità nel perimetro cittadino): stiamo parlando di veicoli ibridi muscolari-elettrici (conosciuti con l’acronimo HEHV, che sta per Human-electric hybrid vehicle) come i monopattini elettrici e le biciclette a pedalata assistita.
Esistono poi anche piccoli mezzi di trasporto che prevedono l'uso della sola batteria, che rientrano nella categoria BEV (Battery Electric Vehicle, o veicoli elettrici a batteria). Questi ultimi sono appositamente studiati per la mobilità urbana e sono ampiamente diffusi nelle grandi città, dove possono essere utilizzati liberamente prenotando la corsa attraverso le apposite app di sharing.
