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29 Dicembre 2023
14:28

Cosa mostra la faccia nascosta della luna e come abbiamo fatto a scoprirlo

La Luna ha una faccia nascosta che non è osservabile dal nostro pianeta: questo è causato dalla cosiddetta "rotazione sincrona"per scoprire l'aspetto dell'altra faccia della Luna abbiamo dovuto aspettare l'era spaziale.

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Cosa mostra la faccia nascosta della luna e come abbiamo fatto a scoprirlo
faccia oscura luna
Credit: NASA.

Quando la Luna orbita intorno al nostro pianeta, rivolge verso di noi sempre la stessa faccia ma in realtà me ha un'altra che a noi appare nascosta: il motivo di questo fenomeno risiede nel fatto che il suo periodo di rotazione (cioè il tempo che impiega la Luna per compiere un giro su se stessa) è uguale al suo periodo orbitale (ossia il tempo che impiega per compiere un giro completo intorno alla Terra), un effetto chiamato rotazione sincrona, comune a molti satelliti naturali nel Sistema Solare.

In questo articolo andiamo quindi a scoprire la "faccia nascosta" della Luna per raccontare quali sono state le tappe per la sua esplorazione, cominciata soltanto nel 1959.

Cosa c'è nell'altra faccia della Luna

Le prime fotografie della faccia della Luna rivolta dall'altra parte rispetto alla direzione della Terra sono state scattate il 7 ottobre 1959 dalla sonda sovietica Luna-3. Lanciata dal cosmodromo di Bajkonur in Kazakistan, la sonda è stata la prima a sorvolare la faccia lontana della Luna. Le immagini inviate a Terra sono ovviamente di qualità molto bassa rispetto a quelle che abbiamo a disposizione oggi, ma costituiscono la prima volta in assoluto in cui gli esseri umani hanno posato gli occhi sulla faccia della “faccia nascosta” della Luna, nonostante sia l'oggetto astronomicamente più vicino al nostro pianeta.

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La prima foto della faccia lontana del nostro satellite scattata dalla sonda Luna 3 il 7 ottobre 1959. Via Wikimedia Commons.

Le fotografia di Luna 3 (e successivamente della altre sonde lunari che hanno osservato la "faccia nascosta" della Luna) ci hanno mostrato una superficie al tempo stesso molto simile ma anche molto diversa dalla faccia che conoscevamo. La superficie della "faccia nascosta" era infatti simile a quella degli altipiani della faccia conosciuta, ricoperti di polveri che apparivano di tonalità chiara quando erano illuminate dalla luce del Sole, e costellata da numerosi crateri, sia grandi che piccoli; la superficie era però quasi completamente priva di zone scure, i "mari" di rocce basaltiche che caratterizzano la faccia della Luna che conosciamo da sempre.

La Luna al telescopio (foto 2010) (credit Gregory H. Revera)
La faccia a noi visibile della Luna. Credits: Gregory H. Revera.

Il connotato più rilevante sulla "faccia nascosta" della Luna è in realtà un'ampia area poco appariscente alle osservazioni visive, nota come Bacino Polo Sud-Aitken, un enorme affossamento largo 2.500 km (circa come l'Europa Occidentale) e profondo fino a 6000 metri nell'emisfero sud della faccia della Luna rivolta dall'altra parte rispetto alla Terra: si tratta di un gigantesco cratere meteoritico, il più grande segno di impatto sulla Luna e uno dei più grandi del Sistema Solare. Dato che si tratta di una vasta area dai confini poco definiti è difficile da osservare nelle fotografie, ma appare immediatamente nelle mappe di altitudine della superficie lunare.

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Mappa topografica della Luna. I colori indicano la differenza rispetto alla "altezza media" della superficie lunare. Visibili i mari lunari nella faccia visibile e in evidenza il Bacino Polo Sud–Aitken nell’emisfero sud della faccia nascosta della Luna. Credits: Mark A. Wieczorek via Wikimedia Commons, CC BY–SA 3.0.

Perché le due facce della Luna sono diverse

La spiegazione risiede probabilmente nella combinazione di diversi fattori, come la composizione chimica e lo spessore della crosta lunare nei due emisferi: questa differenza geologica ha avuto come effetto un diverso comportamento della faccia più vicina alla Terra, rendendola soggetta ad un numero maggiore di affioramenti magmatici, creati direttamente all'impatto di asteroidi sulla sua superficie, oppure dovuti a intensi episodi vulcanici innescati da impatti sulla faccia lontana. I due mari più grandi sulla "faccia nascosta" della Luna sono il Mare Moscoviense e il Mare dell'Ingegno, ma insieme costituiscono meno del 3% della superficie della faccia lontana della Luna; per confronto, i mari lunari che possiamo osservare dalla Terra costituiscono più del 30% della superficie della faccia più vicina al nostro pianeta.

Essendo costituita principalmente da altipiani più antichi, la "faccia nascosta" della Luna è anche più ricca di crateri da impatto. Il più riconoscibile è probabilmente il Cratere Jackson (dedicato all'astronomo scozzese John Jackson), caratterizzato da un ampio sistema di raggi che si dipartono dal luogo dell'impatto, costituiti da materiale di colore più chiaro sollevato dallo schianto dell'asteroide che ha dato origine all'evento.

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Immagine dell’emisfero settentionale della faccia nascosta della Luna, scattata dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA. In evidenza il Cratere Jackson e il suo sistema di raggi. By NASA via Wikimedia Commons.

Una curiosità: non esiste un “lato oscuro” della Luna

Contrariamente a quanto si sente spesso dire in giro, non esiste nessun “lato oscuro” della Luna.

O meglio: come tutti gli oggetti del Sistema Solare, la Luna riceve luce dal Sole, che la illumina per metà, lasciando l'altra metà nel buio. Ma questa “metà buia” non è sempre la stessa: cambia a seconda della lato che la Luna rivolge verso il Sole (esattamente come accade per la Terra, sulla cui superficie per la stessa ragione si alternano il giorno e la notte). Dalla combinazione tra la posizione della Luna relativamente alla Terra e la direzione dalla quale proviene la luce del Sole, osserviamo le fasi lunari: Luna Nuova, Luna Crescente, Luna Piena, Luna Calante, e poi ancora Luna Nuova.

L'idea di un "lato oscuro" della Luna ha messo radici nella cultura popolare anche a causa del titolo dell'album "The Dark Side of the Moon" dei Pink Floyd, pubblicato nel 1973 con la famosa copertina nera con il prisma che divide un raggio di luce nei sette colori dell'iride.

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Copertina dell’album "The Dark Side of the Moon" dei Pink Floyd. (Harvest Records/Capital Records, 1973). Via Wikimedia Commons.
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