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Tempesta solare in arrivo sulla Terra e blackout radio mondiale, smontiamo gli allarmisti con i dati

Secondo lo Space Weather Prediction Center del NOAA, è prevista una possibile tempesta geomagnetica “minore” per sabato 27 luglio (non venerdì 26 come si legge) e la possibilità di blackout radio severi con una probabilità ben inferiore al 10%. Ma allora perché stiamo leggendo così tanti titoli preoccupanti?

25 Luglio 2024
13:57
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Tempesta solare in arrivo sulla Terra e blackout radio mondiale, smontiamo gli allarmisti con i dati
tempesta solare blackout

Negli ultimi giorni si sono creati allarmismi ingiustificati sul possibile arrivo di una tempesta geomagnetica e di un blackout radio su scala internazionale per domani venerdì 26 luglio 2024 (ma in realtà, come vedremo, non è prevista alcuna tempesta geomagnetica per venerdì) stando alle osservazioni del Solar Dynamic Observatory della NASA. Sono molti i media e le testate che hanno scelto titoli che hanno creato preoccupazioni tra la popolazione, del tipo «Blackout mondiale in arrivo», «La NASA lancia l'allarme», «Pericolo di seri danni», «La tempesta solare più intensa degli ultimi 165 anni» (tornerò su questo punto più avanti perché è davvero esilarante). Addirittura c'è chi ha predetto il ritorno dell'aurora boreale in Italia. In realtà la situazione è ben diversa e per capirlo basta leggere i dati dell'ente di riferimento per la meteorologia spaziale, lo Space Weather Prediction Center del NOAA.

Le previsioni del NOAA su blackout radio e tempeste geomagnetiche

Al momento lo Space Weather Prediction Center non prevede nessuna tempesta geomagnetica per domani 26 luglio, mentre per sabato 27 luglio c'è la possibilità di una tempesta geomagnetica «minore» di categoria G1, la classe più debole, che verosimilmente avrebbe effetti minimi sulle reti elettriche e sulle telecomunicazioni. Tra l'altro il sito spaceweather.com, un altro riferimento internazionale per la meteorologia spaziale, parla di «low probability forecast», cioè “previsione a bassa probabilità”. Potremo quindi anche non assistere ad alcuna tempesta geomagnetica.

Per quanto riguarda invece la possibilità di blackout radio, lo Space Weather Prediction Center del NOAA attualmente valuta per oggi 25 luglio, domani 26 luglio e sabato 27 luglio una probabilità del 30% che non succeda nulla, al 60% la probabilità di blackout minori o moderati (quindi su scala locale) e “solo” al 10% la probabilità di blackout estesi.

Se andiamo a vedere le previsioni nel sito ufficiale dello Space Weather Prediction Center troviamo tutto già nella home page:

previsioni NOAA
Le previsioni dello Space Weather Prediction Center del NOAA per il 25–26–27 luglio 2024. I riquadri a sinistra con le lettere “R” si riferiscono ai blackout radio, mentre quelli colorati con le lettere “G” si riferiscono alle tempeste geomagnetiche. Fonte: NOAA–SWPC

Le sigle R1-R2 indicano rispettivamente la possibilità di blackout minori (categoria R1) o moderati (R2), mentre R3-R5 la possibilità di blackout intensi (categorie R3, R4 o R5). Quindi sì, tecnicamente il rischio di vasti blackout non si può escludere, ma la probabilità di un blackout globale (che comunque sarebbe limitato “solo” alla faccia della Terra esposta al Sole), quindi di categoria R5, è decisamente più bassa del 10%, non abbastanza per giustificare i titoloni catastrofici che stiamo leggendo in questi giorni.

Blackout radio e tempeste geomagnetiche non vanno confuse: le differenze

È importante poi sottolineare che in questo caso è sbagliato mettere nello stesso pentolone tempeste geomagnetiche e blackout radio, perché stiamo parlando di fenomeni fisici diversi che hanno peraltro un'origine diversa (che poi è il motivo per cui il NOAA classifica il loro rischio separatamente e con scale diverse). Le tempeste geomagnetiche sono causate da esplusioni di plasma dal Sole, quindi particelle di materia cariche elettricamente (principalmente protoni ed elettroni). I blackout radio di cui stiamo parlando sono invece provocati da brillamenti solari, cioè intense emissioni localizzate di radiazione elettromagnetica anche ad alta energia (raggi X e ultravioletti lontani).

Queste radiazioni hanno abbastanza energia per ionizzare gli atomi neutri presenti nella ionosfera, lo strato dell'atmosfera terrestre sopra i 60 km di quota circa in cui sono presenti anche ioni. La ionosfera è fondamentale per le telecomunicazioni perché riflette le onde radio permettendo così ai segnali emessi a terra di non disperdersi nello spazio ed essere rilevati anche a grandi distanze. Quando si ha un brillamento solare sufficientemente intenso, i raggi X e gli UV che arrivano dal Sole strappano elettroni agli atomi, aumentando così il numero di elettroni liberi nella bassa ionosfera alterandone temporaneamente gli equilibri e quindi la sua efficacia nell'interagire con i segnali radio. Dovendo interagire con più elettroni, le onde radio vengono degradate o indebolite fino a essere completamente assorbite, impedendo così le comunicazioni radio e provocando i blackout.

Anche le tempeste geomagnetiche possono interferire con le comunicazioni radio, per motivi analoghi, con la differenza che in questo caso è l'energia delle particelle espulse dal Sole a ionizzare la bassa ionosfera. Questo meccanismo è però decisamente più raro e meno efficace, ed è per questo che gli effetti più tangibili di una tempesta geomagnetica riguardano le reti elettriche e l'operatività dei satelliti.

tempesta solare blackout radio

L'origine degli allarmismi di questi giorni

Ma quindi da dove vengono tutti quei titoli preoccupanti che si leggono sul web e nei social? Per capirlo risaliamo all'inizio di questa storia, basandoci sui fatti. Martedì 23 luglio lo Space Weather Prediction Center ha emesso un avviso per una possibile tempesta geomagnetica di categoria G2 (“moderata”, cioè di intensità relativamente bassa) per la giornata successiva. Questa tempesta però non si è mai verificata, perché l'espulsione di materia solare non è riuscita ad “agganciarsi” al campo magnetico terrestre. Gli aggiornamenti del NOAA hanno poi cominciato a parlare di possibili blackout radio (che però, lo ricordiamo, in questo caso non sono correlati a eventuali tempeste geomagnetiche) e i media hanno cominciato a mescolare le due cose, con titoli del tipo «Tempesta solare provocherà blackout». Soltanto oggi il NOAA ha rilasciato la previsione per una possibile tempesta G1 nella giornata di sabato, quindi ogni contenuto che parlava di una tempesta solare in arrivo venerdì semplicemente diceva una cosa non vera. E questo senza contare la bassa probabilità di un blackout esteso di cui vi ho parlato sopra. Una cosa è comunicare una previsione, tutt'altra cosa è far preoccupare senza motivo la popolazione.

Insomma, quello che si è verificato è stato il risultato di un'errata comprensione di quanto stava accadendo unita a una mancata verifica della fonte principale, che in questo caso è il sito dello Space Weather Prediction Center. Una fonte, peraltro, in cui le informazioni chiave sono riportate direttamente in home page in modo chiaro e comprensibile anche ai non addetti ai lavori.

Tutto ciò è ancora più surreale nel momento in cui è cominciata a circolare nei media l'informazione che starebbe arrivando la tempesta solare più violenta degli ultimi 165 anni. Perché proprio 165 anni? Perché a 165 anni fa, cioè nel 1859, risale l'evento di Carrington, la tempesta geomagnetica più intensa mai registrata. Ma è assurdo anche solo pensare che una “moderata” tempesta di categoria G2 possa essere la peggiore dall'evento di Carrington: per dire, soltanto a maggio di quest'anno c'è stata una tempesta “estrema” di categoria G5, che ha avuto effetti importanti in tutto il mondo. Per non parlare delle “tempeste solari di Halloween” del 2003, anch'esse di categoria G5.

Con un minimo di ricerca si scopre che questa informazione proviene dal Daily Mail, una testata che notoriamente non è particolarmente autorevole. Ma la cosa più spassosa è che il Daily Mail ha tirato fuori questo numero in un suo articolo di maggio, quindi all'indomani della tempesta G5, in cui si dice che gli scienziati avrebbero previsto per il 2025 delle tempeste ancora più intense, le peggiori dall'evento di Carrington appunto. Il fatto che questo numero sia finito nei articoli degli ultimi giorni riguardo alle ultime previsioni NOAA è quindi semplicemente grottesco.

daily mail
Fonte: Daily Mail

In conclusione, permettetemi una riflessione. Quando si parla di questi argomenti si dovrebbe fare molta più attenzione alla ricerca delle fonti, alla verifica delle fonti e soprattutto alla corretta comunicazione del rischio. La meteorologia spaziale non è un giochino per nerd o una curiosità scientifica, ma uno strumento cruciale per proteggerci dai danni enormi che può provocare una tempesta geomagnetica estrema. Se si grida “Al lupo, al lupo” inutilmente e per troppe volte, la risposta potrebbe non essere adeguata se o quando ci sarà un reale bisogno di intervenire tempestivamente.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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