
Immagini satellitari della NASA (National Aeronautics and Space Administration) hanno messo in luce la formazione di una nuova isola in Alaska. L’isola, tuttavia, non si trova in mare aperto, come avremmo potuto immaginare in un primo momento, ma sorge nel cuore un lago glaciale originato dalla fusione di un imponente ghiacciaio.
Ma come ha fatto questa isola a spuntare da un terreno ricoperto fino a qualche anno fa da una massa di ghiaccio perenne?
Siamo ormai abituati a sentir parlare di cambiamento climatico e ritiro dei ghiacciai. Fenomeni in grado di trasformare il paesaggio nell’arco di pochi decenni, dando origine a nuove formazioni e morfologie. E il curioso caso della nostra isola parte proprio da qua.
Il ghiacciaio Alsek, nella costa sud-orientale dell’Alaska, si sta progressivamente ritirando a causa della fusione determinata dall’aumento delle temperature globali.
Questo fenomeno ha una duplice conseguenza. Da una parte, la perdita di massa dell’esteso corpo del ghiacciaio dovuta al continuo assottigliamento di questo; dall’altra, un continuo accumulo di acqua dolce derivante dalla fusione del ghiaccio.
Quando un ghiacciaio fonde, infatti, può succedere che l’acqua di fusione si accumuli in prossimità della sua parte terminale, formando quello che, in geologia, viene chiamato lago proglaciale.
Ed è proprio questa doppia combinazione di fattori ad aver generato la nostra isola.

Fino a pochi anni fa, un piccolo rilievo roccioso chiamato Prow Knob era circondato dai ghiacci dell’Alsek. Ma con il suo progressivo ritiro, il ghiacciaio ha perso lentamente il contatto con la formazione lasciandola libera, a poco a poco, dal suo stretto abbraccio e arretrando attorno ad essa rilasciando nel solco originato dal suo movimento una grande quantità di acqua di fusione.
Nell’estate del 2025, il ghiacciaio si è definitivamente separato dal monte lasciandolo racchiuso del tutto da un lago proglaciale: il Prow Knob si è così trasformato in isola.
L’evento è stato documentato tramite immagini scattate a distanza di diversi anni, tra il 1984 e 2025, con strumenti come il Thematic Mapper (TM) del satellite Landsat 5 e l’Operational Land Imager-2 (OLI-2) del satellite Landsat 9. Queste fotografie satellitari mostrano chiaramente come il fronte glaciale si sia ritirato sul lato est e sud del rilievo, lasciando spazio all’espansione di un lago, il cui volume è passato da 45 km² a 75 km² in circa 40 anni.