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25 Ottobre 2023
12:00

La “cometa del diavolo” si avvicina alla Terra, quando potrebbe essere osservabile

12P/Pons-Brooks, una grande cometa ribattezzata "cometa del diavolo" per via di un'espulsione irregolare di gas che le ha donato la forma di corna di diavolo, potrebbe essere visibile a occhio nudo nel 2024.

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La “cometa del diavolo” si avvicina alla Terra, quando potrebbe essere osservabile
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Credits: Juan lacruz, CC BY–SA 4.0 DEED, via Wikimedia Commons.

Dopo la cometa Nishimura che ha dato spettacolo nel cielo crepuscolare del mese di settembre, una nuova cometa si sta avvicinando a noi mentre sfreccia nella sua orbita attorno al Sole, riaccendendo così l'attenzione su questi affascinanti corpi del Sistema Solare. Si tratta della cometa 12P/Pons-Brooks, ribattezzata “cometa del diavolo” per via della sua chioma dalla peculiare forma a corna di diavolo. Si tratta di una grande cometa (larga circa 17 km) che ha visitato l'ultima volta i cieli della Terra circa 70 anni fa e potrebbe diventare visibile a occhio nudo nel giugno 2024.

Titoli allarmistici giocano sul fatto che la cometa abbia le dimensioni del monte Everest e si stia dirigendo in direzione della Terra, ma non c'è nulla di cui preoccuparsi, visto che passerà a oltre 230 milioni di chilometri dalla Terra, più della distanza tra la Terra e il Sole!. Vediamo in questo articolo cosa sappiamo di questa cometa, come ha assunto la sua forma peculiare e quali sono le previsioni di visibilità dalla Terra al suo massimo avvicinamento.

Le caratteristiche della “cometa del diavolo”

La cometa 12P/Pons-Brooks è una vecchia conoscenza degli astronomi, coi primi avvistamenti addirittura databili al XIV secolo. La moderna denominazione deriva dalla (ri)scoperta della cometa nel 1812 a opera dell'astronomo francese Jean-Louis Pons e nel 1883 da parte dell'inglese William Robert Brooks.

La Pons-Brooks è una cosiddetta cometa di corto periodo, ovvero in grado di compiere una orbita completa attorno al Sole in meno di 200 anni. In particolare, essa completa la sua orbita in poco meno di 71 anni. Il suo ultimo avvicinamento è infatti avvenuto nel 1954, mentre il successivo sarà l'anno prossimo, nella primavera del 2024, quando passerà a circa 232 milioni di km dalla Terra.

Le dimensioni stimate della cometa si basano su di un lavoro scientifico pubblicato nel 2020 utilizzando i dati del telescopio Lowell, avente uno specchio primario di 4,3 metri di diametro. Gli astronomi hanno raccolto immagini della cometa in diverse lunghezze d'onda, stimando un raggio del nucleo di circa 17 km, sebbene l'incertezza su questa misura sia ancora alta data la difficile determinazione dei contorni del nucleo cometario per la presenza di polvere e gas. Assumendo corretta questa misura, la cometa avrebbe una dimensione circa doppia rispetto a quella del monte Everest.

Perché viene chiamata “cometa del diavolo”

Il nucleo di una cometa è generalmente costituito di rocce, polveri e ghiacci, ovvero gas congelati. Quando una quantità sufficiente di radiazione solare incide sulla superficie cometaria (cioè quando la cometa è sufficientemente vicina al Sole) parte di questi gas sublima, cioè passa direttamente dallo stato solido a quello gassoso. I gas sublimati formano attorno alla cometa una tenue atmosfera chiamata chioma. Maggiore è il flusso di radiazione solare che incide sulla cometa, maggiore sarà la sublimazione del ghiaccio cometario e quindi l'estensione della chioma. La radiazione solare inoltre esercita una pressione su questi gas, creando una sorta di scia che segue la cometa, la cosiddetta coda cometaria.

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Foto della cometa C/2023 P1 Nishimura ripresa da astrofili spagnoli il 25 agosto 2023. Ben visibile in questa immagine la chioma e la coda cometaria. Credits: SomeAstroStuff, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons.

La sublimazione dei gas in superficie però non è sempre regolare. Talvolta la radiazione solare può causare vere e proprie esplosioni di gas sulla cometa che fuoriescono dalla superficie in maniera irregolare e asimmetrica. Questo è un comportamento tipico delle comete criovulcaniche – come appunto la 12P/Pons-Brooks – cioè composte da un criomagma formato da acqua, ghiacci di altre sostanze e polveri. Questo è ciò che gli astronomi pensano sia successo alla cometa 12P/Pons-Brooks.

Siccome la “cometa del diavolo” si sta avvicinando al Sole, nel mese di luglio ha espulso un grosso quantitativo di gas e polveri, aumentando la sua luminosità di ben 100 volte. L'emissione esplosiva irregolare di gas ha interagito con la chioma cometaria, modificandone la forma in quella di corna di diavolo, da cui il soprannome della cometa.

Perché il suo avvicinamento alla Terra non deve preoccuparci

Tecnicamente, affermare che la cometa si stia dirigendo in direzione della Terra è corretto, ma ciò non equivale ad affermare che la cometa sia in rotta di collisione con la Terra. Nonostante il suo perielio, cioè il punto di minima distanza dal Sole, sia infatti a 0,78 unità astronomiche (l'unità astronomica è la distanza media Terra-Sole, pari a circa 150 milioni di km) e quindi essa si troverà ad attraversare il piano orbitale terrestre, in realtà la cometa non intersecherà l'orbita terrestre, per cui non ci sarà nessun pericolo di collisione, anche data la sua grande distanza dalla Terra anche nel punto di massimo avvicinamento.

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La “cometa del diavolo” 12P/Pons–Brooks interseca il piano orbitale della Terra con un angolo di 74°, di conseguenza pur avvicinandosi a essa, non ne interseca mai l’orbita. Credits: NASA/JPL.

Il motivo dietro a questa affermazione sta nel fatto che bisogna ragionare tridimensionalmente e considerare che le comete non orbitano necessariamente sullo stesso piano dove giacciono i pianeti del Sistema Solare, ma esse possono provenire da ogni direzione. In particolare, la cometa 12P/Pons-Brooks possiede un'orbita che la porta a intersecare il piano orbitale terrestre tra l'orbita di Venere e quella della Terra con un angolo di 74°.

Le previsioni di visibilità della “cometa del diavolo”

Predire la massima luminosità che una cometa avrà avvicinandosi al perielio è un calcolo pieno di insidie, quindi vanno presi con le pinze. I fattori che entrano in gioco sono diversi, legati alla composizione del nucleo cometario e al numero di volte in cui la cometa ha già attraversato il Sistema Solare interno. Secondo i calcoli più recenti, la cometa dovrebbe raggiungere una magnitudine di 4,5 in prossimità del suo passaggio al perielio, valore che la renderebbe debolmente visibile anche a occhio nudo.

Ciò che mette in fibrillazione gli astronomi e astrofili non è però il passaggio al perielio della cometa bensì la sua distanza angolare non troppo elevata dal Sole in concomitanza con l'eclissi solare prevista per l'8 aprile 2024 (non visibile purtroppo dall'Italia). In quella data, utilizzando un telescopio a grande campo o un buon binocolo, sarà possibile sfruttare l'oscurità generata dall'eclissi per avvistare in un colpo solo la cometa e il disco solare oscurato dalla Luna. L'impresa non è semplice, ma gli astronomi ci hanno abituato a immagini mozzafiato, per cui appuntamento all'anno prossimo per questo eccitante evento celeste.

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