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12 Giugno 2025
14:07

Cos’è il carcere di Guantanamo e perché è degli USA: storia, diritti umani e tentativi di chiusura

Donald Trump ha intenzione di trasferire circa 9000 migranti irregolari nel carcere di Guantanamo, a Cuba, di cui circa 800 europei. La notizia sta destando scalpore per via della controversa fama del campo di prigionia, noto per le gravi violazioni dei diritti umani. Ricostruiamo la sua storia e la situazione attuale.

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Cos’è il carcere di Guantanamo e perché è degli USA: storia, diritti umani e tentativi di chiusura
Con la collaborazione di Rachele Renno
Analista politica e giornalista
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Il Camp Delta del carcere di Guantanamo, a Cuba. Credit: Kathleen T. Rhem

Sta facendo discutere la decisione di Donald Trump di trasferire 9000 immigrati irregolari – tra cui circa 800 cittadini europei – all'interno del carcere di Guantanamo, il campo di prigionia costruito nell'omonima base statunitense a Cuba, uno dei più famosi al mondo e tristemente noto per le ripetute violazioni dei diritti umani stabiliti dalle Convenzioni di Ginevra. Si tratta dell'ennesima stretta sull’immigrazione messa in atto dal Presidente USA grazie all'ICE (Immigration and Customs Enforcement), l’agenzia federale americana che si occupa di immigrazione.

Tra le persone coinvolte sembrerebbero esserci anche due italiani: il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha però rassicurato sul fatto che nessuno cittadino italiano sarà trasferito nel carcere di Guantanamo, specificando che «non c’è mai stato un pericolo per gli italiani».

La storia di Guantanamo risale al 1903, quando all'interno dell'omonima baia fu costruita una base militare che conteneva anche un carcere: le maggiori controversie, però, iniziarono poco dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, quando l'amministrazione Bush decise di trasferire a Guantanamo tutti i prigionieri accusati di terrorismo di matrice islamica, principalmente provenienti da Afghanistan, Pakistan e Iraq. Proprio durante questi anni sono state registrate gravi violazioni dei diritti umani, con torture e trattamenti degradanti denunciati anche da organizzazioni internazionali come l'ONU.

La storia del carcere di Guantanamo: perché è americano

La storia di Guantanamo e della base militare che contiene il carcere può essere fatta risalire alla Guerra ispano-americana del 1898: a seguito del conflitto, Cuba cessò di essere una colonia spagnola, trasformandosi in un protettorato statunitense per i successivi 4 anni, quando fu riconosciuta la completa autonomia dell'isola. Tuttavia, nel 1901 il Presidente USA McKinley pubblicò l'emendamento Platt, che riconobbe agli Stati Uniti il diritto di ingerenza politica e militare a Cuba, con l'obiettivo di tutelarne la sicurezza: fu proprio in questo modo che gli USA poterono costruire una base navale all'interno dell'isola, considerata come territorio americano.

Nel 1903 venne così costruita la base militare di Guantanamo Bay nel Sud-est di Cuba, all'interno della quale fu inserito anche un campo di prigionia: ecco perché il carcere di Guantanamo si trova all'interno di Cuba e non in qualunque altro luogo degli Stati Uniti. A tutt'oggi si tratta dell'unica base militare USA in un Paese comunista.

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La posizione della base militare di Guantanamo all’interno dell’isola di Cuba. Credit: Tiger Digm

La storia di questo carcere, però, inizia a diventare sempre più controversa dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001: dopo il crollo delle Torri Gemelle, l'allora Presidente USA George W. Bush decise di dare inizio a una «guerra globale al terrore», trasferendo a Guantanamo tutti i prigionieri accusati di terrorismo di matrice islamica e sospettati di avere collegamenti con l'organizzazione terroristica Al-Qaida. Secondo quanto riportato da Amnesty International, dal 2002 i prigionieri totali sono stati circa 800: dopo i diversi rimpatri e trasferimenti, a oggi ne restano poco più di 30, ma la situazione potrebbe cambiare drasticamente se la proposta di Trump venisse effettivamente realizzata.

La struttura di Guantanamo

La struttura detentiva di Guantánamo Bay si estende su una superficie di circa 120 km² ed era inizialmente formata da tre campi: il Camp Delta, il Camp Iguana e il Camp X-Ray. Proprio quest'ultimo fu dismesso nel 2002, sostituito da una serie di strutture carcerarie con spazi persino più limitati e restrittivi della libertà.

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Vista aerea della base navale di Guantanamo. Credit: US Navy

Il numero totale di celle non è chiaro: secondo quanto emerso da diverse inchieste internazionali, nel carcere sono presenti 6 diverse aree, ognuna delle quali contiene circa 40 celle singole estremamente piccole. Si parla infatti di circa 2,44 metri di lunghezza, 2,44 metri di altezza e 2 metri di profondità.

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Una delle celle del carcere di Guantanamo fotografata nel 2006. Credit: REUTERS/Brennan Linsley/Pool

Ai prigionieri è concesso di pregare per circa 20 minuti fino cinque volte al giorno. All'interno della struttura è inoltre presente una clinica medica e una biblioteca con diversi libri e magazine.

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Alcuni prigionieri in preghiera in una zona comune del carcere di Guantanamo. Credit: REUTERS/DoD/Petty Officer 1st Class David P. Coleman

La situazione attuale del campo di prigionia: le violazioni dei diritti umani

Ma quindi, cosa succede effettivamente all'interno di questa prigione? Quello che si configura all'interno di Guantamano è una sorta di «buco nero» dei diritti umani: dal punto di vista giuridico, infatti, i detenuti non sono considerati come imputati ordinari: questo significa che non sono sottoposti al normale ordinamento e alle garanzie legali e alle tutele di equo processo previste dalla legislazione americana. In altre parole, non possono avere rappresentanti legali o testimoni durante udienze e interrogatori. Ma chi finisce a Guantanamo non è nemmeno registrato come prigioniero di guerra: tutto questo genera una sorta di zona grigia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani e di quanto previsto dalle Convenzioni di Ginevra in merito al diritto umanitario.

La loro detenzione veniva quindi giustificata dagli USA come una «extraordinary rendition», ossia una procedura extra-giudiziale che prevede la cattura, la deportazione in luoghi segreti e l’interrogatorio dei sospetti con metodi particolarmente brutali, soprattutto all'interno di prigioni clandestine situate in Paesi dove la tortura non è espressamente vietata.

Negli anni, poi, sono trapelate le gravi torture e i trattamenti inumani e degradanti a cui erano sottoposti i detenuti: pur di ottenere confessioni e testimonianze, l'esercito americano è ricorso a diversi metodi e pratiche normalmente illegali e inflitte per provocare gravi sofferenze alla persona, tra cui il waterboarding, una sorta di annegamento controllato, l'alimentazione forzata e la privazione del sonno.

Paradossalmente, furono gli stessi americani a pubblicare alcune fotografie che testimoniavano le torture inflitte ai prigionieri: l'obiettivo, in realtà, era diffondere una sorta di «monito globale» e mostrare cosa succedeva agli appartenenti a organizzazioni terroristiche nemiche degli USA. Ecco perché i detenuti venivano mostrati inginocchiati e ammanettati, con parti del corpo parzialmente scoperte e grandi bende per coprire gli occhi.

campo guantanamo
Alcuni prigionieri del carcere di Guantanamo Bay, a Cuba. Credit: Shane T. McCoy, U.S. Navy

I tentativi di chiusura durante l'amministrazione Obama

Visto il diffondersi di numerose notizie sulle gravi violazioni dei diritti umani, anche negli USA iniziò a diffondersi l'ipotesi di chiudere definitivamente il carcere di Guantánamo Bay. Nella pratica, l'unico ad averci provato, almeno parzialmente, fu il Presidente Barack Obama durante il suo primo mandato.

Complice anche l'avvio di politiche di maggiore distensione con Cuba (con la quale i rapporti erano diventati estremamente tesi durante la Guerra Fredda), Obama arrivò a firmare un ordine esecutivo per eliminare definitivamente il campo di prigionia all'interno della base militare. Il suo provvedimento, tuttavia, fu bocciato dal Senato, che stabilì di lasciare operativa la struttura.

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