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Il Dow Jones Industrial Average (conosciuto come Dow Jones, oppure talvolta Dow o US30) è uno degli indici di borsa più famosi del mondo e il più famoso indice azionario della borsa di New York, che monitora l'andamento delle 30 più grandi aziende statunitensi quotate a Wall Street. Di fatto è considerato, più in generale, un indicatore della salute economica degli USA. L'indice prende il nome dai suoi due creatori: il fondatore del Wall Street Journal Charles Dow e lo statistico finanziario Edward Jones.
In questi giorni se ne sta parlando molto in seguito agli annunci di Donald Trump sull'entrata in vigore (e il successivo dietrofront) dei dazi, che hanno smosso le borse mondiali. Questo indice di borsa è particolarmente sensibile ai dazi imposti dall'amministrazione Trump perché questi potrebbero far aumentare i costi per le aziende, portando gli investitori a temere che così i profitti possano calare, con la conseguente vendita delle azioni, tra cui quelle presenti dentro il Dow Jones.
Come funziona il Dow Jones e quali aziende lo compongono
Per capire in modo semplice che cos'è il Dow Jones, possiamo immaginare questo indice di borsa come una sorta di classifica che rappresenta le 30 aziende più importanti quotate alla Borsa di New York, tra cui ci sono nomi molto conosciuti come Apple, Coca-Cola, McDonald’s, Microsoft, Nike, 3M, American Express, Boeing.
Il Dow Jones è un indice price-weighted: significa che ogni azienda ha un peso diverso all'interno dell’indice in base al prezzo della sua azione. Se un’azione costa molto avrà una grande influenza nel valore dell’indice, e viceversa se costa poco influenzerà meno l'indice.
Le aziende che ne fanno parte vengono scelte dalla redazione del Wall Street Journal, che seleziona quelle che lavorano stabilmente in America e che ritengono importanti e leader nel loro settore. Inoltre, la composizione dell’indice cambia raramente: eventuali modifiche avvengono solo in caso di eventi importanti come fusioni, acquisizioni o se una società perde di rilevanza.
Come i dazi di Trump influenzano il Dow Jones
In questo ultimo periodo si è parlato molto delle decisioni di Trump sui dazi, cioè quelle tasse applicate ai prodotti importati da altri paesi. Queste decisioni hanno smosso le borse mondiali, compresa quella americana con particolare incidenza nell’indice Dow Jones, ma perché?
Tutte le aziende, comprese quelle presenti nel Dow Jones, vendono e comprano prodotti da tutto il mondo. Se le aziende si trovassero a sostenere dei costi extra (i dazi, in questo caso) per comprare qualcosa proveniente da un altro Paese, e si trovasse quindi a dover pagare di più per comprare quell'oggetto (tra acquisto e tasse), vivrebbe un aumento dei costi che comporterebbe due possibilità: o ridurre i margini (e quindi avere meno utili da distribuire anche agli azionisti), oppure alzare i prezzi al cliente finale rischiando però che i clienti comprino meno (e anche qui rischiando di avere meno profitti).
Trovandosi di fronte a questo "rischio", coloro che hanno investito in queste aziende, per timore che queste possano guadagnare meno in futuro, iniziano a vendere le azioni. E quando tante persone vendono azioni, il valore di quelle aziende scende e quindi l'indice cala. Questo è ciò che è successo agli indici mondiali e anche al Dow Jones.
È importante ricordare però che gli indici mondiali subiscono oscillazioni da sempre e per sempre lo faranno, anche se ci sono periodi – come questo – in cui questi movimenti sono più repentini, con una salita/discesa più o meno ripida.