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22 Agosto 2024
6:00

Cos’è il potlach, la festa basata sul dono reciproco diffusa nel Pacifico

Il potlach è una famosa festa del Pacifico dove si gareggia a chi dona di più, guadagnando prestigio. Marcel Mauss lo chiama “economia del dono”, dimostrando che non tutto gira intorno al denaro, nemmeno nella nostra società.

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Cos’è il potlach, la festa basata sul dono reciproco diffusa nel Pacifico
Rituale potlach
Rituale potlach

Il potlach, diffuso nelle tribù di nativi della costa nord-occidentale del Pacifico (Kwakiutl, Tlingit, Salish e altre) è una cerimonia tradizionale in cui la generosità è premiata con prestigio sociale. Il nome potlach deriverebbe “dono” in lingua chinook. Durante questi eventi, i partecipanti competono nel donare beni, creando un ciclo di reciprocità e status. Marcel Mauss lo definì “economia del dono”, dimostrando che c'è un valore più alto del denaro: l'altruismo. Scopriamo come, anche noi, nelle feste come natale o compleanni mettiamo in pratica dei "potlach moderni".

Cos'è il potlach e chi lo ha scoperto

Il potlach è stato scoperto dall'antropologo Franz Boas nel 1897, durante il suo soggiorno tra la popolazione Kwakiutl, nel Pacifico nord-occidentale. Boas visse con i Kwakiutl per diversi mesi, immergendosi profondamente nella loro cultura e osservando le loro usanze quotidiane, tanto da scoprire questa singolare cerimonia che sfidava le convenzioni economiche occidentali.

Il potlach consiste infatti in una grande festa in cui i partecipanti gareggiano nel donare il maggior numero possibile di beni. Più una persona dona, maggiore è il prestigio e il rispetto che acquisisce nella comunità. Questi scambi non hanno nulla a che vedere con il baratto o con il denaro. Rappresentano un esempio di come generosità e potere possano essere profondamente interconnessi e anzi, alimentarsi a vicenda. La generosità eleva infatti il donatore, conferendogli rispetto all'interno della società.

C'è da dire che il potlach non è solo una festa, ma un evento sociale di enorme rilevanza, caratterizzato dal consumo collettivo di cibo e da una serie di riti volti a celebrare eventi significativi come matrimoni, nascite, morti e altre occasioni importanti. Durante il potlach, gli ospiti distribuiscono generosamente beni materiali di ogni tipo come vestiti, cibo, oggetti d'arte e persino animali ai membri della loro comunità. La distribuzione di questi doni segue regole precise che riflettono lo status sociale e l'autorità degli ospiti. Più l’ospite è generoso, maggiore è il prestigio che acquisisce. Questo sistema non solo rafforza le relazioni sociali, ma stabilisce una gerarchia sociale all'interno della comunità.

Perché ancora oggi parliamo di potlach: l’economia del dono

Nel corso degli anni, diversi antropologi si sono lanciati alla scoperta di questa pratica unica. Tra tutti, Marcel Mauss ha interpretato questa cerimonia come un esempio di “economia del dono”. Secondo Mauss, il potlach è il simbolo di come l'altruismo possa costituire la base di un sistema economico, in cui il valore si misura non in denaro, ma in rispetto e prestigio sociale.

L'economia del dono è un concetto che descrive un sistema economico in cui beni e servizi vengono scambiati non tramite il mercato e il denaro, ma attraverso doni. In questa particolare economia, il valore non è determinato da un prezzo monetario, ma dalle relazioni sociali che il dono genera. Il dono, in questo contesto, non è un atto isolato, ma fa parte di un ciclo continuo di dare, ricevere e restituire, che rafforza i legami sociali e le gerarchie all'interno della comunità. In effetti, durante le cerimonie potlach, i doni distribuiti dall’ospite non sono semplici atti di generosità, ma investimenti sociali che consolidano la posizione del donatore all'interno della società. In questo sistema, il dono crea obblighi reciproci: chi riceve è moralmente tenuto a restituire in futuro, mantenendo in vita il ciclo di reciprocità e di relazioni sociali.

È inoltre interessante riflettere sul termine “economia” accostato a “dono”. A pensarci bene, nella nostra società liberale, siamo abituati a dare un prezzo a tutti i beni. Al contrario, l’economia del dono rompe con la logica di mercato e si impone come una pratica di generosità pura. Sorprendentemente, nonostante il nostro orientamento verso il materialismo, questo tipo di economia altruistica trova spazio anche nella nostra società moderna. Un modello di "potlach moderno" esiste anche nella nostra vita quotidiana, ma è semplicemente celato sotto diverse forme.

Esempio moderno di "potlach"
Esempio moderno di "potlach"

Alcuni esempi di "potlach moderno"

In effetti, sebbene il potlach sia una pratica specifica delle culture indigene nordamericane, elementi simili possono essere rintracciati anche nelle nostre tradizioni moderne. Ad esempio, ricorrenze e feste religiose come il Natale, i compleanni, i matrimoni e i battesimi possono essere viste come versioni "moderne" di potlach.

In queste occasioni, lo scambio di doni va oltre il semplice atto di dare: serve a rafforzare i legami sociali, a dimostrare affetto, rispetto o status, e a partecipare a un ciclo di reciprocità. Per esempio, un matrimonio non è solo la celebrazione dell'unione di due persone, ma anche un momento in cui la coppia riceve doni dalla sua comunità e, implicitamente, assume l’obbligo di restituire in futuro, partecipando a loro volta ai matrimoni o alle celebrazioni di altri. Anche in ambito lavorativo, eventi come le cene aziendali o i regali ai colleghi possono avere una funzione simile. Questi momenti sono occasioni per rafforzare le relazioni e costruire una rete di scambi e obbligazioni reciproche che non si basano esclusivamente su un contratto economico, ma su un sistema di riconoscimenti sociali. In sintesi, come direbbe Marcel Mauss, sono "economie del dono" moderne.

Si potrebbe quindi concludere che, anche se non le chiamiamo potlach, molte delle nostre celebrazioni moderne riflettono lo stesso spirito dell'economia del dono, in cui beni sono scambiati non tanto per il loro valore intrinseco, quanto per la relazione sociale che generano. In un certo senso quindi, il fatto che esistano questi scambi di doni dimostra che, anche nella nostra società, esistono forme economiche aventi come moneta di scambio la pura generosità.

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