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16 Dicembre 2023
14:16

Lo “spirito del Natale” esiste e la sociologia ci spiega perché

Il Natale sembra generare una sensazione "tipica", che tutti descriviamo allo stesso modo. Lo "spirito del Natale" esiste perché c'è un accordo tacito sul modo di interpretare alcune esperienze collettive.

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Lo “spirito del Natale” esiste e la sociologia ci spiega perché
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Anche voi durante il mese di dicembre vi ritrovate a decorare la casa con ghirlande, alberi di Natale e candele? Guardate film, ascoltate canzoni e cori di Natale, cucinate ricette particolari, comprate e scambiate doni con i vostri cari? Visitate i mercatini di Natale, aiutate i vostri figli a lasciare latte e biscotti a Babbo Natale? Tutte queste azioni, o rituali, sono guidate da quello che comunemente chiamiamo “spirito del Natale”. Ma cos'è e da dove deriva?

L'eccitazione collettiva per il Natale

Lo “spirito del Natale” non è qualcosa di tangibile (anche se abbiamo visto che genera azioni concrete) ma ha più a che fare con quella che Durkheim chiama effervescenza collettiva, cioè una forte reazione di eccitamento che si manifesta quando un gruppo di persone sperimenta insieme qualcosa di emotivo. La proviamo soprattutto durante i periodi di festa o durante gli eventi sportivi.

Lo “spirito del Natale” non è altro che la sensazione di sapere che, per un certo periodo, siamo tutti accomunati da sentimenti di eccitazione e che non verremo visti male se, di punto in bianco, e solo per un mese all’anno, decidiamo di portarci un albero in casa e metterci sopra delle palline (cosa che avverrebbe se invece decidessimo di farlo in pieno luglio).

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Se ci pensiamo, queste azioni (o rituali sociali), non hanno bisogno di essere chiarite, spiegate o ancora, enunciate esplicitamente: letto secondo il principio dell’interazionismo simbolico, lo spirito del Natale è quella cosa per cui ciascuno, senza bisogno che venga detto esplicitamente, può “mettere in scena” tutte queste azioni senza sembrare strano, insolito o fuori luogo, perché tutti concordano o, perlomeno, sanno che cosa rappresentano i simboli e gli oggetti che tiriamo fuori durante questo periodo. La festa diventa un’ovvietà del mondo.

Il significato dei simboli natalizi

Il simbolismo del Natale è ricco e vario:

  • pranzo di Natale, richiama l’Eucaristia
  • la decorazione dell’albero di Natale, che con le sue palline (che ricordano i frutti) simboleggia il ritorno della vita
  • l’ospitalità, che, per quanto possa apparire spontanea, è codificata secondo delle norme sociali tacite che ci spiegano e obbligano ad assumere specifici comportamenti (ciò che è opportuno, inopportuna, accettato e non, secondo la tradizione)
  • le candele o le luci sono un simbolo della luce che ritorna
  • il dono: lo scambio o l’economia del dono, si contrappone all’economia che intendiamo tradizionalmente (quella di mercato). Qui, il bene scambiato non ha prettamente un valore commerciale o d’uso (non risponde cioè a un bisogno). Il dono tipicamente natalizio, prima di tutto è da intendersi come vero e proprio rituale,attraverso la cosiddetta tripartizione del donare-ricevere-contraccambiare.
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Scambiarsi dei doni, in particolare, non è un fatto banale: secondo Mauss è uno dei modi più comuni e universali per creare relazioni umane. Il dono, svela l'obbligo di reciprocità che sta alla base della società e stabilisce rapporti di superiorità e inferiorità (quando qualcuno non è un grado di contraccambiare i doni che ha ricevuto). Ricambiare il dono ricevuto è in realtà un puro obbligo morale, pensare di essere ricambiati un “atto di fiducia verso gli altri”: è proprio in questo secondo aspetto che Mauss, rintraccia il vero valore della pratica del dono, ossia l’assenza di garanzie per il donatore.

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