Quando si parla di "barile di petrolio" spesso si pensa istintivamente alla benzina, come se i due termini fossero quasi dei sinonimi. Il "barile" non è nient'altro che unità di misura che indica una quantità standard pari a circa a 159 litri di petrolio greggio e che si utilizza solitamente per esprimere il prezzo del petrolio. Solitamente da un barile, solo il 43% circa diventa benzina, mentre la restante parte è convertita in altre sostanze come kerosene, gasolio e GPL – giusto per citarne alcuni. Ma come si fa ad ottenere tutte queste diverse frazioni? E quali prodotti si possono ricavare a partire da un barile di petrolio?
La raffinazione del petrolio greggio
Il petrolio non può essere utilizzato tal quale e per questo motivo viene "raffinato", cioè vengono separate le sue diverse frazioni come benzina, distillati (es. gasolio), oli lubrificanti, asfalti, materie prime petrolchimiche (per gomme sintetiche e plastiche), paraffina, ecc. Insomma, la lista è piuttosto lunga!
Il cuore del processo di raffinazione è la distillazione (frazionata). Di che si tratta? Concettualmente è piuttosto semplice: all'interno di speciali torri (torre di frazionamento) il petrolio greggio, essendo riscaldato, subisce una separazione per densità. Il primo prodotto è il GPL, che non è altro che la frazione gassosa del petrolio (GPL infatti sta per gas di petrolio liquefatto).
Relativamente ai prodotti liquidi, solitamente in cima alla torre si trovano le frazioni meno dense e con un punto di ebollizione più basso, come la benzina. Scendendo verso il basso si troveranno le fasi sempre più dense e con punti di ebollizione più alti (come nafta, kerosene, e combustibili pesanti).
Al termine della distillazione sul fondo della torre rimane solitamente un residuo denso e di basso valore che può essere ri-convertito in un prodotto dal valore superiore, come ad esempio la benzina.
Una tra le tecniche più utilizzate è quella del cracking che prevede di utilizzare calore, pressione e catalizzatori (cioè particolari sostanze che accelerano una reazione chimica) per spezzare le molecole di idrocarburi pesanti in favore di molecole più leggere.
Una volta terminati tutti i processi di raffinazione, i vari sotto-prodotti del greggio vengono stoccati in appositi serbatoi nei pressi delle raffinerie e trasportati poi tramite tubature, treni, navi e camion fino ai consumatori finali.
Quali prodotti si ricavano da un barile di petrolio?
Tramite la raffinazione, come abbiamo visto, è possibile ottenere numerose frazioni a partire dal petrolio greggio. Ma se consideriamo un singolo barile di petrolio, quanto di quel greggio diventerà benzina? E quanto GPL?
Come confermato anche dall'ente per l'energia statunitense, la maggior parte del petrolio diventa un combustibile. Come si vede dal diagramma, la benzina è infatti al primo posto con il 43% circa del barile, seguita a ruota da gasolio (circa 23%), cherosene (circa 8%) e GPL (circa 4%). Nel restante 17-18% rientrano tutta una serie di sostanze come prodotti petrolchimici, residui densi, asfalti e prodotti lubrificanti. Ma quanta benzina si ricava da un barile di petrolio? In termini quantitativi, secondo le stime dell'EIA, si parla di circa 70 litri di benzina e circa 45 di gasolio.
Cosa si può fare con un barile di petrolio?
Proviamo a rispondere a questa domanda prendendo come riferimento i dati dell'AERA, un'azienda statunitense produttrice di petrolio. Con un singolo barile di petrolio è possibile realizzare benzina a sufficienza per guidare un auto di medie dimensioni per più di 450 km, per produrre 70 kWh di energia elettrica e abbastanza propano per riempire 12 bombole di gas. E ancora, si potrebbero produrre 540 spazzolini, 39 magliette, 170 candeline di compleanno e 23 hula hoop!
E avanzerebbe comunque sufficiente materiale per realizzare altri oggetti o per produrre energia.
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