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29 Gennaio 2024
18:39

Cos’è il default economico e quali sono le conseguenze

Come le aziende, anche gli Stati possono fallire economicamente. Si parla allora di “default economico” o “insolvenza sovrana”. Vediamo quindi cosa succede quando uno Stato non è più in grado di ripagare il proprio debito.

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Cos’è il default economico e quali sono le conseguenze
default economico

Tra i tanti rischi che uno Stato e la sua popolazione teme ce n’è uno che spaventa in particolar modo: quello del default, cioè il fallimento finanziario. Ma come succede che uno Stato non è più capace di pagare il proprio debito? Per rispondere a queste domande dobbiamo prima capire come funziona il debito di uno Stato.

Una premessa sul debito pubblico

Il debito pubblico è l'ammontare di denaro che uno Stato deve ai creditori esterni e interni. Questo debito può essere creato o attraverso l'emissione di titoli di stato, o tramite la richiesta di prestiti (per esempio da organizzazioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale). Gli Stati emettono debito pubblico per coprire il proprio deficit di bilancio, cioè per finanziare le proprie spese come la costruzione di infrastrutture, il pagamento dei sussidi e altre necessità.

Il debito pubblico può essere suddiviso in diverse categorie. C’è il debito interno, cioè quello contratto con cittadini o istituzioni nazionali (per esempio tramite la vendita di titoli di stato) e il debito esterno, cioè quello con istituzioni e privati stranieri (per esempio tramite i prestiti). Il debito può anche essere suddiviso per orizzonti temporali, cioè tra debito a breve termine e quello a lungo termine. Il primo include gli impegni finanziari che devono essere rimborsati entro un breve periodo (di solito entro un anno) mentre quello a lungo termine ha scadenze più lunghe, che a volte superano i 10 anni.

Cos’è il default di uno Stato e quando si verifica

Si dice che uno stato va in default finanziario (o insolvenza sovrana) quando non riesce a rimborsare in tutto o in parte il proprio debito pubblico (come successo per esempio alla Grecia nel 2015) o a pagare i tassi d’interesse su quest’ultimo (com’è successo all’Etiopia alla fine del 2023). I motivi per cui un Paese va in default possono essere diversi. A volte a causa di una crisi economica, che riduce le capacità degli Stati di guadagnare, rendendo quindi difficile o impossibile pagare i propri debiti. A volte la causa è la mancanza di accesso ai mercati finanziari: se uno Stato è isolato dai mercati finanziari internazionali o ha tassi di interesse alti, non riesce a ottenere finanziamenti e prestiti a buone condizioni. A volte il default è provocato da problemi politici come l’instabilità, la corruzione o la mancanza di riforme. Tutti fenomeni che possono minare la fiducia degli investitori, rendendo difficile per uno stato ottenere prestiti.

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Cosa succede quando uno Stato va in bancarotta: le conseguenze del default

Ma quali sono le conseguenze per uno stato che è entrato in default? La prima, e più logica, è la crisi finanziaria interna. La fiducia degli investitori e dei cittadini crolla e i capitali fuggono all’estero. Spesso la moneta del Paese in default perde valore e aumentano i tassi di interesse. La seconda conseguenza sono i tagli ai servizi pubblici. Per diminuire il proprio debito uno Stato deve ridurre le spese e quindi taglia l'erogazione di servizi essenziali come istruzione, sanità e anche sicurezza (questo procedimento è noto con il nome di austerity). L’ultima conseguenza, e più grave, è data dalla disoccupazione e instabilità sociale. Le difficoltà economiche dopo il default possono portare a un aumento della disoccupazione e all'insorgere di instabilità sociale con i cittadini che protestano in modo anche violento contro le misure di austerità.

Un default può avere anche ripercussioni su scala globale. Per esempio gli investitori e le istituzioni finanziarie internazionali possono subire perdite significative, e la fiducia nei confronti di altri paesi potrebbe indebolirsi. Un default può anche causare fenomeni che si riflettono su altri stati confinanti. Quando per esempio l’Albania andò in default nel 1990, furono migliaia i suoi cittadini che abbandonarono il Paese in cerca di condizioni di vita migliori in Stati vicini come l’Italia, a volte anche migrando illegalmente e morendo durante il tentativo di raggiungere il nostro Paese.

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Come si esce da un default

I Paesi in default per uscire dalla crisi devonno procedere alla ristrutturazione del debito, cioè devono rinegoziare tempi e modi del rimborso del debito ai propri creditori. Spesso queste trattative sono molto complesse perché il paese in default deve fronteggiare con problematiche di diverso tipo. Il default, infatti, si riflette negativamente sulla credibilità del Paese nei mercati finanziari internazionali, rendendo più difficile ottenere finanziamenti a condizioni favorevoli. Inoltre, un paese deve cercare di bilanciare la capacità di rimborsare il debito con la necessità di non far pesare troppo la ristrutturazione sulla pelle dei propri cittadini un fatto a cui i creditori potrebbero non tenere in considerazione.

Il processo di ristrutturazione del debito può spesso prendere molti anni, durante i quali il Paese non potrà disporre liberamente della propria spesa pubblica (per esempio aumentando i servizi alla popolazione). Insomma, anche se gli Stati non abbassano la saracinesca come le aziende, il processo per rimborsare il proprio debito dopo un fallimento può essere lungo e complesso e per questo la prevenzione del default è importantissima. La chiave è la prevenzione, cioè una gestione attenta delle finanze pubbliche, la trasparenza nella gestione dei fondi e l'adozione di politiche che favoriscano la stabilità.

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