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È arrivata anche in Italia la dermatite nodulare contagiosa (LSD – Lumpy Skin Disease), una malattia virale che colpisce i bovini, ma non è trasmissibile all’uomo. Proprio nel mese di giugno sono stati segnalati i primi 5 focolai della malattia in Sardegna in Provincia di Nuoro e in Lombardia in Provincia di Mantova. La LSD, endemica dell’Africa subsahariana, è arrivata in Europa nel 2015 attraverso la Turchia e, da allora, si è diffusa in diverse nazioni dell’Est europeo e in Grecia, ma non aveva mai colpito in precedenza la nostra penisola. Esiste una vaccinazione preventiva da somministrare ai bovini negli allevamenti, ma nel caso in cui in una zona venga segnalato un focolaio epidemico, le misure di controllo da adottare sono piuttosto complesse e le conseguenze economiche sulla filiera agroalimentare sono rilevanti. Gli animali infetti vanno abbattuti, ci sono restrizioni nella circolazione dei bovini al di fuori della Regione dove viene individuato il focolaio e gli allevamenti infetti vengono bloccati.
Cos’è dermatite nodulare contagiosa dei bovini e come si trasmette
La Lumpy Skin Disease, questa è la denominazione internazionale della dermatite nodulare contagiosa, è causata da un Poxivirus, virus a DNA della stessa famiglia di quello del vaiolo. Colpisce esclusivamente i bovini sia d’allevamento sia selvatici come lo zebù, il bufalo o la gazzella. Non si trasmette all’uomo né per contatto diretto con gli animali infetti né tramite l’ingestione di carni.
Ibovini vengono infettati attraverso la puntura di insetti ematofagi come zanzare del genere Aedes e Culex, mosche cavalline (Stomoxys calcitrans) o anche da zecche. Più raramente la malattia si diffonde per contatto fra animali infetti.
Quali sono i sintomi della dermatite bovina, come si tratta e le misure di controllo
Una volta penetrato, il virus richiede un'incubazione che varia da 1 a 4 settimane ed è seguita da una serie di sintomi che comportano febbre anche oltre i 41 °C, drastica riduzione della produzione di latte, anoressia, edema degli arti, congiuntivite e poi formazione di una serie di noduli di circa 0,5 – 5 cm su tutto il corpo; da qui la denominazione di dermatite nodulare. I noduli possono persistere per diversi mesi e poi lasciare cicatrici sull’animale.
Per controllare la diffusione dell’epidemia vanno messe in atto una serie di misure di biosicurezza degli allevamenti. Considerato che il virus è sensibile a disinfettanti come l’ipoclorito di sodio e all’ etanolo, vanno disinfettati accuratamente mezzi, attrezzature e indumenti in entrata e in uscita dall’allevamento infetto, va monitorato lo stato di salute degli animali ed effettuata una campagna di vaccinazione sugli esemplari sani.
In caso di focolaio epidemico nei bovini, scattano complesse misure di controllo con gravi conseguenze economiche per la filiera. Queste includono l'abbattimento degli animali infetti, il blocco degli allevamenti e restrizioni alla movimentazione del bestiame. Sebbene esista una vaccinazione preventiva, la gestione di un'epidemia conclamata resta quindi una sfida rilevante.