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15 Maggio 2025
13:00

Difesa planetaria, effettuata esercitazione in Sud Africa contro gli asteroidi: ecco come è andata

Alla Planetary Defense Conference a Cape Town in Sud Africa, si è svolta una esercitazione di difesa planetaria in cui è stato simulato lo scenario di un asteroide di medie dimensioni in rotta di collisione con la Terra. Asteroidi reali come 2024 YR4 sono stati presi come esempio per queste simulazioni. Ecco i risultati dell'esercitazione.

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Difesa planetaria, effettuata esercitazione in Sud Africa contro gli asteroidi: ecco come è andata
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Rappresentazione artistica generata con IA.

Prepararsi ad affrontare la minaccia di un asteroide in rotta di collisione con la Terra non è uno scenario da fantascienza, quanto piuttosto una possibilità realistica, come dimostra il recente caso dell'asteroide 2024 YR4. Quest'ultimo, inizialmente dato in rotta di collisione con la Terra con una probabilità del 3%, è stato declassificato in rischio grazie alle osservazioni del James Webb Space Telescope e presenta attualmente una probabilità del 4% di colpire la Luna. Senza un sistema di allerta che individui oggetti di questo tipo e senza la possibilità di seguirne l'orbita con i più potenti telescopi a nostra disposizione, saremmo completamente vulnerabili a queste minacce. Migliorare le capacità di difesa planetaria è quindi una necessità inderogabile e la recente esercitazione effettuata alla Planetary Defense Conference a Cape Town in Sud Africa dal 5 al 9 maggio 2025 ha avuto come obiettivo quello di affinare tecniche, strategie di deflessione e linea di comando nel caso di una potenziale minaccia futura. Simulando un'asteroide di diametro pari a 150 metri, la simulazione ha mostrato come le diverse tecniche di deflessione a nostra disposizione sono in grado di spostare l’asteroide dal corridoio d’impatto originario, salvando il pianeta da un potenziale catastrofico impatto.

Come e quando si è svolta l'esercitazione

La recente esercitazione di difesa planetaria si è svolta nel corso della nona International Academy of Astronautics (Iaa) Planetary Defense Conference, tenutasi vicino a Cape Town in Sudafrica, fra il 5 e il 9 maggio 2025. Oltre a varie presentazioni che hanno analizzato i possibili rischi di impatto dell'asteroide 2024 YR4 e gli aspetti di tipo fisico, astronomico e astronautico, ma anche politico ed economico, di un ipotetico impatto di un asteroide di medio/piccole dimensioni col nostro pianeta, gli scienziati hanno organizzato una esercitazione consistente in uno scenario simulato in cui viene scoperto il 5 giugno 2024 un asteroide di medie dimensioni in rotta di collisione con la Terra 17 anni dopo la scoperta.

I dettagli della simulazione

La simulazione inizia con l'individuazione il 5 giugno 2024 di un asteroide di magnitudine 21,5 da parte della Catalina Sky Survey, a cui viene assegnato il nome 2024 PDC25. Inizialmente questo oggetto non desta preoccupazione perché sembra uno dei tanti scoperti da questo progetto di mappatura del cielo per la ricerca di asteroidi e comete ed infatti le sue probabilità di impatto sono basse, circa una su diecimila per il 24 aprile 2041. Tuttavia, col passare dei giorni e l'aumento delle osservazioni da Terra, la stima dell'orbita di questo oggetto viene rifinita, e la probabilità sale all’1% a fine luglio 2024, abbastanza alta per attirare l'attenzione dell'International Asteroid Warning Network, una collaborazione delle Nazioni Unite per la difesa planetaria. Per il primo agosto 2024, le varie osservazioni hanno alzato la probabilità d’impatto all'1,6%, confermando la potenziale data di impatto per il 24 aprile 2041, 17 anni a partire dalla scoperta. L'asteroide è però in allontanamento, proprio come è accaduto per 2024 YR4, per cui le uniche stime certe sulla natura di questo oggetto provengono da osservazioni "urgenti" effettuate col James Webb Space Telescope che mostrano come 2024 PDC25 sia un asteroide roccioso di tipo S, con un diametro tra 90 e 160 metri, e con una probabilità di impatto che sembra più alta in realtà dell'1,6%.

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L’asteroide 52246 Donaldjohanson, con la sua forma ad arachide, assomiglia all’oggetto simulato in rotta di collisione con la Terra. Credits: NASA/Goddard/SwRI/Johns Hopkins APL.

Questo oggetto preoccupa la comunità internazionale e quindi lo Space Mission Planning Advisory Group dell'Agenzia Spaziale Europea raccomanda il lancio di una sonda per intercettare e studiare l'asteroide in prossimità del perigeo, che avviene ogni due anni e mezzo circa. La sonda viene lanciata nel settembre 2027 e raggiunge l’asteroide il 12 aprile 2028 confermando la natura rocciosa dell'oggetto e stimandone il diametro in circa 150 metri. C'è di peggio. Le osservazioni ripetute nel corso dei quattro anni successivi alla scoperta non lasciano dubbi, l'asteroide ha ora il 100% di probabilità di impatto con la Terra.

Combinando queste osservazioni con le misure della sonda, gli scienziati riescono a stimare che l'asteroide cadrà tra il Congo e l'Angola liberando una energia all'impatto tra i 45 e i 160 megatoni, decine di migliaia di volte l'energia rilasciata dalla bomba atomica di Hiroshima. Un tale colosso cosmico provocherebbe un cratere da impatto da 3 km di diametro, danni gravissimi in un raggio di 130 km dall'impatto, senza contare le polveri e l'onda d'urto rilasciate in atmosfera che tuttavia non causerebbero modifiche del clima a livello globale. All'impatto si stimano un numero di vittime che va da diverse migliaia a oltre 1 milione.

Le possibili strategie di deflessione

Mancano ora 13 anni all'impatto e urge deviare l'asteroide dalla sua corsa distruttiva. Il momento ottimale per farlo è al perigeo dell'orbita altamente eccentrica dell'asteroide. Il perigeo avviene a distanza di circa 2 anni e mezzo per questo oggetto, quindi nel novembre 2032, dicembre 2034, gennaio 2037 e marzo 2039. Più si va verso la data di impatto e maggiore sarà la deviazione richiesta per evitare l'impatto. Gli scienziati propongono quindi tre tecniche per variare la velocità dell'asteroide: l'impattatore cinetico, l'esplosione nucleare o il flusso di ioni. La richiesta primaria è che nell'attuare una qualsiasi di queste opzioni l'asteroide non si divida in diversi grossi frammenti in rotta di collisione. La scelta più ovvia in uno scenario reale probabilmente ricadrebbe sull'impattatore cinetico, l'opzione che avrebbe la più alta probabilità di successo visto che è stato già testato con la sonda DART e l'asteroide Dimorphos.

dart asteroide cosa abbiamo imparato
Rappresentazione dell’impatto della sonda DART con l’asteroide Dimorphos. DART è un esempio di impattatore cinetico. Credits: NASA.

In questa simulazione però tutti e tre i metodi di deflessione vengono valutati e la buona notizia è che ognuno di loro è potenzialmente in grado di spostare l’asteroide dal corridoio d’impatto originario. Per l'impattatore cinetico, sarebbero necessarie da 4 a 7 missioni spaziali, mentre per spostare l'asteroide bombardandolo con un flusso di ioni, basterebbero dalle 2 alle 5 sonde. Per quanto riguarda l'opzione nucleare, non bisogna pensare ad uno scenario da film che disintegri completamente l'asteroide, ma piuttosto ad una esplosione a breve distanza che, emettendo raggi X, vaporizza una parte della superficie dell'asteroide generando così una spinta nella direzione opposta. Per questa opzione, una singola missione sarebbe sufficiente a deflettere l'asteroide.

Cosa abbiamo imparato dall'esercitazione

La buona notizia che possiamo trarre da questa esercitazione è che per asteroidi di medie dimensioni, intorno ai 150 metri, l'uomo ha la tecnologia per causare una deviazione significativa di un asteroide in rotta di collisione col nostro pianeta. Questo però presuppone che l'oggetto venga scoperto con largo anticipo, dal momento che più vicino alla data di impatto ci troviamo, maggiore sarà la variazione in velocità da imprimere all'oggetto per deviarlo dalla sua orbita originaria. "Prevenire è meglio che curare" rimane valido anche in questo ambito: è necessario spingere l'acceleratore sullo sviluppo di sistemi di allerta sempre più sofisticati che permettano di scoprire con largo anticipo potenziali minacce di impatto, dandoci così il tempo di approntare strategie per deviare gli asteroidi dalle loro corse distruttive.

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