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12 Dicembre 2023
15:30

Nevischio, graupel, gragnola e grandine: le differenze tra le precipitazioni atmosferiche solide

Arriva l’inverno e con la stagione fredda anche la neve torna a farci visita. Spesso però c'è confusione tra diverse precipitazioni solide: vediamo qundi differenze e analogie tra nevischio, graupel e gragnola.

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Nevischio, graupel, gragnola e grandine: le differenze tra le precipitazioni atmosferiche solide
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Nevischio, gragnola, graupel (o neve tonda) sono quattro tipi di precipitazioni solide al limite tra pioggia, ghiaccio e neve, in cui non è raro imbattersi tra la stagione autunnale a quella invernale, con frequenti incursioni di masse d’aria fredda di origine polare o artica. La terminologia di questi fenomeni crea spesso confusione, anche rispetto al fenomeno della grandine che invece tipicamente avviene in estate: cerchiamo quindi di chiarirne meglio il significato e l’aspetto scientifico, mettendone in evidenza analogie e differenze in termini di caratteristiche e meccanismi di formazione.

Il nevischio non è neve mista a pioggia

Diversamente da quello che in molti pensano, il nevischio non ha nulla a che vedere con la pioggia mista a neve, sebbene nel linguaggio comune il termine sia impropriamente usato con questa accezione. In realtà il nevischio è solo neve.

La differenza rispetto alla neve propriamente detta sta nel fatto che il nevischio è composto da granellini di ghiaccio opaco bianco, appiattiti o allungati, di diametro uguale o inferiore a 1 mm, dunque molto più piccoli rispetto ad un normale fiocco di neve. Potremmo dire che il nevischio è la precipitazione solida equivalente alla pioviggine. È un fenomeno frequente in montagna, con temperature dell’aria tra 0 e –10 °C e può costituire il preludio a una nevicata più consistente.

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Nevischio.

Il graupel (o neve tonda)

Se i granelli di ghiaccio che costituiscono la precipitazione solida hanno dimensioni di 2-5 mm e forma sferica o conica non si parla più di nevischio ma di graupel (o neve tonda), termine tedesco adottato anche qui in Italia insieme a “neve tonda”.

Il graupel si forma quando i granelli di ghiaccio, cadendo, incontrano uno strato di atmosfera più caldo in cui sono presenti goccioline d’acqua sopraffusa, cioè liquida anche con temperature sotto lo zero. Queste goccioline, al contatto con i granelli di ghiaccio in discesa, si solidificano, “orlando” letteralmente il fiocco. Se l’aggregazione continua, il granello originario non è più riconoscibile e prende le sembianze di una pallina di ghiaccio soffice e tondeggiante. Nel cadere, questa rimbalza come la grandine, ma non produce alcun rumore. Inoltre è comprimibile e malleabile: se la si prende in mano si disintegra facilmente.

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Graupel.

La gragnola

Questo tipo di precipitazione viene spesso confuso con le precedenti. A differenza del graupel, per esempio, la gragnola (o gragnuola) non è friabile né comprimibile, non rimbalza, quando cade produce un rumore simile alla grandine, anche se visivamente è totalmente lucida. Questo tipo di precipitazione viene anche detta tapioca snow, in quanto i suoi chicchi sono molto simili ai grani della farina di tapioca, un amido derivato dal tubero della manioca, una pianta originaria dell'America del Sud. Sia la gragnola che il graupel, infine, si sviluppano in presenza di forti rovesci o temporali, soprattutto tra fine inverno e inizio primavera.

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Gragnola. Credits: Carnby, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons.

Le differenze con la grandine

La grandine ha ben poco a che spartire con i tre fenomeni appena descritti. Intanto dobbiamo specificare che la grandine si forma esclusivamente in corrispondenza di celle temporalesche del tipo “super-cella”, dunque in presenza di intensi temporali, quando le correnti ascensionali al loro interno, che alimentano e tengono in vita il cumulonembo, sono abbastanza forti, al punto da superare di gran lunga i 100 km/h.

In queste condizioni, i primi pezzettini di ghiaccio che cadono dal top del cumulonembo, detti comunemente “chicchi di grandine”, di forma irregolare ma generalmente sferici, le cui dimensioni possono variare da pochi millimetri ad alcuni centimetri, vengono trasportati verso l’alto e verso il basso dai moti convettivi: un continuo saliscendi, durante il quale i chicchi si legano con altri piccoli aggregati di ghiaccio e gocce d’acqua per poi ricongelarsi e diventare sempre più grandi. Più intensi sono i moti ascensionali e più lungo sarà questo saliscendi, fino al punto in cui i chicchi, divenuti troppo pesanti, saranno costretti a cadere verso il suolo, senza riuscire a fondere prima di toccare terra, causando notevoli danni, sia alle campagne che ai centri urbani. Non per niente la grandine è incomprimibile, essendo fatta di ghiaccio, di colore bianco e trasparente. Inoltre, se si divide a metà un chicco di grandine, è possibile osservare tutti i suoi diversi stadi di accrescimento, delimitati da tante linee più chiare o scure che gli attribuiscono le tipiche sembianze della “cipolla”!

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