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Nelle ultime ore voci insistenti hanno parlato di un abbandono da parte di Elon Musk del DOGE, Dipartimento per l'Efficienza del Governo. La notizia ha fatto il giro del mondo, ma sia la Casa Bianca che lo stesso Musk hanno voluto smentirla attraverso la piattaforma social X.
Karoline Leavitt, portavoce dell’amministrazione americana, ha definito l’indiscrezione "spazzatura", mentre Musk ha rincarato la dose con un secco "Yeah, fake news" e anche Donald Trump è intervenuto sulla questione, affermando che il CEO di Tesla "a un certo punto tornerà" a occuparsi a tempo pieno delle sue aziende, ma solo dopo aver portato a termine il lavoro con il DOGE. Quel che è certo è che, in qualità di "dipendente pubblico speciale", il CTO di SpaceX può lavorare al DOGE solo per un massimo di 130 giorni all’anno, limite che scadrà tra maggio e giugno. La Casa Bianca aveva inizialmente ipotizzato di estendere la sua collaborazione, ma ora sembra che sia lo stesso Musk a voler concludere il suo impegno.
Cos'è il DOGE e quali sono i suoi compiti
Il Dipartimento per l’Efficienza del Governo (DOGE) è una commissione temporanea con scadenza luglio 2026 creata da Trump nei primi giorni della sua presidenza per snellire la burocrazia americana, digitalizzare i servizi pubblici e tagliare i costi, il cui coordinamento è stato affidato a Elon Musk. Per farlo, il DOGE collabora con l’USDS (United States Digital Services) e ha coinvolto esperti in informatica, diritto e risorse umane, avviando tagli alla spesa pubblica, trasferimenti di dipendenti e licenziamenti. Tutte misure che hanno scatenato sia elogi che critiche: alcuni funzionari pare siano soddisfatti dei risultati, altri invece sono preoccupati dall’imprevedibilità di Musk e dal suo modo di gestire le cose.
Il massiccio ridimensionamento della pubblica amministrazione operato in questi mesi ha sollevato diversi dubbi: finora, 75.000 dipendenti hanno accettato buonuscite molto generose, ma questi fondi non erano previsti nel budget federale. Secondo il New York Times, i risparmi ottenuti potrebbero essere inferiori alle previsioni, mentre le controversie legali sui licenziamenti potrebbero complicare ulteriormente la situazione. In passato, misure simili sono state gestite dal Congresso, come avvenne nel 1994 con la Federal Workforce Restructuring Act sotto l’amministrazione Clinton, ma qui, la gestione sembra essere poco chiara, aumentando il rischio di scontri legali e crisi politiche.
I licenziamenti di massa in diverse agenzie, tra cui HHS, IRS, NASA, SSA e il Dipartimento della Difesa, così come la privatizzazione del servizio postale (USPS) e la chiusura il Dipartimento dell'Educazione, hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla capacità del governo di fornire servizi essenziali e hanno portato a controversie legali e proteste pubbliche. Inoltre, il DOGE sostiene di aver risparmiato 140 miliardi di dollari attraverso queste misure, ma le cifre sono contestate a causa di presunti errori di calcolo. Inoltre, l'obiettivo dichiarato di ridurre la spesa di 1.000 miliardi di dollari entro la fine del mandato di Musk è considerato irrealistico da molti esperti.
Uno degli aspetti più controversi del progetto, poi, riguarda la composizione della commissione: infatti, il decreto che istituisce il DOGE non specifica quanti membri ne facciano parte né quali siano i loro compiti precisi. Le agenzie federali devono solo indicare almeno quattro esperti, tra cui un avvocato, un ingegnere informatico e uno specialista delle risorse umane che affianchino il lavoro del dipartimento.
Al netto di tutto, però, il vero nodo da sciogliere sembrerebbero essere i poteri del DOGE: in teoria, il dipartimento avrebbe un ruolo esclusivamente consultivo, quindi non potrebbe tagliare fondi già approvati dal Congresso: secondo la legge federale, infatti, solo il Parlamento può autorizzare tagli strutturali. Per questa ragione molti esperti ritengono che la decisione del DOGE di smantellare agenzie come l’USAID (l'Agenzia per lo Sviluppo Internazionale) possa essere dichiarata incostituzionale dalla Corte Suprema.
Tensioni in crescita anche per Tesla

Il ruolo di Elon Musk nel governo Trump ha avuto da subito un forte impatto sulle sue aziende, in particolare su Tesla: inizialmente, il valore delle azioni della casa automobilistica era schizzato del 70%. Ma il vento cambia in fretta, e le preoccupazioni per il rallentamento delle vendite e per il tempo che Musk stava dedicando al DOGE hanno fatto perdere buona parte di quei guadagni. Per questo le voci che annunciavano il suo presunto abbandono del Dipartimento per l’Efficienza del Governo hanno avuto l'effetto opposto e quindi riportando in alto il titolo. Un segnale chiaro del fatto che gli investitori rivorrebbero Musk concentrato sulle aziende.
Non mancano poi le proteste sulla gestione del DOGE: alcuni attivisti hanno organizzato manifestazioni contro Tesla, accusandola di beneficiare delle scelte del DOGE; il movimento "Tesla Takedown" ha promosso boicottaggi e proteste, temendo che il coinvolgimento politico di Musk danneggi l’immagine dell’azienda.